Manifestazione ad Arcore 02.03.2009

02/03/2009
Già dalle prime ore del mattino di lunedì 2 marzo un grande numero di agricoltori associati a Confagricoltura con i trattori rombanti e le bandiere sventolanti saranno protagonisti della manifestazione all'insegna dello slogan “Coltiviamo un futuro senza crisi”. Da ogni parte d'Italia essi confluiranno, in provincia di Milano, a Villasanta (via Tiziano Vecellio, 1) alle ore 10. Da qui, alle ore 11, il corteo di persone e trattori marcerà in direzione di Villa San Martino ad Arcore (Mi). Contestualmente un altro corteo di trattori sfilerà per le vie cittadine di Gemonio (Va). Confagricoltura Alessandria si unisce a questo coro di protesta contro il Governo, che confluirà direttamente presso le residenze del presidente del Consiglio Berlusconi e del Ministro Bossi. Pertanto una delegazione di allevatori associati con il presidente Coscia, il direttore Parodi, il presidente della Sezione Lattiero Casearia Bianchi, il presidente della Zona di Alessandria nonché produttore Brezzi e parte della struttura sfilerà in corteo per il futuro dell'allevamento dei bovini da latte della nostra provincia. La manifestazione, nata dagli agricoltori di Confagricoltura e Cia della Lombardia per esternare al mondo politico l'assoluta contrarietà degli allevatori al decreto legge sulle quote latte, ha visto nel giro di poco tempo la piena adesione di numerose Unioni e Federazioni del Paese, oltre che del presidente Federico Vecchioni e della Giunta Esecutiva di Confagricoltura. “Quella dei produttori - rimarca il presidente della Confagricoltura Vecchioni, che ad Arcore concluderà la manifestazione con il comizio finale - è una battaglia sacrosanta per evitare una gravissima ingiustizia che viene mascherata per equità. Non accettiamo di porre sullo stesso piano chi ha sempre rispettato le leggi e chi ha voluto scientemente stare nell'illegalità”. “Gli organi di Confagricoltura – ricorda il presidente nazionale - hanno deliberato di dare fiducia al Parlamento ed al Governo per raddrizzare la rotta di un provvedimento che è iniquo. Ci attendevamo e continuiamo ad attendere importanti modifiche in sede di conversione in legge. Fino ad ora le nostre attese sono andate deluse, per questo proseguiremo nelle nostre iniziative di contrasto”. Ma quali sono i punti salienti della protesta? In primo luogo la questione della conversione del decreto legge sulle quote latte che prevede un'impostazione non condivisibile in via di principio laddove si rischia di determinare sperequazioni a danno dei produttori che hanno in passato prodotto latte nel rispetto dei quantitativi di riferimento loro assegnati o acquisiti in altra forma. “Occorre a tale proposito prevedere un'adeguata forma di riequilibrio delle posizioni a favore di questi allevatori tramite la previsione di un fondo con risorse adeguate, che Confagricoltura valuta in almeno 350 milioni di euro, per ristorare le aziende degli impegni finanziari che hanno sostenuto negli ultimi anni di applicazione del regime delle quote” - spiega il presidente Gian Paolo Coscia. E il direttore Valter Parodi aggiunge: “Resta prioritario il nodo della rinuncia ad ogni contenzioso per chi aderisce alla nuova rateizzazione del debito accumulato”. La manovra economica ha poi trascurato il rinnovo delle agevolazioni previdenziali ex L. 81/2006 per le zone montane e svantaggiate. “ La mancata conferma di tali previsioni, che interessano oltre l'80 per cento delle giornate lavorative impiegate nel settore (85 milioni su circa 100 milioni), - commenta Bartolomeo Bianchi, che è anche membro di Giunta nazionale di Confagricoltura - determinerebbe da sola un incremento degli oneri a carico delle imprese agricole di 275 milioni di euro per anno, di cui 219 milioni a carico del Mezzogiorno, 36,5 milioni di euro per le Regioni del Centro Italia e di 20 milioni circa per le Regioni settentrionali”. Ancora, sempre tra gli interventi nazionali, la manovra ha omesso lo stanziamento di adeguate risorse per il Fondo di Solidarietà nazionale per favorire l'accesso alle assicurazioni agevolate da parte delle imprese agricole. Uno strumento essenziale soprattutto per alcuni settori chiave come l'ortofrutta e il vitivinicolo. “ Su questo fronte è richiesto un impegno di spesa di 95 milioni di euro per il 2008 e di almeno 230 milioni di euro per gli anni successivi” asserisce Romano Brezzi . Su tutte queste problematiche e su molte altre, che saranno sicuramente affrontate nel corso del comizio dei dirigenti di Confagricoltura davanti a Villa San Martino, si ritiene urgente l'intervento dell'Esecutivo per ripristinare le condizioni minime di competitività del settore. “Una serie di interventi “anti crisi”, in analogia a quelli già previsti per gli altri comparti produttivi, che consentirebbero alle vere imprese agricole “trainanti” un deciso recupero di competitività” conclude Coscia .