In breve del 27 Settembre 2013

27/09/2013

Riforma Pac, le prossime tappe
Con l’accordo politico raggiunto il 24 settembre tra Consiglio, Parlamento e Commissione sugli ultimi punti “aperti” della riforma della PAC si è finalmente concluso il lungo iter negoziale che ha portato alla definizione delle nuove regole per la PAC dopo il 2014 (o meglio, dopo il 2015, visto lo slittamento già annunciato dell’entrata in vigore del nuovo sistema dei pagamenti diretti). Non resta ora che passare alla fase di finalizzazione, con i voti formali della commissione agricoltura del PE (il 30 settembre), della plenaria di Strasburgo (in ottobre o più realisticamente a novembre) e del Consiglio (al più tardi il 16 dicembre). A seguito dell’ampia maggioranza finora riscontrata all’interno dei principali gruppi politici del Parlamento europeo, non ci dovrebbero essere sorprese. Dal lato Commissione europea, si lavora attualmente alla traduzione dei testi consolidati in tutte le lingue e alla revisione giuridica, passi necessari per il voto in plenaria. I regolamenti dovrebbero essere pubblicati nella Gazzetta Ufficiale UE entro la fine dell’anno, o al più tardi ad inizio gennaio 2014, per essere in vigore comunque dal 1° gennaio 2014. Rimane il nodo del regolamento transitorio che posticiperà di un anno l’applicazione del nuovo regime dei pagamenti diretti e darà la possibilità di rifinanziare anche nel 2014 alcune misure di sviluppo rurale anche in caso di esaurimento del budget 2007-2013. Spetta ancora a Parlamento e Consiglio, sempre in codecisione, giungere ad un accordo entro la fine dell’anno.

Nel merito dell’accordo intervenuto sugli ultimi quattro punti ancora in discussione, viene introdotta una degressività obbligatoria minima del 5% sopra i 150.000 euro (da applicarsi sul solo pagamento di base, senza quindi imputare ad “imponibile” la componente di aiuto di greening, i pagamenti accoppiati, e prevedendo la possibilità di prendere in conto anche i costi salariali). La degressività può non essere applicata se lo Stato membro decide di utilizzare lo strumento del pagamento redistributivo per i primi ettari, utilizzando a questo scopo un minimo del 5% dell’enveloppe nazionale. Resta invece facoltativo il plafonamento. Sempre in tema di regolamento sui pagamenti diretti, non è stata accolta la richiesta del PE di diminuire il tasso massimo per i trasferimenti di fondi dal 2° al 1° pilastro, che rimarrà quindi del 15% (25% per i Paesi che ricevono meno del 90% della media nazionale UE dei pagamenti diretti). Resta invariato anche il sistema di convergenza esterna, che permetterà a tutti gli Stati membri di raggiungere un livello di pagamenti diretti minimo (e vicino al 90% della media UE) entro il 2019. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, il Parlamento ha ben accolto il passo avanti del Consiglio che ha accettato un aumento all’85% dei tassi massimi di cofinanziamento nelle regioni meno sviluppate e ultraperiferiche (in pratica le zone ex obiettivo 1), mantenendo invariate le altre percentuali di cofinanziamento stabilite dal Consiglio di febbraio (73% e 63%, a seconda dei casi, nelle regioni in transizione, 53% nelle altre zone). Ancora per quanto riguarda lo sviluppo rurale, le dotazioni finanziarie per Stato membro saranno inserite in allegato al regolamento di base e potranno essere modificate, solo in giustificati e ben determinati casi, dalla Commissione attraverso atti delegati.

 
Mais, sui mercati mondiali prezzi ai livelli più bassi degli ultimi tre anni
Dopo il rally dell'anno scorso, che ne aveva spinto i prezzi a livelli record, l'allarme sul mais sembra essere stato archiviato dagli investitori. Il cereale è la materia prima che registra la peggiore performance nel 2013, con un ribasso intorno al 35% e quotazioni quasi dimezzate al Cbot rispetto al picco di 831,25 dollari per bushel del 21 agosto 2012. I particolari nel servizio del Sole24Ore in edicola questa mattina.

 
Meno maiali nelle stalle
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