Giansanti: una strategia economica al servizio delle imprese per la competitività dell'agroalimentare italiano

19/02/2019

Il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli interviene a “Le Rotonde di Garlasco” (PV)

“Ricerca, innovazione, competitività, proiezione sui mercati emergenti a livello mondiale, nuovi rapporti di filiera. Sono queste le chiavi di volta, per consentire ai nostri imprenditori di proseguire sulla strada del consolidamento e della crescita”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al convegno “Difendere e consolidare le prospettive economiche per le nostre imprese”, a Le Rotonde di Garlasco (PV) avvenuto ieri.

Giansanti ha ricordato che in Italia il valore aggiunto agricolo per ettaro è più del doppio della media dell’Unione europea. “Abbiamo la seconda industria manifatturiera in Europa, secondi solo alla Germania – ha proseguito - In campo turistico, siamo il primo Paese come numero di pernottamenti di turisti extraeuropei. Eppure la crescita economica complessiva ristagna e risulta da anni inferiore alla media UE”.

“I problemi vanno ricercati fuori dai cancelli delle imprese: nel contesto del funzionamento generale del sistema Paese”, ha rimarcato il presidente di Confagricoltura.

Costi superiori a quelli sostenuti dai nostri più diretti concorrenti, a partire dall’energia fino agli oneri previdenziali sul lavoro. Una burocrazia nel complesso inadeguata rispetto alle esigenze delle imprese. Una carenza infrastrutturale messa da ultimo in evidenza anche dalla Corte dei Conti e che costa circa 70 miliardi l’anno di export perduto (Rapporto Sace). Un ritardo difficile da colmare nell’innovazione digitale, a cominciare dalla scarsa o assente connessione a internet nelle aree rurali. Sono questi i vincoli che, a parere del presidente Giansanti, frenano la competitività delle imprese agricole.

“Manca da troppo tempo una visione a medio e lungo termine per il futuro del nostro settore – ha concluso Giansanti -. La politica agricola nazionale è ristretta alla gestione delle emergenze, come quelle che stiamo attraversando in questi giorni per l’olio d’oliva pugliese e per il pecorino sardo. Per dare una prospettiva economica alle nostre imprese c’è bisogno, invece, di strategia economica basata sulle loro esigenze, di u piano a lungo termine per l’intero sistema agroalimentare.”

Un piano strategico che consentirebbe di affrontare con più consapevolezza e autorità le tre scadenze, già fissate in calendario fino alla fine dell’anno, che condizioneranno le prospettive dell’agricoltura italiana ed europea. L’accordo, in programma nel mese di ottobre, tra i capi di Stato e di governo dell’Unione europea sul quadro finanziario per il periodo 2021-2027: “Puntiamo a garantire l’invarianza delle risorse destinate alla PAC rispetto ai tagli proposti dalla Commissione sia per i pagamenti diretti, sia per i programmi di sviluppo rurale”.

La riforma della PAC: “Siamo contrari al plafonamento, alla degressività applicata sugli aiuti diretti, alla convergenza esterna ed esterna dei trasferimenti perché la Pac è una politica economica e in quanto tale deve favorire la competitività delle imprese e l’efficienza dei processi produttivi”.

La Brexit: “Salgono le probabilità di un recesso del Regno Unito senza regole, che avrebbe effetti dirompenti sulle nostre esportazioni in questo Paese. Dovranno essere trovati nuovi mercati di sbocco fuori dall’Unione e, in quest’ottica, aumenterà la competizione diretta tra gli Stati membri”.