Caporalato, Giansanti: legge giusta, ma vanno migliorati alcuni aspetti

19/10/2017

“L'intento perseguito dalla legge n.199/2016 - lotta al caporalato ed allo sfruttamento del lavoro - è sicuramente condivisibile; si tratta di una legge di civiltà”. Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla riunione odierna presso il MIPAAF, alla presenza dei ministri Maurizio Martina, Marco Minniti, Andrea Orlando e Giuliano Poletti. “Confagricoltura – ha proseguito Giansanti – non si é mai sottratta al confronto su temi scottanti come caporalato, lavoro nero, lavoro fittizio, sfruttamento del lavoro, anche quando pochi ne parlavano. Abbiamo anche sottoscritto avvisi comuni con i rappresentanti dei lavoratori e contribuito alle politiche e alle procedure per il controllo dell'immigrazione. L’anno scorso abbiamo sottoscritto il "Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro agricolo" e stiamo sostenendo la sua concreta attuazione nei territori individuati per la sperimentazione. Abbiamo altresì introdotto, all'interno della nostra Organizzazione, codici etici che impongono agli associati il rispetto delle norme sul lavoro a pena dell'esclusione dalla base associativa”.

La legge, però, a parere dell’Organizzazione agricola, presenta degli aspetti che possono essere migliorati, soprattutto nella parte repressiva, in modo da evitare il rischio di margini di discrezionalità nella sua applicazione.

Resta anche l’esigenza di incidere su criticità quali assenza di validi servizi di intermediazione sul lavoro (collocamento), insufficienza della rete di trasporto pubblico nelle aree rurali, sistema di vigilanza poco mirato, da cui il caporalato trae linfa vitale.
Confagricoltura ritiene, dunque, che potrebbero essere efficacemente coinvolti l’Eban e gli enti bilaterali territoriali, considerati la loro composizione ed il loro ruolo istituzionale, per favorire domanda ed offerta di lavoro di qualità in agricoltura.