Accordo Moscato riunione 8 novembre

12/11/2010

Nel corso di questi anni l’accordo interprofessionale per il Moscato si è dimostrato uno strumento valido. Attraverso lo stesso si sia potuto regolamentare le produzioni in base alla reale domanda di uve moscato da parte dell’industria, al punto di essere preso a modello per altre produzioni quali il Brachetto e il Gavi.

“Tutto questo – ha affermato il presidente di Confagricoltura Alessandria Gian Paolo Coscia – significa, per la denominazione dell’Asti, se si vogliono ottenere risultati importanti ed obbiettivi ambiziosi, che tutta la filiera deve essere coinvolta”.

Dall’incontro tra gli addetti ai lavori dell’8 novembre scorso presso il Consorzio dell’Asti sono emersi dati positivi per quanto riguarda la vendita dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti: in particolare si è registrata una crescita in percentuale pari a circa il 30% per ciò che riguarda le vendite negli Stati Uniti e in Russia, mentre il dato finale delle vendite totali effettuate nel 2009 “parla” di 74 milioni di bottiglie di Asti Spumante e 20 milioni di quelle di Moscato tappo raso.

L’incontro, voluto dal Consorzio, oltre a fornire questi dati significativi aveva come scopo l’apertura di una riflessione sulle prospettive di mercato dell’Asti legate al futuro prossimo.

Gli industriali e il presidente del Consorzio hanno espresso un serio timore per ciò che riguarda un eventuale rischidi carenza di prodotto a fronte di un aumento delle richieste, aumento previsto per i prossimi anni soprattutto sul mercato internazionale.

Altra preoccupazione l’aumento, sia in Italia che all’estero, delle superfici impiantate a Moscato, potenziali produttrici di vini che possono entrare in competizione con il prodotto tipico della nostra Regione.

Il quesito che ci si è posti nel corso dell’incontro riguarda principalmente come gestire la domanda dei prossimi anni, in particolare se e come incrementare la produzione di Moscato di Asti. Il tavolo si è chiesto se è opportuno aumentare le superfici superando l’attuale blocco a nuovi impianti oppure aumentare la produzione attraverso l’incremento delle rese previste dal disciplinare.

“È dunque indispensabile – ha affermato Coscia - gestire in modo serio e concreto il discorso dell’aumento delle produzioni. I vantaggi devono ricadere positivamente sui produttori agricoli che, ora più che mai, devono essere coesi. A fronte dell’aumento di prodotto deve essere anche mantenuta la qualità del prodotto, partendo dal presupposto che la Docg dell’Asti non è assimilabile a nessun altro generico moscato e che il suo legame con il territorio è il fondamento per il suo riconoscimento a livello mondiale”.