La Flavescenza dorata della vite

01/08/2012

La Flavescenza dorata è una malattia epidemica che attacca la vite. L’agente infettivo è un fitoplasma, un microorganismo molto simile ai batteri.
Non si trasmette né con i tagli di potatura né per via radicale nè per contatto tra radici o attraverso residui lasciati nel terreno.
La malattia viene trasmessa da un vettore, l’insetto Cicadellide Scaphoideus titanus, considerato l’unico vettore della malattia: nella sua attività trofica l’insetto suggendo la linfa della vite infetta assimila il fitoplasma che si instaura nelle ghiandole salivari. Pungendo altre viti, con la saliva l’insetto inietta il fitoplasma nelle piante sane infettandole.
La Flavescenza dorata ha fatto la sua comparsa in Piemonte in provincia di Alessandria, nel Tortonese, nel 1998; di qui si è diffusa in tutto il territorio vitato piemontese e ha interessato anche le altre regioni del Nord Italia.
La Flavescenza è malattia da quarantena; dal 2000 in Italia la lotta è obbligatoria: non essendoci cure dirette contro la malattia gli unici accorgimenti efficaci sono di profilassi utilizzando insetticidi contro il vettore ed eliminando le fonti di inoculo: questi sono i cardini del decreto di lotta obbligatoria.
In questi ultimi anni si sta perfezionando la lotta, aumentando i trattamenti, cadenzandoli in base ai monitoraggi dell’insetto vettore (sia forme giovanili che l’adulto) e asportando in estate solo le parti vegetali sintomatiche.
Allontanare le fonti di inoculo significa anche intervenire sugli incolti e sui vigneti abbandonati estirpando le piante di vite selvatica; per i nuovi impianti e per le eventuali sostituzioni si dovrebbe utilizzare materiale vivaistico termotrattato (il trattamento termico delle barbatelle in vivaio).

I sintomi della malattia
Il sintomo più eclatante è l’arrossamento perinervale che si estende all’intera lamina fogliare tra le nervature nei vitigni a bacca rossa; in quelli a bacca bianca assume una colorazione giallastra. Il portinnesto non manifesta alcun sintomo. Accanto alle manifestazioni cromatiche su foglia il riconoscimento della malattia è possibile dalle seguenti
sintomatologie:
• Germogli con numero inferiore di internodi
• Internodi raccorciati e/o disposti a zig-zag
• Foglie di dimensioni inferiori
• Bollosità della lamina fogliare per sviluppo ridotto delle nervature
• Ripiegamento verso il basso della foglia
• Inserzione più acuta della lamina fogliare sul picciolo
• Caduta anticipata delle foglie
• Disseccamento e disarticolazione del germoglio a partire dall’apice
• Corteccia imbrunita nella parte interna a contatto con il legno
• Stentato germogliamento primaverile
• Disseccamento delle infiorescenze o dei grappoli in allegagione
• Ispessimento della lamina fogliare (percepibile al tatto)
• Appassimento parziale o totale del grappolo dall’invaiatura
• Consistenza gommosa del germoglio o mancata lignificazione

Indagini molecolari possono fornire dati certi della presenza della malattia, ma l’attenta valutazione dei sintomi presenti è sufficiente a fornire certezze sulla malattia: la presenza contemporanea di almeno tre sintomi sulla stessa pianta fornisce la certezza della Flavescenza dorata.

L’insetto vettore
Lo Scaphoideus titanus è il vettore della malattia. Compie un unico ciclo all’anno. Sverna come uovo nel legno della vite; le uova non sono sensibili ai freddi invernali.
La schiusa avviene generalmente tra la fine di maggio e la metà di giugno, a seconda dell’andamento termico primaverile; durante i cinque stadi giovanili l’insetto si può vedere sulla pagina inferiore delle foglie più vicine al ceppo: le neanidi di 1° e 2° età (le più giovani) non trasmettono la malattia anche se si alimentano su piante ammalate. L’insetto acquisisce capacità infettive a partire dagli stadi ninfali di 3°, 4° e 5° età; l’insetto che acquisisce il fitoplasma anche negli stadi giovanili è sempre infettivo.

La lotta
La lotta alla Flavescenza dorata è indiretta: deve essere indirizzata contro l’insetto vettore e devono essere adottate tutte le seguenti misure di profilassi: estirpo dell’intera pianta colpita oppure eliminazione della vegetazione sintomatica oltre alle misure di prevenzione (pulizia degli incolti e dei vigneti abbandonati, cura dei vigneti mal gestiti). Accanto a queste misure occorre sempre ribadire la necessità di disporre di materiale vivaistico sano, meglio se termotrattato.
In provincia di Alessandria i trattamenti insetticidi contro il vettore sono almeno due: il primo contro le forme giovanili tra la metà e la fine di giugno effettuato soltanto al termine della fioritura della vite, ad allegagione avvenuta, a salvaguardia delle api e degli altri insetti pronubi; il secondo contro gli adulti, circa un mese dopo. Per il rispetto delle api degli altri pronubi occorre sempre sfalciare e allontanare le fioriture erbacee spontanee dal vigneto.
Oggi si ritiene che ripassare l’insetticida sui bordi del proprio vigneto dopo alcuni giorni dal trattamento elimini gli scafoidei arrivati dagli incolti confinanti.
Inoltre si avverte la necessità di intervenire anche in post vendemmia perché i monitoraggi degli ultimi anni hanno chiaramente dimostrato che l’insetto è presente fino a quando, in autunno (ottobre), le temperature si mantengono miti.
I prodotti da utilizzare sono gli insetticidi registrati sulla vite contro i cicadellidi. Le aziende aderenti alla misure agroambientali devono rispettare gli obblighi stabiliti nel disciplinare di difesa della vite.
Le aziende biologiche devono incominciare la lotta in anticipo di 10-15 giorni rispetto alle aziende convenzionali cadenzando con maggior frequenza gli interventi con insetticidi contenenti estratto di piretro naturale, meglio se addizionati a piperonil butossido.

I monitoraggi
Monitorare la comparsa delle forme giovanili e degli adulti è la base per la realizzazione di una lotta efficace. In provincia di Alessandria questa attività sta intensificando di anno in anno.
L’epoca dei trattamenti insetticidi, in base ai monitoraggi, viene segnalata affiggendo appositi bollettini presso le bacheche comunali.
Trattare contemporaneamente e tutti insieme è condizione necessaria per organizzare un sistema di lotta efficiente ed efficace.

Il Decreto di lotta obbligatoria in provincia di Alessandria
– Due trattamenti insetticidi
– Estirpo di piante infette
– Eliminazione della vegetazione spontanea durante la stagione vegetativa
– Estirpo obbligatorio di superfici vitate abbandonate, trascurate, viti inselvatichite

Le sanzioni
Chiunque non rispetti gli obblighi derivanti dalla mancata applicazione del Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria oltre a incorrere nelle sanzioni previste dall’articolo 500 del Codice Penale è perseguibile a livello amministrativo con sanzioni pecuniarie da euro 200 a euro 1.200 per l’omissione dei trattamenti e da euro 1.500 a euro
3.000 all’ettaro per il mancato estirpo.