ROMA - ASSEMBLEA DI CONFAGRICOLTURA - Vogliamo più Europa e più mondo

07/01/2014

Ribadiamo lo spirito europeista e l’attenzione alla globalizzazione della nostra Organizzazione e delle nostre imprese, che vogliono più Europa e più mondo. L’agricoltura, che ha un ruolo centrale nelle politiche europee, dovrà averlo anche in quelle nazionali ». Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi aprendo i lavori dell’Assemblea - svoltasi a Roma all’Auditorium Via Veneto – incentrata sul tema “Svolta per l’Europa”. «Nella riforma delle politiche agricole comunitarie un ruolo centrale è assegnato alle scelte dei singoli Paesi. Occorre alzare il livello di attenzione oltre che sul fronte della negoziazione europea, anche – ha sollecitato il presidente di Confagricoltura – su quello del-la politica economica ed agricola nazionale». «Per l’Italia – ha spiegato – sono in ballo 5 miliardi di euro l’anno da abbinare, o meglio accoppiare, per usare un termine agricolo, ad accorte e funzionali strategie pubbliche e private di medio e lungo periodo per il settore primario. Quello che chiediamo è la programmazione strategica che è mancata ed ha portato di fatto ad un indebolimento del sistema produttivo agricolo, l’esatto contrario dell’obiettivo della Pac». Ad avviso di Mario Guidi occorre guardare a Bruxelles, ma anche a Roma ed alle politiche regionali dei piani di sviluppo. Ha quindi contestato gli aiuti a “sovrastrutture”. «Le risorse devono andare solo alle imprese e non ai corpi intermedi, servono per rendere il settore produttivo più forte da qui al 2020». Un’esortazione al governo: «È il momento di lanciare un serio programma di politica agricola ed industriale, fatto di investimenti per ricerca, infrastrutture (ma solo quelle necessarie), innovazione». Per una svolta europea e nazionale. Alla carenza di programmazione si unisce la burocrazia. «Le risorse che giungono dall’UE – ha detto – si congiungono ai requisiti più che ai piani di sviluppo; non accompagnano la creazione di un mercato, ma la arrestano; non riescono ad essere promotrici di aziende più strutturate e di specializzazioni più avanzate». Ed ha aggiunto: «La burocratizzazione costringe ad una contesa interna tra settori, territori, piani nazionali e regionali, in cui si perde di vista la strategia che invece ci darebbe un risultato ben più alto del compromesso in qualche modo raggiunto ». «Vediamo - ha proseguito il presidente di Confagricoltura - francesi, belgi, spagnoli prendere le loro decisioni nazionali di attuazione e utilizzo delle risorse verso obiettivi ben precisi, collegare tutta la filiera produttiva, scegliere i settori su cui fare leva, e fare tutto ciò per tempo, con idee chiare. E noi siamo qui da mesi a discutere con i 21 assessori all’Agricoltura se avere un tavolo di condivisione delle scelte, a chiedere un raccordo tra le Regioni, a sollecitare di non fare la solita pioggia di micro finanziamenti inutili ai fini dello sviluppo, a piangere sui soldi della programmazione conclusa che dovremo restituire perché non impegnati». Quindi si è soffermato sulla fiscalità agricola: «L’esenzione dall’IMU – ha detto – è stata una buona cosa per le imprese, anche se le scelte della seconda rata non aiutano a far crescere l’agricoltura riproponendo un criterio soggettivo di selezione degli esentati. È stata una battaglia politica di cui diamo volentieri atto, rendendoci conto della enorme difficoltà a trovare le risorse che la consentissero. Ma c’è una buona ragione economica sottostante, e cioè la funzione del patrimonio fondiario agricolo, che è del tutto specifica perché strumentale e connaturata all’attività di impresa».
Ad avviso di Mario Guidi è giunto il momento di dare certezze: «Ora va definito un sistema che resista alle prossime leggi di stabilità e consolidi una fiscalità delle imprese giusta, equamente ripartita e proporzionata. Una fiscalità che non penalizzi, anzi incoraggi l’evoluzione societaria delle nostre realtà, che incoraggi gli investimenti e la nuova occupazione». «A Expo 2015 – ha detto in chiusura il presidente – ci faremo promotori di un dibattito che coinvolga le rappresentanze delle 140 realtà agricole mondiali presenti alla kermesse per una discussione unica. Per ribadire che l’agricoltura è il modello di sviluppo mondiale».
Di seguito il messaggio del Presidente del Consiglio Letta e gli interventi del sottosegretario Martina e del viceministro Dassù.
