Confagricoltura protesta a Cremona

22/07/2010

“Confagricoltura valuta sintomatico quanto avvenuto in Commissione Agricoltura della Camera dove una parte dello schieramento  di governo, pur di salvare l’emendamento per gli splafonatori  del latte, non ha esitato a mandare in crisi la maggioranza.
E’ un episodio significativo di un clima politico che sta  mettendo a rischio la coesione sociale”. Lo ha rimarcato il presidente Federico Vecchioni nel corso della importante manifestazione a Cremona indetta dall’Organizzazione degli imprenditori agricoli a cui hanno partecipato diecimila associati del Nord Italia e delegazioni di tutte le provincie italiane, tra cui una folta rappresentanza di  imprenditori agricoli provenienti dalla provincia di Alessandria in pullman e automobili insieme ai dirigenti e alla struttura di Confagricoltura Alessandria.
Hanno voluto essere presenti numerosi esponenti politici di ogni orientamento. “La platea ha vivacemente contestato l’emendamento sulle quote latte ed ha espresso con forza malcontento per la gravissima situazione in cui si trova il settore primario” ha affermato il vice presidente provinciale Maurizio Stringa, che ha guidato la delegazione alessandrina.
La manifestazione, indetta dall’Organizzazione degli imprenditori  agricoli, ha avuto come teatro il più grande padiglione di Cremona Fiere, mentre centinaia di trattori presidiavano l’esterno del quartiere fieristico. Sul palco si sono alternati i presidenti delle Federazioni regionali del Nord Italia di Confagricoltura (di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia) che, nei loro interventi, hanno evidenziato la gravissima situazione economica che sta interessando l’intero settore agricolo, in tutti i suoi comparti
produttivi, e che ha determinato una pesante flessione della redditività delle aziende. A chiudere la manifestazione è stato il presidente nazionale Federico Vecchioni con un vibrante intervento.
“Le diecimila persone che protestano qui oggi – ha detto Federico Vecchioni – sono una piccola rappresentanza di tutti quegli imprenditori agricoli che non chiedono sussidi, ma la stessa cosa di cui ha goduto larga parte del Paese, cioè di una politica economica che tenga conto
del valore del comparto coniugando contenimento del deficit con misure per lo sviluppo”.
“Le manifestazioni – ha proseguito Vecchioni – servono per evidenziare alla classe politica il criticissimo stato di un settore che rappresenta il 15,7% del Pil nazionale e che ha mostrato una tenuta significativa dell’occupazione anche nel pieno della crisi.
Sono certo che il presidente del  Consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, saranno sensibili
all’appello di Confagricoltura”.
“O le risorse ci sono o non ci sono” ha poi scandito il presidente di Confagricoltura a proposito dell’emendamento che proroga il pagamento delle multe per chi ha prodotto latte oltre le quote fissate. Quindi ha aggiunto: “Confagricoltura ritiene confortante la posizione dell’Unione europea contraria all’emendamento. Ed è davvero singolare che la necessità della manovra sia giustificata dalle indicazioni di Bruxelles, ma che queste indicazioni non siano tenute in alcun conto quando si tratta di quote latte”.
Confagricoltura, nella manifestazione di Cremona, ha anche stigmatizzato l’atteggiamento oltranzista di Assolatte che non ha voluto chiudere il negoziato per la definizione del prezzo del latte.
“Il 30 giugno è giunto a scadenza il contratto siglato a gennaio. Ci sono – ha detto Vecchioni – tutte le condizioni per un aumento  del prezzo, gli allevatori hanno diritto ad una adeguata contropartita economica”.
“La motivazione di questa nostra mobilitazione – ha commentato il vice presidente Stringa – sta in una manovra finanziaria che Confagricoltura giudica complessivamente necessaria e efficace,
tranne che per il settore agricolo. Ecco perché serriamo i ranghi e chiediamo al governo la cancellazione dell’emendamento sulle quote latte, la stabilizzazione degli sgravi contributivi, i certificati verdi, i fondi per la bieticoltura, quelli per le aree svantaggiate e le agevolazioni sul gasolio agricolo usato nelle serre”. E il direttore provinciale Valter Parodi, anch’egli presente all’incontro, ha dichiarato: ”L’agricoltura che fa crescere il Paese non vuole sussidi o cambiali in bianco, ma gli strumenti per competere”