Confagricoltura incontra gli assessori regionali: in primo piano i fondi non spesi dei PSR e la manovra economica

10/06/2010
Il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni ha promosso un incontro con gli assessori regionali all’Agricoltura per fare il punto sui più attuali temi che riguardano il settore. Il meeting inaugura una serie di appuntamenti con cadenza trimestrale organizzati dalla Confederazione agricola. In primo piano un problema che richiede soluzione immediata: le Regioni devono “spendere” entro fine anno oltre 600 milioni di euro comunitari (che danno luogo a 1,1 miliardi di euro di pagamenti complessivi) per evitare il “disimpegno”; cioè il trasferimento a Bruxelles di risorse dei piani di sviluppo rurale che verrebbero irrimediabilmente perdute. Confagricoltura già da tempo ha evidenziato questo rischio, proponendo di utilizzare le somme non spese - previa autorizzazione da parte di Bruxelles - per misure anticrisi. Il tempo stringe, ha ricordato Confagricoltura agli assessori a cui sono state proposte tre strade percorribili: velocizzare per quanto possibile i pagamenti (sono ancora molte le domande da istruire o già istruite che attendono le liquidazioni); posporre di un anno il termine ultimo per perfezionare le erogazioni; compensare le risorse stanziate tra le Regioni, con un Piano Nazionale unico - come anche prefigurato dal ministro Galan e da un’iniziativa parlamentare del presidente della Commissione Agricoltura della Camera Paolo Russo - assegnando più fondi a quelle con maggiori capacità di spesa a scapito di quelle meno rapide. Per Confagricoltura è necessario che Regioni, Ministero e Organizzazioni agricole decidano urgentemente una strategia concertata anche perché tutte e tre le opzioni descritte richiedono un intervento politico in sede comunitaria che deve essere effettuato quanto prima. All’attenzione degli assessori regionali Confagricoltura ha portato anche il tema della manovra economica, caratterizzata da tre elementi cruciali: il calo della crescita dell’economia; un aumento della spesa pubblica che, al netto degli interessi, dal 2008 al 2009 è passata dal 40,5 al 43,5 per cento sul Pil nazionale; una riduzione della spesa delle famiglie italiane, che hanno contenuto i consumi, in aumento da diversi anni, di quasi il 2 per cento. Per Confagricoltura il rigore va coniugato con l’equità, per rilanciare la crescita in agricoltura sinora ampiamente compromessa da una congiuntura non facile. Agli agricoltori italiani occorre comunque garantire quell’iniezione di risorse tale da impedire un aumento improvviso ed inopinato dei costi. Tre le priorità indicate da Confagricoltura, a cui occorre provvedere subito pur nella difficile strettoia della manovra economica varata dal Governo: la stabilizzazione delle agevolazioni previdenziali in scadenza a luglio; il ripristino del trattamento agevolato per il gasolio sotto serra; i fondi da erogare alla bieticoltura. Tra i problemi specifici c’è quello della revisione del sistema degli organismi pagatori regionali. C’è poi la questione dell’articolo 45 della manovra, che abroga l’obbligo di ritiro da parte del Gse dei certificati verdi in esubero sul mercato e quelli invenduti nel triennio 2009-2011. Una misura che mette a rischio, pregiudicando la certezza delle entrate e la programmazione degli investimenti, gli impianti che forniscono energia elettrica da fonti rinnovabili con capacità di impianto superiore ad 1 megawatt.