Prezzi del grano tenero in forte ribasso: la situazione non è sostenibile per gli agricoltori alessandrini, primi produttori d’Italia

18/07/2016

La nostra provincia è una tra le prime per la produzione di frumento tenero. Questa è una tendenza che da decenni vede Alessandria battersi con Bologna per il primato con circa 35/40 mila ettari coltivati ogni anno.

Il grano prodotto in provincia di Alessandria sotto il profilo quantitativo e qualitativo è sempre stato apprezzato dall’industria molitoria.

Proprio nella nostra provincia per rendere più omogenea e per migliorare la competitività delle aziende cerealicole negli anni scorsi le Associazioni agricole hanno realizzato il “Progetto di valorizzazione del frumento tenero alessandrino”, che ha ottenuto lo scopo di sperimentare diverse varietà e di proporre una lista virtuosa di cultivar consigliate per orientare le scelte dei cerealicoltori verso una maggiore uniformità di produzione. Accanto alla scelta varietale anche la tecnica colturale è stata via via affinata e costantemente proposta ai produttori. Un altro scopo del progetto era quello di favorire la concentrazione di prodotto, avere la cosiddetta “massa critica”  tramite le cooperative presenti in provincia e il Consorzio Agrario per meglio presentarsi sul mercato. Purtroppo questo obiettivo non è stato raggiunto.

A livello alessandrino il raccolto di quest’anno, pur se le operazioni di trebbiatura non sono ancora concluse e le analisi per definire il profilo qualitativo delle nostre produzioni sono in corso, si presenta buono sia come qualità che come quantità prodotta; un altro fatto positivo è che, dai primi dati analitici, i campioni sottoposti ai relativi test non presentano contaminazioni da micotossine.

Ben consapevoli di importanti interventi speculativi sulle commodities agricole quali il frumento tenero che ne determinano fluttuazioni di prezzo a livello mondiale, ci appare particolarmente grave la situazione che si sta registrando nella nostra provincia: dato che il livello del prezzo del grano è notevolmente inferiore rispetto a quello registrato dalle Borse merci di altre province, si rischiano speculazione sul mercato locale innescando una “guerra tra poveri” che porta solo perdita di fiducia e affezione nei confronti di tutti gli operatori alessandrini.

“Il prezzo del grano non ha mai raggiunto quotazioni così basse. I nostri agricoltori chiedono che vengano riconosciute le loro giuste rivendicazioni. Il frutto del lavoro di un anno non può essere così sottostimato”.

L’ISMEA (Istituto dei Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, ente pubblico economico vigilato dal MIPAAF) nel dicembre del 2014 aveva pubblicato un documento sui costi di produzione del frumento.

La provincia di Alessandria nord (zone di Alessandria, Casale Monferrato e Tortona) è stata individuata come areale di analisi per il grano.

Anno 2014
Resa media di grano per ettaro q.li 75; prezzo del grano al q.le euro 21.5;

Ecco le nostre proiezioni per l’anno in corso, mantenendo fissi i costi e le rese:

Anno 2016
Resa media di grano per ettaro q.li 75; prezzo del grano al q.le euro 14;

Questo è il grido di denuncia di Confagricoltura e Cia alessandrine, durante la Commissione che si riunisce tutte le settimane il lunedì presso la Camera di Commercio.

In effetti, sono anni che il prezzo dei cereali continua a scendere e continua ad allargarsi la forbice tra le quotazioni delle CCIAA di Milano e Bologna, mercati di riferimento per il Nord Italia, e le quotazioni della CCIAA di Alessandria, inferiori di 1/1,5 euro/q.le.

Inoltre le due Organizzazioni agricole chiedono che le strutture cooperative di raccolta dei cereali continuino la loro azione economica per sempre meglio retribuire il prodotto degli agricoltori e che il Consorzio agrario, storica struttura del territorio e caposaldo di molti produttori, riacquisti la fiducia degli stessi, smettendo di chiudere in perdita i bilanci (l’ultimo ha chiuso con 3 milioni di perdita). Gli agricoltori non hanno più fede verso chi li ha amministrati negli ultimi anni e che ha causato perdite per oltre 10 milioni di euro. Per Confagricoltura e Cia Alessandria il Presidente e la sua maggioranza dovrebbero essere in grado di ripensare il proprio operato e conseguentemente dimettersi per lasciare ad un Consiglio paritetico, formato dalle Associazioni, l’amministrazione di questo ente che i “nostri” padri hanno fondato per lo sviluppo economico agricolo di questa provincia.

Le due Associazioni agricole provinciali propongono di avviare nell’immediato un efficiente ed innovativo meccanismo telematico diverso di rilevazione dei prezzi, che dovrà effettuare aggiornamenti quotidiani e non più settimanali, sul modello francese, tenendo presente l’alta volatilità attuale dei prezzi. I suoi indici dovranno scaturire dall’analisi dei contratti realmente stipulati ed eseguiti, che rappresentino una tendenza di riferimento per  orientare i listini futuri. Definirà  così un ‘prezzo di riferimento’ giornaliero, capace di indicare le tendenze per il futuro; su di esso si innesteranno poi le premialità connesse agli aspetti qualitativi del prodotto.

“Per questo oggi Confagricoltura Alessandria e Cia Alessandria chiedono di non quotare i cereali presso la Borsa Merci della Camera di Commercio di Alessandria per dimostrare che occorre un cambiamento di rotta: i nostri agricoltori con prezzi così bassi non riescono a coprire i costi di produzione, impoverendosi anno dopo anno senza prospettive positive per il futuro per loro, per l’indotto e per l’economia del territorio” affermano con fermezza i presidenti Luca Brondelli di Brondello (Confagricoltura) e Gian Piero Ameglio (CIA).

Ciò non permette la pubblicazione delle quotazioni del listino alessandrino di questa settimana.

Alessandria, 18 luglio 2016