Riforma del lavoro

02/05/2012

Il tema della riforma del mercato del lavoro interessa e preoccupa le nostre imprese di medie-grandi dimensioni, condotte anche in forma di società di capitali, che occupano manodopera dipendente in modo strutturale e rilevante”.
lo afferma il nostro presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, esprimendo
“preoccupazione” per “le disposizioni che riguardano la cosiddetta flessibilità in entrata.
L’intervento sulle tipologie contrattuali previsto dal disegno di legge,
non si limita soltanto a razionalizzare la vigente normativa al fine di limitare possibili abusi, ma restringe eccessivamente la possibilità di utilizzare alcune tipologie contrattuali, quali ad esempio le collaborazioni a progetto o le prestazioni rese da titolari di partita iva. Per quanto riguarda, in particolare i contratti a tempo determinato (che in agricoltura rappresentano la regola e non l’eccezione),il testo del disegno di legge non precisa l’esclusione dall’ambito di applicazione dell’aumento contributivo dell’1,4% dei rapporti di lavoro con gli operai agricoli a tempo determinato, lasciando margini di ambiguità. “Rifarsi ad un decreto del 1963 per definire le attività stagionali escluse dall’aumento contributivo, rischia di ingenerare confusione e di non ricomprendere le lavorazioni stagionali svolte dalle aziende più moderne e innovative: in 50 anni il mondo agricolo è cambiato. Confagricoltura è dell’opinione che il provvedimento vada esaminato ed approvato rapidamente dal parlamento, seppur consentendo una serena discussione dei punti ancora controversi, per rafforzare così l’efficacia di una riforma necessaria ed urgente”.