In breve del 3 Marzo 2014

03/03/2014

OGM: riprendono le discussioni a livello comunitario sulle autorizzazioni
Oggi (lunedì 3 marzo) i ministri dell’ambiente dei 28 paesi dell’UE si trovano nuovamente a discutere, dopo l’interruzione di quasi due anni fa, della proposta di direttiva della Commissione che propone una politica di autorizzazione a` la carte per la messa in coltura degli organismi geneticamente modificati. In pratica si tratterebbe di disciplinare, attraverso una direttiva, la liberta` da parte dei singoli Stati membri di autorizzazione o meno la coltivazione di ogm sul proprio territorio per ragioni diverse da quelle ambientali o di salute pubblica. La proposta, già dibattuta a livello interistituzionale nel 2011, era stata bloccata nel 2012, sotto presidenza danese, per il voto contrario in particolare del Regno Unito. Intanto la Francia “fa da se´”, avendo presentato una proposta di decreto ministeriale volto a vietare la coltivazione del mais MON810 in territorio francese (il MON810 e` l’unico tipo di mais geneticamente modificato autorizzato a livello europeo e già coltivato da anni, soprattutto in Spagna). Intanto la Commissione sembra invece voler ritardare ulteriormente l’autorizzazione, comunque “obbligata” dopo il non voto del Consiglio UE, della coltivazione del mais geneticamente modificato 1507. Cinque Commissari infatti avrebbero manifestato la loro contrarietà (i Commissari francese, greco, austriaco, lussemburghese e polacco). Se questa opposizione non impedisce formalmente alla Commissione l’adozione finale della decisione di autorizzazione, crea tuttavia non pochi problemi politici, acuiti in virtù delle prossime elezioni europee (22-25 maggio) e del rinnovo della Commissione stessa (al momento previsto a novembre). Sembra quindi più che probabile che l’autorizzazione non vedrà la luca prima di giugno, a essere ottimisti. La Commissione, infatti, non ha alcun limite temporale da rispettare.


SISTRI: confermata l’esclusione degli imprenditori agricoli
Il Ministero dell’Ambiente, in vista dell’ormai imminente scadenza di oggi (3 marzo 2014) per l’entrata in operatività del SISTRI in capo ai produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi ha trasmesso al Tavolo di monitoraggio e concertazione SISTRI la bozza di decreto aggiornata che a breve dovrebbe essere firmata. Di particolare interesse nell’ulteriore versione della bozza di decreto continua ad essere la puntualizzazione delle categorie obbligate ad aderire a SISTRI per il settore agricolo. La norma conferma l’esclusione degli enti e delle imprese che producono rifiuti speciali pericolosi da attività di cui all’art. 2135 del codice civile a patto che conferiscano i propri rifiuti nell’ambito di circuiti organizzati di raccolta; mentre vengono inclusi tra i soggetti obbligati a SISTRI gli enti e le imprese (non rientranti nella definizione di imprenditore agricolo di cui all’art 2135 del codice civile) che sono produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi derivanti dall’attività agricola e agroindustriale, esercitata al di fuori dei limiti soggettivi ed oggettivi previsti dal citato art. 2135.