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ottobre 2013

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Confagricoltura

Piemonte

FEASR

Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali

Attività di informazione anno 2012-2013 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla Misura 111.1 sottoazione B

Informazione nel settore agricolo del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Piemonte Motocoltivatore

a cura di Roberto Giorgi

Il motocoltivatore è una macchina condotta a piedi che viene utilizzata solitamente per lavorazioni in terreni collinari, in serre e in appezzamenti di ridotte dimensioni.

RISCHI ED ADEGUAMENTI

Tra i rischi potenzialmente più gravi connessi con l’utilizzo del moto-coltivatore meritano particolare attenzione:

Rischio di movimenti incontrollati della macchina:

• Comandi ad azione mantenuta posti sulle stegole per evitare movi-menti incontrollati della macchina e l’azionamento indesiderato degli utensili di lavoro

• Spegnimento automatico del motore in caso di rilascio del co-mando ad azione mantenuta

• Impedimento meccanico nel passaggio diretto dalla marcia avanti alla retromarcia (posizione intermedia di folle)

• Dispositivo che impedisce l’avviamento del motore se la trasmis-sione del moto alle ruote o agli utensili è inserita. Ma non sono da sottovalutare altri rischi legati a: • Comandi manuali • Identificazione dei comandi • Ripari delle parti in movimento • Albero cardanico

• Protezione dai gas di scarico • Protezione dalle superfici calde • Freni

• Collegamenti elettrici • Pittogrammi

Rischio di movimenti incontrollati della macchina

Per evitare il rischio di schiacciamento, i movimenti della macchina e l’azionamento degli utensili di lavoro devono essere possibili solo agendo sui comandi ad azione sostenuta che devono essere localiz-zati sulle stegole.

I comandi ad azione sostenuta non devono sporgere dalla estremità delle stegole.

La macchina o gli utensili non devono porsi in movimento a meno che l’operatore sia in grado di afferrare contemporaneamente il co-mando e le stegole.

Spegnimento automatico del motore in caso di rilascio del comando ad azione mantenuta

Per evi tare i l ri -schio cor relato con la perdita di cont rol lo del la macchina, in caso di r i lascio da parte dell’opera-tore del comando ad azione mante-nuta si deve otte-nere lo spegni -mento immediato e automatico del motore.

Impedimento meccanico nel passaggio diretto dalla marcia avanti alla retromarcia (posizione intermedia di folle):

Per scongiurare il rischio di schiacciamento, in tutte le macchine prov-viste di retromarcia, non deve essere possibile passare direttamente dalla marcia in avanti alla retromarcia. Questa prescrizione è soddi-sfatta per esempio dalla presenza di una posizione di folle. In caso di motocoltivatori e motozappatrici con ruote motrici non deve essere possibile far funzionare simultaneamente gli utensili di la-voro e la retromarcia (per esempio per mezzo di un blocco mecca-nico sulla retromarcia).

Per le motozappatrici senza ruote motrici la massima velocità in retro-marcia, al regime di potenza massima del motore, non deve essere superiore, per costruzione, a 1 m/s.

Dispositivo che impedisce l’avviamento del motore se la trasmissione del moto alle ruote o agli utensili è inserita

Per evitare il rischio di movimenti incontrollati la macchina deve es-sere equipaggiata, oltre che del comando ad azione sostenuta, con un dispositivo che impedisca l’avviamento del motore se questo in-duce la rotazione delle ruote o il movimento degli utensili.

Il tipo di dispositivo che può essere considerato rispondente a questo requisito, quale per esempio un collegamento meccanico, è tale da permettere al motore di avviarsi solo quando la leva delle marce sia in posizione di folle e l’utensile sia disinserito.

Questo dispositivo non è necessario se il sistema di avviamento è pro-gettato e posizionato in maniera tale che l’operatore per azionarlo non necessiti di trovarsi all’interno della zona di pericolo.

La zona di pericolo è rappresentata dalla fascia longitudinale indivi-duata dalla larghezza della macchina e dell’utensile e che si estende da essa sia anteriormente che posteriormente. Se la macchina è sprovvista di retromarcia la zona di pericolo posteriore è limitata ad una distanza di 550 mm a partire dalla estremità posteriore del di-spositivo di protezione delle parti in movimento.

Allorché la macchina sia fornita di retromarcia, la zona di pericolo posteriore include l’intera zona longitudinale delimitata dalla lar-ghezza di lavoro dell’utensile.

Nel caso l’operatore debba piegarsi sulla macchina per avviare il motore, il posto appropriato deve essere indicato o fornito con un supporto con simbolo corrispondente.

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