Riunione riso con la Commissione europea. Mise 23 maggio 2017

25/05/2017

Si è svolta il 23 maggio scorso la prevista riunione con la Commissione europea concernente la applicazione della clausola di salvaguardia per le importazioni di riso da parte dei Paesi Meno Avanzati.

Erano presenti per le istituzioni italiane il Mipaaf (Segreteria Tecnica del Ministro, Uffici competenti), il Mise (Direttore Generale e funzionari di uffici competenti) e l'Ente Risi. Per la Commissione Europea i rappresentanti della DG Agricoltura e della DG Trade.

Per i rappresentanti della Filiera Confagricoltura e le altre associazioni agricole, AIRI e Copa Cogeca-Aci.

La riunione non prevedeva traduzione e si è svolta in inglese e parte in francese; un aspetto, questo, che ha indubbiamente influenzato l’esito dell’incontro. Gli interventi dei rappresentanti della filiera sono stati in italiano tranne Confagricoltura e AIRI che sono intervenuti in inglese.

La riunione è iniziata con l’illustrazione da parte di Ente Risi della presentazione di slide concordata venerdì a Milano come “punto di vista della filiera”.

Sostanzialmente nella presentazione si sostiene che:

- I prezzi sono in calo.
- Le importazioni negli ultimi anni sono aumentate considerevolmente in particolare dai Paesi Meno Avanzati (PMA) e dalla Cambogia (+20 per cento le importazioni tra la campagna 2014/20215 e 2015/2016, anno nel quale la Cambogia è diventato il primo fornitore dell’UE).
- Ormai il 70 per cento del riso importato in Europa non paga tariffe doganali in virtù delle varie concessioni unilaterali e bilaterali dell’UE.
- Si importa tendenzialmente molto più riso lavorato.
- Tutto ciò ha comportato un orientamento dei produttori verso la produzione di riso japonica che nel 2016 ha raggiunto il massimo di superfici investite a livello UE negli ultimi otto anni, con 348 mila ettari (nel 2013/2014 erano 280 mila ettari), squilibrando il mercato.
- Le previsioni della Commissione sul bilancio del prodotto – in particolare del riso japonica - pongono dei dubbi. Ad avviso dell’Italia sono sovrastimati gli aumenti dei consumi e quindi sottostimate le rimanenze finali che prevediamo saranno molto più alte delle 290 mila tonn previste a livello europeo. La Commissione stima un aumento dei consumi del 14% mentre l’andamento delle vendite rilevato sinora in Italia è in aumento ma per meno della metà (6%).
- Il mercato è già saturo: le 546 mila tonnellate di riso lavorato complessivo (japonica ed indica) previsto in rimanenza nel 2016/2017 secondo le stime della Commissione (che comunque – v. sopra – l’Italia ritiene sottostimate) sono pari comunque a un terzo della produzione di riso europeo.
- La congiuntura sembra apparentemente cambiata perché si registra un calo del 9 per cento delle importazioni europee ed un aumento del 15% delle esportazioni di riso lavorato. Ma si tratta di un fenomeno congiunturale dovuto a molti fattori.


In conclusione:

1. La crisi dei prezzi quindi non accenna a interrompersi; e comunque gli ultimi dati mostrano ad esempio che è cresciuta l’importazione da Myanmar.
2. I PMA hanno un grande potenziale di esportazione con 1,9 milioni di tonnellate di surplus di riso lavorato che potrebbe essere esportato dalla Cambogia e 1,7 milioni da altri Paesi meno avanzati.
3. L’Italia non ritiene che il regime di importazione totale a dazio zero abbia avuto un impatto positivo su ambiente, diritti sociali e dei lavoratori nei paesi beneficiari.
4. Pertanto l’Italia chiede:

· L’applicazione della clausola di salvaguardia e/o la rimozione degli elementi che ne ostacolano la applicazione;
· La previsione di effettive regole di reciprocità tra UE e Paesi terzi in campo fitosanitario e di standard commerciali al fine di promuovere un mercato equo nel rispetto dei diritti sociali e dei lavoratori.


Conclusa questa presentazione, i funzionari della Commissione europea hanno illustrato:

- La situazione di mercato (molte cifre collimavano con quelle della presentazione della filiera italiana);
- Le modalità per l’applicazione della clausola di salvaguardia;
- Il percorso che porterà alla possibile modifica del regolamento sulle concessioni commerciali (reg. n. 978/2012) e che entrerebbe in vigore comunque non prima del 2020.

A quel punto i rappresentanti della filiera hanno espresso il loro punto di vista sulla crisi del settore.

In generale tutti hanno espresso preoccupazione per la situazione di mercato.

Confagricoltura ha rimarcato che:

- dopo tre anni i risicoltori italiani stanno affrontando una crisi senza precedenti con quotazioni estremamente ridotte che mettono a rischio la sopravvivenza delle imprese;
- le imprese agricole sono alla base della filiera e quindi con la loro crisi è a repentaglio la sostenibilità economica di tutti gli operatori;
- l’abbandono di tutta o parte della risicoltura implica anche danni ambientali e problemi per la gestione delle risorse naturali e  produzioni tradizionali dell’ecosistema, basti pensare al ruolo per la regimazione delle acque;
- ne conseguirebbero perdite anche in termini di patrimonio culturale e paesaggistico;
- pertanto Confagricoltura, atteso che la principale causa di questo squilibrio è l’aumento delle importazioni che ha interferito con il nostro mercato interno, chiede:

1. di attivare quanto prima la clausola di salvaguardia per sospendere le concessioni e frenare il massiccio aumento delle importazioni;
2. alle istituzioni italiane e comunitarie di intervenire comunque con misure eccezionali per affrontare la grave crisi di mercato come già previsto per altri settori.

 
Tra gli altri interventi della filiera si segnalano:

- la richiesta di dichiarazione dello stato di crisi del comparto;
- la notazione sulla necessità di applicare la etichettatura di origine a livello europeo.

 
A conclusione della riunione, il direttore generale del Mise Teti ha così sintetizzato:

- l’Italia ringrazia la Commissione europea per la sua presenza (era stata invitata dal Mise) e per aver mostrato di aver ben compreso il problema;
- In questa sede abbiamo affrontato e possiamo affrontare solo le tematiche relative alle importazioni ed alle concessioni commerciali; senza discutere di altre misure di politica agricola per il comparto;
- È evidente che la situazione di equilibrio registrata sinora da qualche anno è stata pregiudicata  a causa delle massicce importazioni dai Paesi Meno Avanzati;
- E’ urgente pertanto aprire l’indagine, come prevede il regolamento, per verificare la possibilità di sospendere le concessioni e applicare la clausola di salvaguardia;
- Si tratta di un segnale politico importante, che l’Italia intende dare (d’intesa con il Mipaaf, presente alla riunione con un rappresentante dell’ufficio del Ministro – NDR);
- L’Italia chiede in ogni caso alla Commissione di mantenere la specificità del settore e di puntare essenzialmente, come strumento più tempestivo per intervenire, alla immediata applicazione della clausola di salvaguardia;
- Occorre pertanto quanto prima prevedere un confronto tecnico sulla questione per affinare e rendere più tempestiva la procedura;
- Nel mentre si potranno anche prevedere iniziative finalizzate a modificare il regolamento comunitario perché tenga conto della situazione  ed eviti futuri problemi.

La Commissione ha preso nota della richiesta di avvio della indagine per l’applicazione della clausola di salvaguardia; non potendo procedere in questa circostanza all’avvio  formale della indagine, ha comunque rinviato ai successivi confronti tecnici.