In breve del 4 Giugno 2014

04/06/2014

Il mercato dei cereali e dei semi oleosi
Continua la pressione al ribasso sul mercato del frumento tenero nazionale, soprattutto a Milano, dove il panificabile è calato di 3 euro/t (215 euro/t), così come tutte le altre categorie merceologiche. Ieri ha perso altri 3 euro/t, come si può leggere nel listino della Granaria di Milano collegandosi al link che segue

https://dl.dropboxusercontent.com/u/55109090/Listino%20Associazione%20Granaria%20di%20Milano.pdf

A Bologna il ribasso è di 1 euro/t (fino a 209,50 euro/t). I cali sono pienamente attribuibili ai frumenti esteri, le cui disponibilità non mancano e il cui afflusso verso i molini nazionali non si arresta.

Del resto le prospettive per il raccolto 2014 sono positive e le borse a termine internazionali prevedono in sostanza un bilancio di approvvigionamento attivo. A Parigi il future con scadenza novembre 2014 ha chiuso venerdì a 191,50 euro/t, a Chicago (luglio 2014) a 627,2 cent/bushel. Per trovare prezzi così bassi bisognerebbe tornare a fine febbraio.

In linea con le previsioni future ci sono anche le quotazioni attuali per il frumento francese: a Rouen (fob immediato) il prezzo di venerdì scorso era di 187 euro/t (-5 euro/t).

Quotazioni in calo su tutti i mercati. Le previsioni di raccolto sono favorevoli e gli stock attuali non suscitano preoccupazioni.

Per quanto riguarda il mais i mercati esteri fiacchi non potevano restare senza conseguenze per le piazze nazionali. Sia a Milano che a Bologna la settimana scorsa il granturco nazionale ha perso 1 euro/t. Ieri si sono registrati ulteriori flessioni. Cali analoghi o anche più pronunciati per il mais di origine estera.

Sui mercati a termine la tendenza è sempre al ribasso, ma con qualche ripensamento in corso d’opera. A Parigi il future di giugno ha chiuso a venerdì a 173,50 euro/t (per cui in rialzo) ma nel frattempo (al momento in cui scriviamo è lunedì 2 giugno, che da noi in Italia è festivo) ha perso altri 1,50 euro/t. Stessa cosa vale per il Cbot, dove il future di luglio ha chiuso venerdì a 465,6 cent/bushel.

I ribassi sono dovuti ad alcune valutazioni di natura “fondamentale”, come il buon andamento delle semine nell’emisfero Nord e la decisione della Cina di dare fondo alle proprie scorte piuttosto che ricorrere a nuove importazioni.

Per quanto riguarda il mercato fisico, in Francia l’ultimo prezzo fob Bordeaux è di 175 euro/t.

In calo le quotazioni del mais nazionale a Milano e Bologna. Sui mercati a termine potrebbe esserci un recupero di brevissimo periodo.

L’orzo nazionale si riallinea, dopo una campagna caratterizzata da prezzi alti, ai cali registrati dal prodotto estero e dagli altri cereali foraggeri. A Milano la settimana scorsa il calo è di 2 euro/t (205 euro/t), a Bologna di 4 euro/t (201 euro/t). Ieri a Milano il prezzo ha subito un’ulteriore flessione.

Il fatto è che il raccolto è imminente e che le condizioni sia dell’orzo autunnale sia di quello primaverile sono buone in tutte le principali aree di coltivazione. Ne è testimonianza il calo di prezzo anche per il prodotto per pronta consegna: a Rouen il prezzo per merce resa al porto venerdì era di 156 euro/t.

Come già nelle ultime settimane il mercato dei semi di soia si fa notare per la sua volatilità. A Chicago il future di luglio ha chiuso venerdì a 1.507,2 cent/bushel, dopo una settimana di quotazioni altalenanti.

La soia nazionale a Milano è in ribasso a 450-453 euro/t, mentre la settimana scorsa a Bologna il ribasso è stato di 7 euro/t (447,50 euro/t).

Il future di agosto dei semi di colza a Parigi è anch’esso in netto ribasso: 350,50 euro/t l’ultima quotazione di venerdì, dopo una settimana di continui cali.


La produzione di carne nel mondo è in costante crescita
Nel 2013, la produzione dei diversi tipi di carne era così distribuita: maiali 42%, polli e tacchini 35% , bovini 23%. Confrontando la produzione 2013 con la produzione 2009 dei principali tipi di carne, si evidenzia un più alto incremento per polli e tacchini (+14,4%), seguiti dai maiali (+7,2%) e poi dai bovini (+1,9%). La produzione corrisponde all’aumento dei consumi, determinato sia dall’incremento della popolazione globale (circa 1,2% l’anno), sia dal miglioramento dell’alimentazione nei Paesi dove si registra un più rilevante sviluppo economico (per esempio in Cina).

I particolari nell’analisi del Centro Studi Confagricoltura.

https://dl.dropboxusercontent.com/u/55109090/consumo_carni_140520.doc