Come ogni anno, giunti al mese di dicembre è normale tornare con il pensiero

01/12/2015

Come ogni anno, giunti al mese di dicembre è normale tornare con il pensiero a ciò che è successo in questi ultimi 12 mesi.
L’anno si era aperto con le vibranti proteste di Agrinsieme contro l’eccessiva tassazione che vessava le aziende agricole e in particolare contro l’IMU agricola.
Dobbiamo dire che questa battaglia è stata vinta dal nostro Sindacato, da subito sulle barricate contro questa imposta, avendo capito quale era l’impatto sul territorio rurale. E anche se adesso altri si proclamano vincitori, io non mi ricordo bandiere gialle che manifestavano contro l’IMU.
Il 2015 è stato naturalmente l’anno dell’Expo a Milano, che tante aspettative aveva alimentato nel mondo agricolo e non solo. La manifestazione è stata sicuramente un successo organizzativo e di pubblico e il nostro Paese ha ben figurato. Per fortuna l’evento è stato anche risparmiato da attentati terroristici che invece hanno colpito poco tempo fa la città di Parigi. In attesa di conoscere i conti, sempre ammesso che saranno resi pubblici, dobbiamo ora ragionare sulle ricadute e sui messaggi che Expo ha lasciato.
Non mi pare che il Piemonte abbia beneficiato in modo considerevole dei vantaggi economici che l’indotto turistico di Expo ha in maniera più massiccia riversato sulla Lombardia.
La notevole attività che Confagricoltura ha sviluppato sia all’interno dell’Esposizione Universale, sia nella prestigiosa sede della Casa degli Atellani, ha consentito di stringere una fitta rete di contatti a livello internazionale, che si stanno rivelando molto utili.
Per quanto riguarda la campagna agraria, ricorderemo il 2015 per i prezzi bassi di tutti i cereali e per le produzioni non eccelse, con l’eccezione di alcune zone risicole.
Anche però per una straordinaria vendemmia in tutta la nostra regione, sperando che questa eccezionale qualità sia accompagnata da prezzi remunerativi.
Le note dolenti sono ancora una volta per quasi tutti gli allevatori, che combattono ancora contro prezzi al di sotto dei costi di produzione.
In tutti questi settori, l’unica soluzione possibile è l’aggregazione dell’offerta, l’eliminazione dei troppi passaggi che al momento penalizzano l’anello più debole della catena, noi agricoltori.
Per discutere di tutti questi temi, ma soprattutto del futuro, vi aspetto numerosi alle Assemblee di Zona e vi auguro di cuore un sereno Natale e un felice anno nuovo, portatore finalmente di soddisfazioni per le nostre aziende e per le nostre famiglie.

Luca Brondelli