Gravissima recrudescenza degli attacchi anche nel 2011

16/07/2011

Il 2010 è stato un anno di recrudescenza della Flavescenza dorata e il 2011 si sta preannunciando ancor più preoccupante dello scorso anno. Anche in altri comprensori viticoli, come la Francia, la malattia è tornata ad assumere contorni inquietanti.
In vaste aree viticole piemontesi sono in aumento le popolazioni dell’insetto vettore (Scaphoideus titanus). Le strategie regionali di lotta obbligatoria si basano sulle prove scientifiche e sull’esperienza maturata in Italia e all’estero dove la malattia è stata contenuta grazie all’intervento pressoché contemporaneo di tutti, Enti e viticoltori, interessati al successo della lotta. L’applicazione delle regole a macchia di leopardo non aiuta a risolvere la situazione e aumenta i dubbi sull’efficacia delle strategie di lotta anche in chi le segue scrupolosamente.
Occorre considerare che il problema della FD non riguarda allo stesso modo tutto il Piemonte:
dove la viticoltura è maggiormente professionale, la gestione del territorio è omogenea ed assidua ed il ricambio generazionale è attivo, la presenza delle popolazioni di scafoideo è esigua e la FD, pur se in incremento, appare comunque piuttosto controllabile. Il problema si pone soprattutto dove aree a viticoltura professionale sono inframmezzate da aree ormai marginali da un punto di vista viticolo.
Il Settore Fitosanitario Regionale, in una lucida analisi della situazione, ne ha identificato punti di debolezza e criticità, proponendo le possibili linee di intervento.

1. PRESA IN CARICO DEL PROBLEMA FD A LIVELLO LOCALE
Il problema della diffusione della flavescenza deve essere affrontato a livello locale con la partecipazione dei viticoltori. Le amministrazioni comunali possono e devono valorizzare il grande patrimonio di esperienza disponibile sul territorio, costituendo gruppi di viticoltori in grado di individuare le emergenze presenti. Questi gruppi, con l’apporto delle Organizzazioni Professionali Agricole e della Provincia, sotto con il coordinamento della Regione potrebbero efficacemente verificare lo stato delle infezioni nel territorio comunale e intervenire per convincere coloro che non applicano correttamente le misure di lotta a comportamenti rispettosi dell’enorme patrimonio viticolo in gioco.

2. MATERIALE VIVAISTICO
In stretta collaborazione con i vivaisti piemontesi occorre ripensare le modalità di approvvigionamento del materiale vivaistico verificando la possibilità di dislocare i campi di piante madri in aree non vitate e verificando le condizioni di coltivazione delle barbatelle.
Nel corso degli ultimi anni si è diffusa nel settore vivaistico viticolo la pratica della termoterapia; si tratta di una metodologia che può effettivamente essere di grande aiuto nel migliorare la sanità del materiale di propagazione. Per l’applicazione di questa tecnica il Settore fitosanitario vigila sulla corretta taratura delle macchine utilizzate. Qualora si decida di termotrattare tutto il materiale è necessario studiare come gestire il controllo. Da parte dell’agricoltore è richiesta una particolare attenzione nel verificare che quanto dichiarato verbalmente come termotrattato lo sia anche nei fatti: occorre cioè che al momento dell’acquisto l’avvenuta termoterapia sia attestata attraverso il rapporto di prova sull’esecuzione del trattamento.

3. ELIMINAZIONE DELLE PIANTE SINTOMATICHE IN VIGNETO ED ESTIRPO DEI VIGNETI
La presenza di piante sintomatiche in vigneto durante la stagione estiva è un elemento che favorisce la trasmissione di FD da viti infette a viti sane; una misura di contenimento valida, purché effettuata tempestivamente, consiste nell’eliminazione dei tralci sintomatici all’apparire delle prime manifestazioni della malattia, anche senza eliminare subito l’intera vite.
Si tratta di un intervento che richiede particolare attenzione e impegno da parte dell’agricoltore, ma che può aiutare a ridurre l’inoculo presente nel vigneto.
È opportuno sottolineare che tale intervento deve essere effettuato all’apparire dei primi sintomi, senza attendere creando in tal modo serbatoi di inoculo ancora più pericolosi.

4. TRATTAMENTI INSETTICIDI
I controlli eseguiti dal Settore Fitosanitario in questi anni hanno evidenziato che in numerosissimi casi, specialmente dove la viticoltura è meno professionale, i trattamenti insetticidi obbligatori non vengono effettuati o non sono eseguiti in modo corretto. Tale fenomeno appare in certe zone esteso. Se i trattamenti insetticidi non vengono effettuati su tutto il territorio vitato e nello stesso periodo, e in modo efficace (vedasi la nota tecnica) ci si può attendere che sopravvivano popolazioni dell’insetto vettore che poi ritornano nei vigneti.
Anche l’individuazione del giusto momento in cui effettuare i trattamenti è particolarmente importante; informazioni più puntuali devono venire da monitoraggi per stabilire con maggiore precisione in ogni area i periodi più adatti per trattare.
Nella provincia di Alessandria con la collaborazione dell’Assessorato all’Agricoltura della Provincia è stata realizzata una rete di controllo della presenza dell’insetto: si tratta di attività effettuate a campione sul territorio, ma che devono essere incrementate e meglio sarebbe se fossero condotte direttamente dagli agricoltori così come avviene in Francia per avere risposte sul grado di presenza dell’insetto vigneto per vigneto.

