Limitazione del rame per la difesa delle colture

11/05/2016

Solo 6 kg di rame all’ettaro all’anno: non di più. Questa è una delle principali novità introdotte nei disciplinari di produzione integrata che le aziende che aderiscono all’Operazione 10.1.1 – agricoltura integrata (la nuova versione della 2078, per meglio intenderci), devono rispettare. Oggi questo apporto massimo per ettaro per anno è vincolo obbligatorio le aziende aderenti ai programmi agroambientali, ma vi sono ipotesi che queste limitazioni siano introdotte nelle etichette dei prodotti fitosanitari che contengono rame, estendendo quindi il limite all’utilizzo generale del rame da parte di tutti gli agricoltori. D’altra parte gli operatori biologici già da alcuni anni fanno i conti con limitazioni analoghe.
La ragione della limitazione è di natura ambientale: il rame è un metallo pesante che può provocare seri problemi di inquinamento. Parte del rame distribuito cade sul terreni, in misura maggiore o minore a seconda della dose che adoperiamo e della concentrazione nell’acqua con cui viene distribuito, dello sviluppo vegetativo delle colture, dell’efficienza dell’irroratrice (ulteriore motivo per la sua perfetta regolazione, meglio se effettuata tramite uno dei nostri centri abilitati) e delle condizioni meteorologiche durante e successive al trattamento (vento, piogge).
Questa limitazione ha effetti particolarmente problematici su colture quali la vite, il pomodoro da industria e la patata: il rame, per la difesa di queste colture da peronospora (e da altre malattie) è sempre stato il prodotto leader.
A partire dal 2016 la limitazione prevede, come detto, un utilizzo annuale di non più di 6 kg all’ettaro (appunto all’anno) di rame metallo; il limite di 6 kg deve essere rispettato sommando tutte le distribuzioni del rame metallo contenuto nei vari fungicidi, sia quelli a base di solo rame, sia ove il rame è presente in miscela con altre sostanze attive.
In pratica quali parametri considerare per il rispetto del limite? Ad esempio per la difesa del vigneto (ma potrebbe essere anche pomodoro o patata) occorre effettuare questi calcoli. Occorre leggere sull’etichetta di ciascun prodotto il contenuto in rame metallo.
Ad esempio: un tipo di poltiglia bordolese contiene 20 grammi di rame metallo per ogni etto di formulato: per ogni kg di formulato commerciale utilizzato si distribuiscono 200 grammi di rame.
Questo significa che alla dose minima di etichetta di 7 kg/ettaro di poltiglia, ad ogni trattamento si distribuiscono 1.4 kg di rame.
Per i formulati commerciali ove il rame sia contenuto in miscela con altre sostanze attive il calcolo è analogo: ad esempio un antiperonosporico oltre a una sostanza attiva sistemica (ad esempio) contiene anche 14.19 grammi di rame metallo da ossicloruro ogni 100 grammi di formulato commerciale: alla dose massima di etichetta di 5 kg di formulato commerciale all’ettaro si distribuiscono per ogni trattamento 709.5 grammi di rame metallico.
Semplificando il concetto, se un’azienda, magari in un’annata favorevole, utilizza poltiglia bordolese con 20 grammi di rame ogni 100 grammi di formulato per un totale di 3 trattamenti a 7 kg/all’ettaro per trattamento, alternati con 3 trattamenti del prodotto sistemico che contiene 14.19 grammi di rame metallo ogni 100 grammi di formulato commerciale, in totale apporta:

7 kg x 3 trattamenti x 0.200 grammi di rame
per kg di prodotto commerciale = 4.2 kg di rame metallo
cui si aggiungono
5 kg x 3 trattamenti x 0.1419 grammi di rame
per kg di prodotto commerciale = 2.1285 kg di rame metallo
La somma di questi apporti ammonta a
4.200+2.1285=6.3285 kg di rame metallo

È stato superato il limite ammesso dai disciplinari di produzione integrata. Occorre, quindi, cambiare strategia di difesa, andando a scegliere altri formulati commerciali che consentano di rispettare il limite di 6 kg/ettaro/anno. Negli ultimi anni le società fitochimiche hanno reso disponibili sali rameici di sempre maggiore efficacia, che consentono ottimi effetti fungicidi, assenza di fitotossicità e apporto di rame ridotto: la scelta deve cadere verso questi formulati per poter rispettare il limite di 6 kg/ettaro/anno in modo più semplice. Occorre anche considerare attentamente i corretti intervalli tra i trattamenti, in base all’andamento climatico e allo sviluppo della vegetazione e dell’uva.
I bollettini emessi quasi settimanalmente dal Condifesa e apposti nelle bacheche comunali e nei nostri uffici saranno senz’altro un utilissimo supporto decisionale, specialmente se verificata e discussa con i nostri tecnici la migliore strategia di intervento.

Marco Visca