Amare Terre: una voce a difesa del territorio

18/11/2011

Il Consiglio di Amministrazione di Amare Terre, ha ritenuto di convocare l’11 novembre scorso, una conferenza stampa per lanciare l’ennesimo grido di allarme.
Il Presidente Ugo Cei, ha informato i convenuti che il rischio corso in questi ultimi giorni ci ha fatto rivivere il dramma e i momenti del passato e ci ha fatto sentire sempre più indifesi, fragili ed abbandonati, anche perché non abbiamo avuto ad oggi nessuna risposta dai nostri interlocutori.
Ha ricordato che la maggioranza dei corsi d’acqua provinciali ha manifestato fenomeni di esondazioni che, anche se concentrate territorialmente, hanno comportato la perdita totale delle colture già seminate per ingenti superfici, in particolare nei bacini del Bormida, dell’Orba, del Belbo, dello Scrivia e del Tanaro, senza considerare le rogge minori che hanno causato problemi diffusi sul territorio.
Sono ancora da valutare eventuali danni relativi all’impossibilità di eseguire le semine/trapianti autunno vernini. Purtroppo il maltempo ogni volta e con drammatica evidenza, danneggia gli agricoltoriche coltivano i terreni situati nell’area del nodo fluviale alessandrino. Infatti, al verificarsi delle esondazioni, la distruzione del lavoro fatto e dei frutti è totale.
Vengono compromesse le colture in atto, i prodotti stoccati in magazzino, i macchinari, le attrezzature, strutture e infrastrutture
e, talvolta, anche il bestiame.
L’incontro con la stampa, afferma Ugo Cei, è stato organizzato per ricordare all’opinione pubblica che il sacrificio di queste terre, sulle quali sono stati realizzati gli argini, ha permesso di mettere in sicurezza le popolazioni e i centri abitati (gli
agricoltori sono per altro contenti di aver contribuito alla maggior sicurezza delle città).
L’Associazione “Amare Terre” durante tutto quest’anno, ha denunciato ripetutamente il danno patito dai terreni e dalle aziende agricole a causa della realizzazione delle opere di difesa. La denuncia è stata fatta alle autorità competenti, in primis alla Regione Piemonte, con molteplici incontri con i tecnici preposti e personalmente con l’Assessore Claudio Sacchetto.
In tutte le azioni intraprese con gli enti preposti, l’Associazione ha messo al primo posto tra le richieste l’impegno dell’ente
pubblico di porre in atto un programma puntuale di manutenzione, di ricalibratura e pulizia di tutti i corsi d’acqua, primari e secondari. Questi interventi, se attuati, restituirebbero l’originaria portata dei corsi d’acqua con il risultato di contenere fortemente le esondazioni e di permettere d’altro canto un più celere rientro delle acque negli alvei naturali.
Il disagio e il dramma che puntualmente vivono i proprietari di queste terre e le aziende agricole che vi operano è aggravato dal fatto che queste aree definite “golenali” non rientrano tra quelle assicurabili e quindi, oltre al danno vi è anche la beffa di non ricevere alcun rimborso.
Anche su questo punto “Amare Terre” si sta battendo con forza nei confronti della Regione Piemonte e dell’Ismea affinchè le colture praticate su queste terre possano essere assicurate con la stipula di specifiche polizze agevolate a copertura di tutti i rischi
possibili legati ad eventi atmosferici, ivi compreso l’evento alluvionale.
Le altre richieste avanzate da “Amare Terre” sono:
• mettere in sicurezza di tutti i centri aziendali e gli insediamenti abitativi che di fatto sono racchiusi tra il fiume e l’argine, con la realizzazione di opere protettive;
• prevedere la rilocalizzazione dei centri aziendali, così come avvenuto per altri comparti, con l’erogazione di contributi a fondo perduto a totale carico della collettività;
• riconoscere a queste terre lo status di zone svantaggiate ai sensi della legge regionale n. 19/2003.
L’Associazione “Amare Terre” ha programmato una serie di incontri con tutte le massime autorità (Regione Piemonte, Aipo, Prefetto, Provincia), per ribadire loro, per l’ennesima volta, le richieste già fatte. Qualora non vengano fornite precise assicurazioni alle proprie istanze, l’Associazione intraprenderà tutte le azioni legali tendenti al risarcimento dei danni, che le aziende agricole ivi insediate hanno subito e continuano a subire ogni volta che si verifica uno straordinario evento climatico, purtroppo non così infrequente.