5. PRESENZA DI LUOGHI DI RIFUGIO PER L’INSETTO VETTORE
I monitoraggi degli adulti dello Scaphoideus titanus indicano una sua maggiore presenza sui bordi esterni del vigneto, in particolar modo nei casi di vigneti confinanti mal condotti, abbandonati, gerbidi e boschi dove si trovano ricacci di vite selvatica.
Queste zone rifugio sono troppo numerose e eccessivamente pericolose perché qui si può riparare l’insetto vettore, che poi si trasferisce nei vigneti e, infettandosi sulle piante malate eventualmente presenti, diffonde la malattia alle piante sane, vanificando di fatto ogni intervento insetticida. Si rivela quindi fondamentale, nell’esecuzione del trattamento, ritrattare il perimetro circa 2 giorni dopo avere trattato l’intero vigneto per intercettare così gli insetti rifugiatisi all’esterno e che in seguito ritornano nel vigneto. Occorre anche eliminare le viti selvatiche presenti ai margini dei vigneti: questo intervento potrebbe essere fatto dallo stesso viticoltore.
Anche i Comuni possono avere un grande ruolo nel segnalare le situazioni a rischio; inoltre, attraverso specifiche ordinanze comunali, possono attivarsi al fine di imporre la pulizia delle aree ove la vite selvatica è ancora presente e quindi può dare rifugio al vettore.

6. CONSIDERAZIONI RELATIVE ALLA SOSTITUZIONE DELLE VITI INFETTE E AL REIMPIANTO DEI VIGNETI
In questi anni sono state sostituite milioni di piante all’interno di vigneti produttivi e sono stati estirpati alcune migliaia di ettari. Spesso le nuove piante si sono riammalate e questo può essersi verificato per i seguenti motivi, facilmente congiunti:
– reinfezioni a seguito di mancata o insufficiente lotta insetticida;
– forte pressione della malattia;
– materiale vivaistico già infetto.
In questa situazione non ha senso procedere immediatamente al reimpianto dei vigneti o delle singole viti estirpate per la FD. Per operare scelte corrette, prima di procedere alle sostituzioni o ai reimpianti occorre valutare l’andamento della malattia nel vigneto ed in quelli confinanti e il livello delle popolazioni del vettore nell’area interessata.
In aree di forte pressione della malattia e di elevata presenza del vettore è necessario posticipare il reimpianto o i rimpiazzi ed attendere che l’epidemia sia messa sotto controllo.

7. AZIONI DI VIGILANZA - STRUMENTI SANZIONATORI
Il S.F.R. con le attuali dimezzate rispetto al passato risorse disponibili:
1 - verifica l’esecuzione dei trattamenti insetticidi;
2 - verifica le inadempienze segnalate da parte di Amministrazioni comunali, provinciali, Comunità montane, privati e tecnici che potrebbero rappresentare un elevato rischio fitosanitario;
3 - ispeziona tutti i campi di piante madri e tutti i barbatellai.
Lo scorso 6 luglio 2011 la Regione Piemonte ha approvato le nuove sanzioni amministrative abolendo il procedimento penale che risultava poco efficace nei confronti dei trasgressori. Il riquadro in basso riassume le sanzioni che verranno applicate a chi non rispetta le regole regionali.

8. RICERCA
Il Settore Fitosanitario Regionale inoltre sta sviluppando parecchi programmi di ricerca d’avanguardia sulla Flavescenza dorata, nonostante l’estrema limitatezza delle risorse disponibili.
Ecco le principali linee di ricerca:
– verifica di eventuali fattori di resistenza di vitigno/cultivar;
– preferenze alimentari di S. titanus nei confronti di diverse cv. di vite;
– indagine su vettori alternativi di fitoplasmi agenti di FD;
– analisi della capacità di acquisizione di FD da parte di S. titanus da viti americane portainnesto;
– attività di induttori di resistenza nella a) prevenzione della trasmissione di FD a vite mediante S. titanus b) induzione di “recovery” in viti infette da FD in campo;
– potenziali effetti negativi della termoterapia in acqua quando applicata a barbatelle innestate sulla vitalità e sviluppo di tale materiale;
– ricerca di un colorante da utilizzare quale marcatore dei materiali di moltiplicazione ai fini della tracciabilità dell’avvenuto trattamento trermoterapico in acqua e alcuni altri ancora.
Questo è quanto il Settore Regionale vuole comunicare a tutti i viticoltori, sia professionali che hobbisti.