“Considero Expo 2015 un’occasione importante quanto le Olimpiadi a Roma del 1960 che mostrarono al mondo come il nostro Paese fosse ripartito dopo la guerra. Ora Expo 2015 dovrà far vedere come l’Italia saprà ripartire dalla crisi. Dell’Esposizione l’agricoltura è il pilastro comunicativo; il lavoro delle vostre imprese è fondamentale per far ripartire l’Italia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta in un videomessaggio che ha inviato all’assemblea di Confagricoltura. “Il mio – ha proseguito il capo del governo rivolgendosi ai dirigenti di Confagricoltura - è un incoraggiamento a continuare nel vostro lavoro di rappresentanza sociale ed economica, che svolgete in un momento difficile, anche in una sana dialettica con le istituzioni”. Con il videomessaggio di Letta si sono aperti i lavori della parte pubblica dell’assemblea dell’Organizzazione degli imprendi tori agricoli a cui sono intervenuti anche il sottosegretario alle Politiche agricole con delega a Expo 2015, Maurizio Martina, ed il vice ministro per gli Affari esteri, Marta Dassù. “Apprezzo il vostro approccio alle tematiche attinenti all’Unione europea, non ideologico, realista e non pessimista – ha esordito il sottosegretario Martina –. In un momento di crisi come l’attuale, guai a farsi prendere da smanie di smantellamento anche delle impalcature che servono per ricostruire. L’agricoltura ha la cittadinanza mondo e non può chiudersi in se stessa”. Martina ha anche criticato un certo provincialismo che impera tra coloro che si interrogano sulla validità di una kermesse come Expo 2015, convinti del fatto che oggi non serva uno spazio fisico per vedere le novità del mondo. Ci piace farci del male da soli – ha lasciato intendere – cosa che non hanno fatto i cinesi con Shanghai 2010 e chi già pensa a Dubai 2020. Il sottosegretario si è anche soffermato sulla questione delle assicurazioni agricole richiamando ripetutamente l’attenzione su questa importante partita in relazione alla nuova Pac. Martina ha poi parlato dei PSR sostenendo che sarebbe opportuno, prendendo spunto dai rischi connessi con il disimpegno delle somme, ripensare il titolo V della Costituzione. Ampiamente condivisa dal viceministro per gli Affari esteri, Marta Dassù, la relazione del presidente Guidi che “ha fornito una lettura concreta dell’Europa, di cui si parla troppo spesso, anche in politica, in maniera astratta”. “Tra nostalgici ‘padri fondatori’ e euroscettici, manca una visione realistica del significato di stare in Europa – ha detto il vice ministro. - Oggi ci troviamo di fronte ad una sfida molto importante, in cui avranno un peso determinante le prossime elezioni europee e la presidenza di turno italiana. La sfida è la crescita. E l’agricoltura potrà giocare una partita importante”. Un’agricoltura che il viceministro ritiene essenziale anche negli equilibri geopolitici mondiali, negli accordi commerciali, come quello recentemente stipulato con il Canada o come quello in via di definizione con gli Usa e riguardo al più ampio problema della sicurezza alimentare. “La riforma della Pac – ha continuato – poteva essere migliore, è vero, ma ha avuto il merito, grazie al Parlamento Europeo e al principio della codecisione, di spostare il predominio politico dal Nord Europa verso i Paesi del Mediterraneo e questo ci dà una grande opportunità”. Il settore agricolo, per il viceministro Dassù, ha un ruolo fondamentale non solo per la sua tradizione di grande eccellenze, ma per quello che svolgerà infuturo, soprattutto se saprà consolidarsi dal punto di vista tecnologico. E citando Ilary Clinton che recentemente ha detto ‘Se non fossimo distratti dalla crisi finanziaria dovremmo occuparci di agricoltura’, Dassù ha ribadito: “Tutti dovremmo convincerci di quanto sia importante l’agricoltura, avere fiducia e attrezzarci per questa sfida”. Expo’ 2015 sarà il banco di prova. Il viceministro ha detto che non dovrà essere una fiera e neppure solo un occasione di agribusiness, ma un’opportunità per tutto il Paese. “Si focalizzerà il tema della ‘food security’ e della ‘food safety’, cercheremo di firmare un protocollo contro gli sprechi alimentari, che sono un oltraggio al problema della fame nel mondo, e valorizzeremo il ruolo delle donne che sono il perno dell’agricoltura”. Il vice-ministro ha concluso il suo intervento accogliendo l’invito del presidente Guidi al governo per impegnarsi in maniera razionale con il sistema delle imprese per un progetto strategico che veda l’agricoltura al centro crescita dell’Europa e non solo.