LO SPANDICONCIME

08/11/2012

Prosegue l’esame degli estratti dalle schede che la Regione Piemonte ha preparato per illustrare le caratteristiche che le attrezzature agricole devono avere per poter essere utilizzate dai lavoratori del comparto, compresi, lo ricordiamo, quelli autonomi. Questo mese prendiamo in considerazione lo spandiconcime, un attrezzo molto diffuso nelle nostre aziende.

Spandiconcime centrifugo trainato

PREMESSA
Gli spandiconcime sono attrezzature usate in agricoltura per distribuire sul terreno concime sotto forma solida, liquida o gassosa. In questa sede, verranno considerati solo i modelli a spargimento centrifugo superficiale. Nel periodo invernale, queste attrezzature trovano applicazione per lo spargimento di sale e/o sabbia sulle strade.

Spandiconcime centrifugo portato

RISCHI ED ADEGUAMENTI
Tra i rischi potenzialmente più gravi connessi con l’utilizzo dello spandiconcime, come accennato nelle pagine introduttive, meritano particolare considerazione:
Rischio di contatto non intenzionale con gli organi di distribuzione: la protezione dell’operatore deve essere garantita mediante il rispetto di requisiti di forma della macchina oppure tramite barriera distanziatrice.
Rischio di contatto non intenzionale con gli organi di alimentazione e/o miscelazione interni alla tramoggia: la sicurezza dell’operatore deve essere assicurata dalla presenza di una griglia di protezione all’interno della tramoggia. Non sono da sottovalutare, però, altri rischi legati a:
• Accesso alla tramoggia di carico
• Collegamento della macchina
• Albero cardanico
• Impianto idraulico
• Stabilità della macchina
• Pittogrammi
Rischio di contatto non intenzionale con gli organi di distribuzione
La norma UNI EN 14017:2010, principale riferimento tecnico normativo applicabile, prescrive che le macchine siano progettate e protette in modo che qualsiasi contatto (frontale, laterale e posteriore) non intenzionale con gli elementi distributori sia evitato. Tale requisito non è richiesto agli spanditori di fertilizzante solido equipaggiati con organi di distribuzione azionati da ruote. Le protezioni devono garantire la resistenza meccanica ad un carico verticale pari a 1.200 N e ad un carico orizzontale pari a 1.000 N se posizionate fino a 400 mm di altezza dal terreno in posizione di lavoro, pari a 600 N al di sotto di 400 mm dal terreno. La collocazione delle protezioni deve rispettare precise regole e distanze dagli elementi distributori, variabili in base all’altezza rispetto al terreno dei distributori stessi ed alla tipologia delle protezioni.
Rischio di contatto non intenzionale con gli organi di alimentazione e/o miscelazione interni alla tramoggia Al fine di assicurare la protezione dell’operatore contro contatti non intenzionali con l’agitatore e/o i dispositivi alimentatori, la macchina deve essere progettata in modo che gli organi di alimentazione non possano venire raggiunti da alcun punto della tramoggia.

Griglia mobile nella tramoggia

Negli spandiconcime i cui organi di alimentazione non sono azionati dal movimento delle ruote al suolo, la tramoggia deve essere equipaggiata con una griglia fissa, oppure con una griglia che rimanga solidale alla tramoggia quando in posizione aperta (per esempio mediante cerniere), che necessiti di un utensile per essere aperta e che si richiuda automaticamente; in alternativa, è ammissibile una combinazione tra le due precedenti soluzioni, purché siano rispettate le distanze di sicurezza riportate nei prospetti della UNI EN ISO 13857:2008, in posizione chiusa. Quando richiusa, la protezione deve resistere ad un carico verticale di 1.200 N senza subire deformazioni permanenti. I convogliatori della distribuzione e i regolatori di controllo del flusso non azionati da ruote devono essere protetti da contatti non intenzionali, tranne nella zona di alimentazione degli elementi di distribuzione. Se accessibili e se azionati dalle ruote della macchina, devono essere protetti nella parte superiore ed ai lati, tranne nella zona di alimentazione degli elementi di distribuzione.
Accesso alla tramoggia di carico
La fase di carico della tramoggia comporta diversi pericoli, quali sforzi eccessivi, posizioni ergonomicamente scorrette, cadute, impigliamento e trascinamento per contatto con l’organo agitatore.

