Confagricoltura Veneto sul miglioramento genetico (CIS genesi e Genome editing)

03/02/2016

Tecniche innovative di miglioramento genetico (CIS genesi e Genome editing), identiche alle naturali trasformazioni che spontaneamente avvengono in natura.

Giovedì 4 febbraio: L’innovazione in viticoltura tra conservazione e progresso.

E’ indubbio che la ricerca e l’innovazione stiano alla base della crescita umana, sociale e produttiva. In questo contesto, Confagricoltura ha da tempo sostenuto la necessità di uno sviluppo che sappia armonicamente coniugare le nuove frontiere della ricerca e delle tecnologie con il rispetto dell’ambiente e del territorio. Pertanto Confagricoltura ha sottolineato con vivo piacere la recente apertura del Ministro Maurizio Martina alle biotecnologie.

Un esempio evidente di come le biotecnologie possono influenzare positivamente l’attività agricola sarà illustrata e dibattuta in un importante incontro in  Fieragricola di Verona, Giovedì 4 febbraio nell’Area Forum del Padiglione 12 dalle ore 11. Dopo l’introduzione di Lorenzo Nicoli, Presidente Confagricoltura Veneto e il saluto del Vice Presidente di Veronafiere Guidalberto di Canossa, seguiranno i qualificati interventi di Diego Tomasi (Direttore CREA-VIT di Conegliano) di Barbara de Nardi (Ricercatrice CREA-VIT di Conegliano) e di Mario Pezzotti (Professore Università di Verona) che illustreranno le possibili applicazioni della CIS Genica e del Genome Editing nella vite. Le conclusioni saranno a cura di Giangiacomo Bonaldi, Membro di Giunta di Confagricoltura nazionale.

Si tratterà di un evento di notevole livello stante la caratura dei relatori e del tema trattato. La viticoltura in Italia e nel Veneto rappresenta un importante comparto agricolo che muove notevoli interessi economici con risvolti positivi nell’export e nell’immagine del made in Italy. Attualmente sono iscritte al Registro Nazionale delle Varietà di Vite sono 504 varietà da vino delle quali l’86% autoctone (in Francia e in Spagna comprese quelle da uva da tavola sono rispettivamente 341 e 238), con un ritmo di iscrizione negli ultimi dieci anni di oltre 10 varietà recuperate all’anno.

Da questo patrimonio e dalla diversità delle condizioni pedo-climatiche derivano le 540 denominazioni italiane (DOP e IGP). Questo è stato possibile grazie all’aggiornamento scientifico e alla viticoltura di precisione.

Contemporaneamente sfruttando il rapido sviluppo delle tecniche genetiche, l’Italia assieme alla Francia ha sequenziato il genoma della vite (composto di oltre 25.000 geni). Da qui è iniziata una grande attività di ricerca che ha permesso di utilizzare la conoscenza del genoma anche nell’ambito di numerose altre applicazioni di carattere fisiologico.

Secondo il Direttore del CREA-VIT di Conegliano Diego Tomasi: “Nell’ultimo decennio il cittadino, il consumatore, ma anche il viticoltore, hanno maturato una nuova sensibilità nei confronti della viticoltura, esprimendo sempre più la volontà di portarsi verso una viticoltura che non inquini e non sia impattante. Per fare questo si è operato con grande convinzione verso attrezzature sempre più efficaci, principi attivi meno pericolosi, piani di difesa meno aggressivi, prodotti stimolanti le difese della pianta, confusione sessuale. Questo è un dato incontestabile del nuovo modo di gestire i vigneti.”

Le nuove frontiere sono quelle offerte da tecniche innovative di miglioramento genetico (CIS genesi e Genome editing), identiche alle naturali trasformazioni che spontaneamente avvengono in natura, ma accelerandone enormemente i tempi. Queste sono tecniche “pulite”, non OGM che mantengono intatta l’identità genetica della pianta e dunque la tipicità del prodotto.

I nuovi vitigni ottenuti dall’Università di Udine (ma anche in Francia, Germania, Svizzera per un totale complessivo oggi di circa trentacinque nuove varietà resistenti), sono un esempio di come il miglioramento genetico può dare una risposta concreta alle necessità produttive dell’agricoltore che è sempre più attento all’ambiente e a quella del cittadino e del consumatore verso la qualità e la salubrità dei cibi.

Mestre – Venezia, 1 febbraio 2016