Il ruolo strategico dell’agricoltura

03/12/2012

È stata occasione di un confronto a tutto campo su lavoro, occupazione e produttività nel settore agricolo il convegno organizzato da Confagricoltura il 7 novembre scorso a Roma presso il Tempio di Adriano, al quale hanno preso parte i ministri dello sviluppo economico Corrado Passera, della semplificazione Filippo Patroni Griffi e del lavoro Elsa Fornero ed il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. D’altronde, come ha detto il presidente Mario Guidi chiudendo la giornata: “Il nostro lavoro più difficile è farci conoscere, far capire cosa sia realmente l’agricoltura”. Un compito a cui ha contribuito la relazione del centro studi confederale, illustrata subito dopo il saluto ai partecipanti del direttore generale Luigi Mastrobuono e che ha dato conto di un’imprenditoria agricola che crea lavoro nonostante la crisi, esporta e fa innovazione. Un settore in cui l’indice di ricambio generazionale è ancora “molto, molto basso”, come ha fatto presente il presidente dell’Anga Nicola Motolese, ma nel quale il 43% della manodopera è sotto i 40 anni e le donne sono molto meglio rappresentante rispetto ad altri comparti, raggiungendo quasi la metà del totale degli imprenditori agricoli, secondo quanto testimoniato dalla presidente di Confagricoltura Donna Marina di Muzio. “Fate bene a smontare i luoghi comuni che vi riguardano” ha affermato il ministro Passera, rilevando che “quando si parla di come rendere l’Italia più forte si arriva sempre al vostro settore. L’agricoltura italiana ha fatto le scelte giuste per superare la crisi, ma molto altro può essere ancora fatto in termini di internazionalizzazione ed innovazione” ha aggiunto il ministro, ricordando alcuni dei provvedimenti assunti dal governo Monti su questi temi. Passera ha anche fatto un accenno alla legge di stabilità, auspicando che possa essere mantenuta per la tassazione delle società agricole, la possibilità di scegliere se farla in base al reddito o su base catastale. Il presidente dell’Inps Mastrapasqua non ha nascosto, nel suo intervento, alcune criticità del settore, sottolineando come una serie di direttori dell’istituto “sono costretti da anni a vivere sotto scorta”. “A chi conviene mantenere l’illegalità?”, si è chiesto Mastrapasqua, invitando le imprese agricole a “debellarla, altrimenti l’agricoltura continuerà ad essere conosciuta più per questo che per i dati che avete illustrato”. Quanto ai voucher, per Mastrapasqua non hanno destrutturato nessun rapporto di lavoro, anzi hanno fatto emergere lavoro nero. “La Confagricoltura non favorisce in alcun modo gli abusi, perchè vanno contro la competitività, la distorcono”, ha brevemente replicato Guidi, secondo il quale, rispetto al problema delle “aziende fittizie”, “ci sono tutti gli elementi per controllare. Le aziende che danno manodopera sono 200 mila; questo è il dato su cui basarsi”. Il ministro Patroni Griffi ha incentrato il suo intervento sul tema della semplificazione, ricordando le norme già introdotte col primo decreto in materia e quelle che dovranno ancora essere discusse in Parlamento. In particolare, il Ministro ha sottolineato che “bisogna sfatare l’equazione ‘semplificazione uguale minore tutela’. La semplificazione non tocca le tutele - ha asserito - ma riguarda gli oneri informativi, sui quali bisogna e si deve intervenire”. La giornata di lavori si è conclusa con una tavola rotonda a cui hanno preso parte, oltre al presidente Guidi, il ministro Fornero, Paolo Carcassi della UIL, Elena Lattuada della Cgil, Giorgio Santini della Cisl e Pierangelo Albini della Confindustria. Nella sua breve introduzione, Guidi ha fatto presente come la concertazione abbia un valore se funzionale ai risultati. “Se invece è una liturgia è meglio che non ci sia. Comunque, qualunque sia la forma scelta per il dialogo, vorrei che il governo tenesse presente che le organizzazioni datoriali e sindacali hanno conoscenza, sapere e abilità tecnica e li utilizzasse” ha detto rivolgendosi alla Fornero. Quest’ultima, dopo aver pronunciato un’arringa a favore di un’agricoltura fortemente tipizzata, rappresentata al meglio, a suo dire, da manifestazioni come il “Salone del gusto” di Torino, ed aver espresso qualche perplessità sull’innovazione di prodotto “che può presentare dei rischi”, è entrata nel merito di alcune questioni riguardanti il lavoro in agricoltura. In particolare, è tornata a spiegare i motivi per cui l’agricoltura è stata esclusa dalla riforma degli ammortizzatori sociali. “Un tema su cui, però - ha aggiunto - una riflessione va fatta, con mentalità aperta, ma tenendo conto anche del fatto che questi ammortizzatori nel settore non sempre sono stati utilizzati nel modo più corretto”. “In questo senso - ha continuato, accolta da numerosi mormorii in sala - “occorre ridiscutere gli abbattimenti dei contributi previdenziali nelle zone svantaggiate. A gennaio, potremmo cominciare un percorso comune su questi temi, aprendo un tavolo sul mercato del lavoro agricolo”, ha concluso il Ministro. Una proposta che è stata accolta con favore da tutti i partecipanti alla tavola rotonda, i quali hanno però fatto presente come le Organizzazioni datoriali e dei lavoratori abbiano già presentato una loro proposta al Governo, quella contenuta nell’avviso comune sottoscritto all’inizio del 2012 dalle parti, che deve necessariamente costituire la base del confronto. “Quanto agli abusi - ha rimarcato Guidi concludendo - “diamo per assodato che ci sono, combattiamoli, ma smettiamo di parlare solo di quelli. Per rispetto alle 200 mila imprese che esportano e creano lavoro, parliamo piuttosto di come si costruisce un modello di lavoro e di crescita in agricoltura”.