BILANCIO SOCIALE INPS: IL 52% DEI PENSIONATI PERCEPISCE MENO DI MILLE EURO

03/01/2013

Il 20 novembre scorso, presso la sala del Parlamentino del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), l’INPS ha presentato il Bilancio sociale relativo all’anno 2011, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero. Il “bilancio sociale” è diretto a valutare gli effetti sociali ed economici dell’azione dell’INPS. Il documento espone una sintesi delle molteplici funzioni svolte dall’Istituto, approfondendo anche gli effetti redistributivi nell’ambito della spesa sociale. I lavoratori iscritti all’Inps nel 2011 (prima dell’incorporazione dell’Inpdap e dell’Enpals) sono 19.058.215. I lavoratori dipendenti rappresentano il 67,6% degli iscritti all’Inps, i commercianti l’11,2%, gli artigiani il 9,6%, i parasubordinati il 9,1%, i coltivatori diretti, coloni e mezzadri il 2,4%, altri lo 0,1%. I lavoratori dipendenti si concentrano nel Nord-ovest (33%) ed al Nordest (24,1%) rispetto al centro (20,6%), al Sud (15,1%) ed alle isole (7,1%). Inoltre nelle isole e nel sud i lavoratori iscritti all’INPS sono diminuiti del 1,4%. I lavoratori domestici sono 651.911 (consistenza media annua) con una diminuzione di oltre 34.000 unità (-5%), ma quelli di origine italiana sono aumentati del 2,5%. Le pensioni previdenziali in pagamento, risultano suddivise in 9,5 milioni di pensioni di vecchiaia, anzianità e prepensionamenti, 3,8 milioni di pensioni ai superstiti e 1,4 milioni di pensioni di invalidità. L’importo medio di tutte le pensioni di vecchiaia in essere è di 649 euro mensili, mentre quelle di anzianità hanno un valore medio di 1.514 euro mensili. Per quanto riguarda le altre pensioni previdenziali si evidenzia un basso importo medio: le prestazioni ai superstiti presentano un valore medio mensile di 560 euro, che sale a 599 euro medi mensili per i trattamenti di invalidità. Il 52% dei pensionati Inps riceve un assegno mensile inferiore ai mille euro e il 24% si colloca nella fascia tra 1.000 e 1.500 euro mensili; il 12,7% riscuote pensioni comprese tra 1.500 e 2.000 euro mensili e il restante 11,2% gode di un reddito pensionistico mensile superiore a 2.000 euro. L’Inps segnala che il reddito pensionistico medio lordo mensile nel 2011 erogato dall’Inps e dagli enti previdenziali era di 1.131 euro (1.366 euro per gli uomini, 930 per le donne) con una grande differenza a livello territoriale (1.238 al Nord, 1.193 al Centro, 920 al Sud). Se invece del reddito complessivo si guarda alla singola pensione l’importo medio è di 780 euro con grandi differenze tra quelle previdenziali (870 euro) e quelle assistenziali (406 euro). All’interno delle diverse categorie gli assegni variano molto, a seconda dei soggetti: si va da 834 euro per i coltivatori diretti a 1.777 euro dei dipendenti per gli assegni di anzianità. Nel 2011 per le pensioni assistenziali sono stati spesi 24,6 miliardi di euro (-3,2% rispetto al 2010), di cui il 65,8% erogati per prestazioni di invalidità civile. In particolare tra le prestazioni a favore degli invalidi civili si riscontra una diminuzione del 10,3% della spesa per pensioni, mentre rimane pressoché stabile la spesa per le indennità (0,2%). Le nuove pensioni liquidate nel corso dell’anno 2011 ammontano complessivamente a 964.487 con un decremento del 14,5% rispetto al 2010. Il 56% delle nuove liquidazioni è costituito da prestazioni di natura previdenziale e il restante 44% da trattamenti assistenziali. L’importo medio mensile lordo ammonta complessivamente a 698 euro e l’età media dei beneficiari è di 66,4 anni.

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PAOLA ROSSI