Annuario Inea

23/12/2010

“Il 2010 si rivela davvero in chiaroscuro per l’agricoltura italiana. In un anno cominciato in salita, si avvertono i primi segnali di miglioramento che fanno ben sperare per il 2011”. Lo sottolinea Confagricoltura commentando i dati emersi dall’Annuario dell’agricoltura Italiana presentati oggi da Inea, ed in particolare l’aumento in termini reali del valore aggiunto del settore stimato in un + 0,9% per il 2010 rispetto all’anno precedente.

 

“Quanto emerge dalle prime stime Inea, in linea con le nostre previsioni, è senz’altro una buona notizia - aggiunge Confagricoltura - anche se la strada da recuperare è lunga (si sono persi negli ultimi sei anni due miliardi di euro di valore aggiunto, cioè il 7% circa di arretramento dal 2004) e negli ultimi due trimestri l’Istat ha ufficializzato un calo congiunturale del valore aggiunto in termini reali del 3,1% e dell’1,2%”.

 

“Indubbiamente - osserva Confagricoltura - nelle ultime settimane si è registrato un positivo andamento dei prezzi dei prodotti agricoli, cresciuti da settembre di circa il 3-4% ogni mese, ma contestualmente i costi sono aumentati ad un tasso decisamente inferiore, pari allo 0,5% mensile. E va anche ricordato che dal 2000 ad oggi i listini agricoli sono aumentati all’incirca del 20% ed i costi di oltre il 30%”.

 

L'andamento dell'occupazione nel settore registra un'ulteriore flessione, sebbene di entità piuttosto modesta (-0,3%) - che influisce negativamente sul reddito per addetto come ha rilevato ieri Eurostat - mentre cresce l’occupazione di manodopera straniera (+5%). La tenuta occupazionale, nonostante la crisi è un segnale positivo che va sottolineato così come il carattere inclusivo dell’agricoltura rispetto ai lavoratori di altri paesi.

 

Confagricoltura valuta poi estremamente positivo l’andamento dell’export di prodotti agricoli che, nei primi dieci mesi dell’anno, è cresciuto in valore di oltre il 20%, mentre le esportazioni complessive del Paese sono cresciute, nello stesso periodo, meno del 15%. “E’ un dato importante perché segnala quanto spazio ancora da occupare ci sia sui mercati esteri per i nostri prodotti”.