UE: misure urgenti su pesche e nettarine dopo l’embargo russo

05/09/2014

Gli embarghi e le guerre commerciali rischiano di compromettere le economie mondiali, già provate dalla crisi generale. Questo è l’avviso di Confagricoltura, dopo la dura presa di posizione di Mosca, che ha deciso di applicare un embargo durissimo a molti prodotti agroalimentari originari anche dell’Europa, tra i quali ortofrutta, carni bovine, suine e pollame, prodotti lattiero-caseari ed ittici, varie preparazioni alimentari anche a base di carni, tra cui i salumi.
Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi ha dichiarato: “Gli scambi commerciali sono uno strumento di crescita e di sviluppo, non devono divenire una base di contenzioso tra Paesi che vincola i commerci, determina squilibri di mercato e, in ultima analisi, mette a rischio le imprese, pregiudicando la stabilità e il progresso delle economie”.
Confagricoltura fa presente che sono a rischio miliardi di euro in beni che ogni anno l’Europa commercializza in Russia. La bilancia commerciale agroalimentare Ue-Russia è largamente in attivo e nel 2013 ha superato la soglia dei 10 miliardi di euro. Tra i principali prodotti esportati dall’Europa verso Mosca c’è l’ortofrutta, prima voce dell’export europeo con quasi 2 miliardi di euro. Seguono carni, bevande – tra cui il vino, che comunque non è oggetto dell’embargo – e prodotti lattiero-caseari. Tutti comparti essenziali, nei quali l’Italia è leader delle esportazioni.
Il divieto di esportare prodotti ortofrutticoli impatta su questo comparto in una fase delicatissima, considerata la grave crisi della frutta estiva. A questo riguardo, a Bruxelles, dopo diverse riunioni del mondo agricolo con la Commissione europea per discutere di eventuali rimedi alla difficile situazione, l’Europa ha fatto sentire con forza la sua voce.
A fine agosto è stato, infatti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale UE il regolamento delegato della Commissione n. 913/2014 che prevede misure straordinarie e transitorie per il mercato di pesche e nettarine.
In pratica le misure consistono nel ritiro sino a tutto settembre, da parte delle OP riconosciute, anche da non soci, e in misure per incentivare il consumo di questo prodotto (all’Italia a tale scopo sono destinati 1,3 milioni di euro) con iniziative promozionali da realizzare entro la fine del corrente anno e finanziate dall’UE.
Contestualmente è stato diffuso anche un comunicato stampa della Commissione europea che annuncia, tra le altre cose, uno stanziamento per i ritiri di poco inferiore ai 30 milioni di euro per l’intera UE. Si tratta di una cifra che, contrariamente allo stanziamento per le attività promozionali, che è riportato in allegato al regolamento pubblicato, non è indicata nel testo del provvedimento. Evidentemente si tratta di una stima del costo che determinerà l’eliminazione dal mercato di circa 100 mila tonnellate di prodotto, che è l’eccedenza di mercato prevista per questa campagna a livello europeo, al prezzo di ritiro di 269 eur/tonn.

R.Sparacino