In breve del 5 Settembre 2013

05/09/2013

Giù il mais, su la soia
Alla Borsa granaria di Milano, nel mercato di martedì 3 settembre, il frumento di forza nazionale è passato a 242- 250 euro a tonnellata, con un apprezzamento di 3 euro sulle quotazioni della settimana precedente.

Il mais nazionale ha perso 1 euro a tonnellata, passando da 210-211 a 209-210 euro. Quello comunitario si è invece apprezzato di 2 euro a tonnellata: ora quota 230-234 euro.

I semi di soia esteri sono aumentati di 15 euro a tonnellata, passando da 494-499 a 509-514 euro a tonnellata.

 
Mercato dei bovini da carne, qualcosa forse si muove
Secondo le rilevazioni di Asprocarne Piemonte, riportate dall'Informatore Agrario di questa settimana, i prezzi dei bovini da macello, per quanto riguarda i Piemontesi maschi di 580-680 kg vanno da 2,78 a 3,15 euro al chilo, mentre le femmine, sempre Piemontesi, di 380-480 kg, da 3,65 a 3,80 euro al chilo. I vitelloni francesi vanno da un minimo di 2,55 (Charolaise maschio di 680-780 kg) a un massimo di 3,27 euro al chilo (Blonde d’Aquitaine maschio leggero di 550-650 kg). Il mercato è in leggera tensione con offerte ancora limitata e domanda in ripresa dopo alcuni mesi di calo costante delle importazioni. Quotazioni ancora in ripresa per i bovini da macello, in particolare per la razza Charolaise e in misura minore per la razza Limousine a causa dei pochi capi disponibili.

 
Ancora abbattimenti per l’aviaria
Nuovi abbattimenti precauzionali sono stati disposti in allevamenti del gruppo Eurovo, a poca distanza da quelli già colpiti dal virus nel Bolognese. Si tratta, informa l'azienda, della pulcinaia di Mordano (98.000 capi) e dell'allevamento biologico di galline ovaiole Rondanina a Imola (84.000 capi). Alla base della decisione il sospetto che alcuni capi della pulcinaia potessero essere portatori del virus di influenza aviaria. Gli abbattimenti sono stati decisi dall'Asl e dal Comune di Imola, d'accordo con lo stesso Gruppo Eurovo.

Confagricoltura sottolinea come l’ottimo lavoro di controllo rapidamente svolto dal nostro Servizio  Sanitario Nazionale (che ha ottenuto anche l’approvazione da parte degli esperti e delle istituzioni comunitari) permetta di tranquillizzare non solo i consumatori, ma anche la filiera  avicola nazionale, sulla situazione relativa ai casi di influenza aviaria riscontrati in alcuni allevamenti sul nostro territorio.

“La sicurezza del consumatore e della filiera sono l’obiettivo primario”, sottolinea Confagricoltura. Il sindacato degli allevatori ribadisce anche l’importanza economico produttiva che il nostro settore ha a livello europeo, ma anche le sue forti potenzialità e chiede pertanto un maggiore impegno da parte del Governo italiano affinché finalmente e a giusto diritto il comparto avicolo ottenga  il necessario spazio tra le misure di sostegno della nuova Politica Agricola Comune.

Confagricoltura ribadisce, inoltre, la necessità di un maggiore impegno finanziario da parte delle autorità comunitarie e nazionali per garantire non solo il ristoro completo dei danni diretti ed indiretti agli operatori, ma anche l’adozione di misure che permettano di accertare l’origine e le cause dell’infezione sul territorio.

“Questa combinazione di misure permetterà - continua Confagricoltura - di mantenere, rafforzare e rilanciare il comparto avicolo, avendo ben presente che la nostra filiera nazionale garantisce  una produzione di oltre 1,2 milioni di tonnellate di carni e circa 13 miliardi di uova ogni anno, per un valore della produzione all’origine di circa 3,8 miliardi di euro. Questo è uno dei pochi settori il cui trend è decisamente in crescita. Infatti, nel primo semestre dell'anno, secondo i dati di Unaitalia, la spesa per le uova ha registrato un +4% e un +6% quella per la carne di pollo, con un consumo pro abitante che supera i 19 chili di prodotti avicoli. Ciò grazie proprio a quell’immagine oramai radicata nei consumatori di un prodotto non solo sano, sicuro e soprattutto fresco, nazionale, ma anche economico”.