DDL STABILITÀ: NON C’È UNA POLITICA PER LA CRESCITA DEL SETTORE

03/12/2012

Confagricoltura Alessandria, così come Confagricoltura nazionale, è insoddisfatta dell’emendamento approvato in Commissione Bilancio della Camera, che fa slittare al 2013 l’inasprimento fiscale per il settore, compreso quello per le società agricole. “Si è semplicemente rimandata la scure senza approvare, come ad esempio si è fatto in Francia, provvedimenti diretti a stimolare la competitività e l’occupazione in agricoltura”, ribadisce il presidente di Confagricoltura Alessandria Gian Paolo Coscia, che stigmatizza la nuova norma contenuta nel disegno di legge Stabilità. “L’inasprimento fiscale e la penalizzazione delle società restano e non fanno bene alla crescita del settore – osserva Coscia - oltretutto riducendo il contingente del gasolio agricolo agevolato del 10%”. “Il Governo ed il Parlamento in più occasioni hanno dichiarato attenzione al settore primario, ma dalle parole bisogna passare ai fatti – aggiunge il Presidente di Confagricoltura – In un momento in cui si vanno a definire norme che devono essere un volano per la crescita si continua a dimenticare l’agricoltura”. Gli emendamenti al disegno di Legge di Stabilità presentati in Commissione bilancio alla Camera, hanno apportato diverse modifiche al testo iniziale della legge. Diversi sono in particolare gli interventi fiscali effettuati per il settore agricolo, che vanno dall’aumento dell’Iva ordinaria di un punto percentuale, al rinvio di un anno sia per la tassazione ordinaria delle società agricole sia per la rivalutazione degli estimi catastali. Nello specifico sarà applicata a partire dal 2013, e non da quest’anno, com’era inizialmente previsto dal DDL Stabilità, la rivalutazione dei redditi dominicali e agrari dei terreni del 15%. L’emendamento presentato ha infatti posticipato di un anno il triennio di rivalutazione dei redditi fondiari partendo dal 2013 fino al 2015. È la rivalutazione del reddito dominicale già aumentato dell’80% per l’ulteriore percentuale del 15% e quello agrario che si rivaluta normalmente del 70%, a cui va aggiunto proprio il 15%. Qualora i terreni siano posseduti e coltivati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella gestione previdenziale dell’Inps, la predetta percentuale del 15% è ridotta al 5%. L’emendamento però prevede che in sede di determinazione degli acconti per il periodo di imposta 2013, a giugno del prossimo anno, proprietari e coltivatori dovranno tener conto dell’ulteriore rivalutazione per calcolare l’acconto Irpef. Analogo slittamento per le snc, le sas e le srl agricole, che ritorneranno alla tassazione in base alla differenza dei costi e dei ricavi dal 2013 e non da quest’anno, come invece era previsto dal testo originario della legge di stabilità. Anche in questo caso gli effetti dell’abrogazione della tassazione mediante reddito agrario decorre dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2012. Quindi le società agricole dovranno cessare la tassazione in base al reddito agrario a partire dal periodo d’imposta 2013. Una nota negativa infine è stata l’aumento dell’aliquota Iva ordinaria dal 21% al 22% dal 1° luglio 2013, mentre rimane invariata quella del 10 per cento. Inizialmente era stato previsto che a decorrere dal 1° luglio 2013, le aliquote Iva del 10% e del 21% sarebbero aumentate di un punto percentuale, ma con l’emendamento presentato è stato deciso solo l’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22%. Si attende ora il termine dell’iter parlamentare per le ultime considerazioni sul testo definitivo.

Area fiscale
curata da
MARCO OTTONE