Sorprese autunnali

02/11/2016

La scorsa settimana (ndr. metà ottobre), il Parlamento ha analizzato per la prima volta la Legge di Bilancio, che contiene anche alcune novità per il nostro settore, ma ha soprattutto approvato il Disegno di Legge cosiddetto sul “Caporalato” che modifica in modo sostanziale, e sicuramente non in meglio, i rapporti fra le nostre aziende e i nostri dipendenti. Nessuno mette in dubbio che i diritti dei lavoratori, agricoli e non, debbano essere tutelati in ogni modo possibile, specialmente quando assistiamo in alcune zone della nostra penisola, a situazioni che non si dovrebbero più verificare in un Paese civile. Questo è bene ribadirlo con fermezza. Non si può neanche pensare che, dopo l’approvazione di questa legge, i datori di lavoro siano esposti a sanzioni spropositate. Eppure, nonostante Confagricoltura abbia immediatamente segnalato la necessità di modificare alcune parti della norma, il testo è stato integralmente approvato dal Parlamento, lasciando il dubbio che forse molti parlamentari abbiano sottovalutato l’impatto che tale norma potrà avere sul mondo del lavoro. Altri entreranno nello specifico su questo tema in questo numero del giornale, ma mi premeva segnalare che i datori di lavoro ora rischiano di essere accusati di sfruttamento dei lavoratori, con amplissima discrezionalità da parte del giudice penale anche per una dimenticanza o per un errore burocratico, con una criminalizzazione dell’imprenditoria italiana che non ha precedenti negli altri Paesi d’Europa. Per non parlare dell’introduzione di una sorta di premialità per gli imprenditori che denunciano i colleghi sospettati di non rispettare le regole, con una modalità finora riservata a terroristi e mafiosi. Confagricoltura si batterà per modificare l’articolo 1 di questa legge, anzi lo sta già facendo. Certo che sarebbe lavoro meno difficile se a fare questa battaglia fossero anche le altre Organizzazioni agricole che, o per il loro proverbiale collateralismo, o per motivi politici, magari sperando di poter avere da questa norma più lavoro per i propri uffici, hanno mantenuto posizioni defilate oppure, peggio, come la Coltivatori Diretti, hanno parlato di “restituita dignità al lavoro agricolo”. Forse dopo le prime sanzioni, i loro soci le faranno cambiare parere.

Luca Brondelli