In breve del 24 Ottobre 2014

24/10/2014

Latte: cresce la produzione, calano i consumi
La produzione mondiale di latte continua ad aumentare, sfiorando il 5% nei primi sette mesi del 2014 su base annua (considerando i primi 4 paesi esportatori).  Nello stesso periodo le consegne dei 28 paesi UE sono cresciute del 5,4%. Lo evidenzia Ismea nell’ultimo report sul comparto lattiero caseario pubblicato nei giorni scorsi. Gli scambi internazionali di prodotti lattiero caseari sono rimasti dinamici per tutta la prima metà del 2014, ma nel corso dell'estate si è assistito ad un rallentamento sia a causa dell'embargo russo sia per le minori richieste da parte della Cina. Il mercato lattiero caseario mondiale sta accusando le conseguenze di un'offerta abbondante, con prezzi in forte flessione per tutti i principali prodotti e su tutti i centri di scambio internazionali. Il recupero del dollaro ha, tuttavia, ridotto il gap di competitività dei prodotti europei, incentivando le esportazioni comunitarie.

Disponendo di un notevole surplus produttivo, l'UE ha nettamente aumentato le esportazioni di commodity lattiero casearie nel corso del primo semestre 2014 (latte in polvere scremato +62%, latte intero in polvere +20% e burro +24%).

Per quanto riguarda l’Italia nel terzo trimestre è proseguito a ritmo sostenuto il declino del mercato lattiero caseario nazionale, (indice Ismea dei prezzi all'origine: -3,7% su base congiunturale e -0,7% su base tendenziale), principalmente a causa del persistente calo dei prezzi dei formaggi grana. Le consegne ai caseifici (non rettificate) della campagna in corso sono in aumento del 3,4% rispetto periodo aprile-luglio del 2013. I costi di allevamento dei bovini stanno progressivamente calando (indice Ismea del terzo trimestre -3,9% su base tendenziale), soprattutto grazie alla flessione dei prezzi dei mangimi. Acquisti domestici di prodotti lattiero caseari ancora in flessione, soprattutto di latte fresco (-7,0% in quantità nei primi otto mesi del 2014) e formaggi (-1,9% in quantità). L'export di formaggi e latticini italiani è aumentato del 7,7% in volume e +9,8% in valore nel primo semestre 2014; in calo l'import di latte, sia in cisterna (-3,0%) sia confezionato (-13,3%).

Scende il valore del latte “indicizzato”
Il valore del latte piemontese, calcolato sulla base di un meccanismo messo a punto dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che prende come riferimento le quotazioni di alcuni mezzi tecnici di produzione, del costo dell'energia e dei prezzi di alcuni prodotti trasformati (cosiddetto “prezzo indicizzato”), per il mese di settembre 2014 è fissato a 37,357 centesimi al litro, contro i 38,770 centesimi di agosto. A dicembre 2013 l’indice fissava il prezzo a 43,851 centesimi al litro. Secondo le indicazioni dell’Università di Piacenza “la riduzione dell’indice che simula il valore del latte alla stalla si è notevolmente accentuata in settembre, allorché si registra una variazione negativa di oltre 4 punti base, pari al 3,6%; per trovare
un ripiegamento analogo si deve tornare al giugno 2010, ma mentre allora la causa era stata episodica, la riduzione attuale deriva da una tendenza negativa di tutte e tre le componenti del paniere, sebbene con diversa intensità. In primo luogo si osserva un calo di oltre 6 punti percentuali della componente internazionale, che ripete così la performance osservata in agosto. Ora come allora incidono soprattutto i cali della polvere sia scremata che intera: la parziale mitigazione della perdita relativa a quest’ultima è compensata da un’inversione di segno per l’Edam tedesco, che dopo due mesi con segno positivo è tornato a perdere terreno; peraltro anche la riduzione del listino del Cheddar si intensifica. In tal modo il sotto-paniere “europeo”, che già ad agosto aveva quasi raddoppiato lo scarto negativo rispetto a luglio passando da -11% a -26%, perde nel raffronto a dodici mesi altri 6 punti percentuali”.