Dimensioni della zona di carico

La norma UNI EN 14017 prevede che l’altezza di carico, sia manuale che eseguito con grossi sacchi, misurata come la distanza verticale tra il bordo superiore della tramoggia nella posizione di carico e il terreno o l’eventuale piattaforma, non sia superiore a 1.250 mm.

In presenza di una piattaforma per il carico manuale o con grossi sacchi, questa deve rispettare i seguenti requisiti:
• larghezza minima della piattaforma pari a 600 mm e profondità minima pari a 300 mm;
• distanza massima tra il bordo della tramoggia o il bordo dell’apertura per il carico e il piano verticale passante per il bordo della piattaforma pari a 200 mm;
• tra la tramoggia e la piattaforma è necessaria una maniglia o un corrimano; queste impugnature possono essere parte integrante della tramoggia e vanno progettate in maniera adeguata. Per consentire all’operatore di controllare il contenuto della tramoggia, ad esempio per valutare la quantità residua di prodotto, se l’altezza dal suolo del bordo superiore della tramoggia abbassata in posizione di carico è maggiore di 1.600 mm, si può ricorrere a:
• mezzi di accesso conformi con l’Allegato 3, per cui distanza verticale tra bordo superiore della tramoggia e gradino superiore compresa tra 1.200 e 1.600 mm;
• un oblò di ispezione nella parete della tramoggia;
• altre soluzioni, quali indicatori di livello, videocamere, ecc. La zona di carico deve risultare liberamente accessibile all’operatore, senza che questi debba salire o arrampicarsi su parti della macchina. Se è prevista una piattaforma, la cui altezza al di sopra del terreno superi i 300 mm, devono essere previsti dei gradini d’accesso con le caratteristiche dimensionali riportate nella figura seguente. I mezzi d’accesso alla piattaforma, se posizionata a più di 1.200 mm al di sopra del terreno, devono essere dotati di almeno un corrimano o di una maniglia, che deve essere posta ad una distanza massima di 400 mm dal bordo del primo gradino.

Dimensioni della zona di carico

Collegamento della macchina
Nelle macchine portate, va assicurata una sufficiente zona libera tra lo spandiconcime e la trattrice in fase di accoppiamento della macchina. Ciò può avvenire:
• aumentando le dimensione della zona libera almeno su un lato (figura seguente), in modo tale che sia possibile eseguire le varie connessioni (albero di trasmissione, circuiti elettrico ed idraulico, ecc.) dopo aver accoppiato lo spandiconcime alla trattrice;
• progettando gli elementi di connessione (albero di trasmissione, circuiti elettrico ed idraulico, ecc.) in modo tale che sia possibile collegarli alla trattrice prima di accoppiare lo spandiconcime, in una zona libera come quella mostrata in figura.

Albero cardanico
Vedi scheda su L’Aratro precedente

Stabilità della macchina
Per evitare il rischio di schiacciamento, dove necessario, lo spandiconcime deve essere dotato di piedi stabilizzatori o cunei di blocco (se dotato di ruote). Sia i piedi di appoggio, sia i cunei di blocco devono poter essere alloggiati e bloccati in posizione di trasporto. A causa della massa della macchina e delprodotto presente nella tramoggia, il complesso trattrice-spandiconcime portato può risultare instabile: in particolare, macchine sviluppate in lunghezza, se non correttamentedimensionate rispetto alla trattrice, quandosono applicate al sollevatore posteriore alleggeriscono l’assale anteriore della stessa,causando difficoltà di guida esbandamenti in curva. Il rimedioproposto, oltre ad un’appropriatascelta dell’accoppiamento trattrice-attrezzatura, consiste nell’applicazione di zavorre in posizione ante-riore alla trattrice, da effettuare, tuttavia, neilimiti e nelle modalità prescritte dal costruttore. Pertanto è necessario che venga soddisfatta la seguente condizione:

Area economica
curata da
ROBERTO GIORGI