In breve del 18 Dicembre 2013

18/12/2013

IMU, emendamenti alla Legge di Stabilità
La Camera sta esaminando gli emendamenti alla Legge di Stabilità. Di sicuro dovrebbe essere confermata l’aliquota agevolata dell’1 per cento per gli acquisti di terreni agricoli da parte di IAP e CD. Dobbiamo verificare, invece, se ci saranno degli alleggerimenti sul fronte IMU e sulla nuova IUC (imposta unica comunale), a partire dal 2014, e se verrà ripristinata la possibilità per le società agricole di optare per la determinazione del reddito su base catastale.

Per l’IMU 2013 entro il 16 dicembre doveva essere versata la seconda rata per gli agricoltori che non possiedono e conducono direttamente il terreno in qualità di IAP o CD.

I fabbricati strumentali sono comunque esenti a prescindere dalla qualifica soggettiva di chi conduce il fondo. I particolari sul Sole24Ore in edicola questa mattina.

Per gli IAP ed i CD, iscritti alla previdenza agricola, che conducono direttamente i fondi e che non pagano la seconda rata c’è comunque, l’obbligo, a legislazione vigente, di versare, entro il 16 gennaio 2014 8che un emendamento potrebbe spostare al 24 gennaio 2014), la c.d. mini-IMU, che corrisponde al 40 per cento della differenza tra l’IMU dovuta per l’intero anno 2013, calcolata in base alle aliquote deliberate dai comuni, e l’IMU calcolata secondo le aliquote statali.

 
Quote latte, basta inerzie amministrative
“Le conclusioni espresse dalla Corte dei Conti nazionale con la recente relazione sulla gestione dell’annosa vicenda delle quote latte sono in linea con quanto denunciato da tempo da Confagricoltura, che ha più volte chiesto una rapida conclusione di questo dibattuto capitolo della storia nazionale”. Lo sottolinea Confagricoltura, commentando la delibera.

“Abbiamo lamentato in moltissime occasioni – rileva Confagricoltura - la grave situazione in cui si trovavano le aziende produttrici di latte, in un impari confronto tra imprese rispettose delle normative europee e nazionali ed imprese che, invece, volutamente e ripetutamente le hanno ignorate”.

La Corte dei Conti, oltre a constatare  “un’inerzia ed una prassi amministrativa non conformi alla necessità di una decisa attività di recupero ” che nel tempo comporta l’incremento della probabilità che lo stesso recupero diventi impossibile, ribadisce che “i ricorrenti, ciclici dubbi sulle consistenze zootecniche e sulle quantità prodotte di latte non possono rappresentare giustificazione o pretesto all’effettiva riscossione del prelievo e al recupero di quanto dovuto”.

 L’Organo di controllo chiarisce così, per la prima volta, che in ogni caso queste incertezze, oggetto di recenti comunicati stampa dell’Organizzazione agricola, non possono in alcun modo costituire motivo per i debitori di chiedere ulteriori dilazioni di pagamento.

 “L’auspicio – conclude Confagricoltura - è che con questa ulteriore nota della Corte dei Conti (che inoltre dispone alle Amministrazioni interessate di comunicare alla Corte e al Parlamento le misure consequenziali adottate) si avvii finalmente con rapidità quel giusto processo di riscossione di quanto già da tempo pagato dallo Stato italiano”.

 
Un semaforo per l'etichettatura dei cibi
Il regolamento europeo n. 1169/11 all’art. 30 prevede dal 2015 l'obbligo di riportare in etichetta determinate informazioni nutrizionali dei cibi (tra cui la presenza e la quantità di grassi saturi, insaturi, zuccheri totali, calorie e sale).

Lo stesso regolamento all’art. 35 concede la possibilità di indicare le stesse informazioni obbligatorie di cui sopra anche “mediante altre forme di espressione e/o presentati usando forme o simboli grafici oltre a parole o numeri”, purché siano rispettati alcuni criteri, ovvero:

- che si basino su ricerche accurate e scientificamente fondate condotte presso i consumatori e non inducano in errore il consumatore;

che il loro sviluppo derivi dalla consultazione di un’ampia gamma di gruppi di soggetti interessati;

- che siano volti a facilitare la comprensione, da parte del consumatore, del contributo o dell’importanza dell’alimento ai fini dell’apporto energetico e nutritivo di una dieta;

- che siano sostenuti da elementi scientificamente fondati che dimostrino che il consumatore medio possa comprendere tali forme di espressione o presentazione;

- che siano obiettivi e non discriminatori e la loro applicazione non crei ostacoli alla libera circolazione delle merci.

Il sistema dell'etichettatura mediante il semaforo, così come previsto in Inghilterra, non fornisce soltanto un’indicazione visiva (rosso, arancione, verde), ma anche il livello di grassi saturi, insaturi, zuccheri totali, calorie, e sale e le quantità giornaliere consigliate.

Per questo la Commissione Europea aveva definito già nei mesi scorsi la disposizione inglese in linea con il regolamento comunitario.

Quel che sostiene l’Italia, invece, (e Confagricoltura) è che in realtà questo sistema non sia obiettivo, bensì discriminatorio e che la sua applicazione crei ostacoli alla libera circolazione delle merci.

Lo schema “a semaforo” fornisce, infatti, un giudizio semplicistico e distorto sul singolo alimento, cancellando in un colpo solo l’assunto, riconosciuto dal mondo scientifico, che non esistono alimenti “buoni” o “cattivi”, ma piuttosto regimi alimentari corretti o meno, a seconda del modo in cui gli alimenti vengono integrati tra loro quotidianamente.

Il sistema del semaforo, adottato in Inghilterra secondo le indicazioni del dipartimento della salute inglese, sarebbe insufficiente per fornire informazioni nutrizionali corrette e complete ai consumatori ed indirizzarli verso scelte consapevoli per la loro dieta.

Peraltro la luce rossa si accenderebbe per circa un terzo dei prodotti esportati oltre Manica, danneggiando così un paniere che nello scorso anno ha generato ricavi per quasi 650 milioni di euro.

Confagricoltura ritiene quindi che non sia questo il modo di fare trasparenza nell’etichetta e che con questa modalità riceverebbero un duro colpo sia il made in Italy, che la dieta mediterranea, universalmente riconosciuta come una dieta equilibrata. La Confederazione chiede quindi al Governo di agire tempestivamente per contrastare un provvedimento così penalizzante.