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GENNAIO 2015

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NOTIZIARIO

SINDACATO PENSIONATI E PATRONATO ENAPA

a cura di Paola Rossi

CUPLA: 100 mila lettere al Governo e ai parlamentari

I pensionati chiedono misure urgenti per far fronte al disagio economico e alla carenza dei servizi sanitari di cui sono vittime “I

l Natale è prossimo e dovrebbe portare gioia e serenità, ma la condizione di povertà in cui ormai versano molti di noi pensio-nati (7,4 milioni, il 44% del totale percepiscono una pensione inferiore ai 1.000 euro lordi mensili) non ci consente di essere né gioiosi né sereni”.

È questo il messaggio contenuto nella vasta iniziativa che hanno assunto gli iscritti alle Organizzazioni dei pensionati facenti capo al CUPLA (Coordinamento Unitario Pensionati del Lavoro Auto-nomo) inviando 100 mila lettere al Presidente del Consiglio e ad altri membri del Governo, nonché alle autorità parlamentari, ai deputati e ai senatori, alle Istituzioni locali.

Nelle lettere si fa presente che la condizione economica e sociale dei pensionati è sensibilmente peggiorata negli ultimi anni ed è ormai divenuta insostenibile, tanto che una grande percentuale di essi è caduta in uno stato di povertà assoluta e deve rinunciare a curarsi a causa delle lungaggini della sanità pubblica o dei costi aumentati, col terrore della possibile perdita dell’autosufficienza, vista l’assenza quasi totale del supporto pubblico.

I provvedimenti finora assunti dai vari Governi hanno trascurato gli anziani e anche il Governo Renzi ha escluso i pensionati dal provvedimento degli 80 euro, che, se dati a chi effettivamente ha bisogno, sarebbero certamente spesi, con conseguente aumento dei consumi per la ripresa economica.

Per questo i pensionati del CUPLA chiedono ai destinatari delle lettere l’interessamento su almeno tre punti:

• arginare la crescente povertà tra gli anziani intervenendo sulle pensioni più basse con il “bonus” già concesso ai lavoratori attivi ed ampliando la “No Tax area” per una minore pressione fiscale e per ristabilire un minimo di equità e giustizia sociale; • venire incontro concretamente alle famiglie che hanno un non autosufficiente o un invalido in casa;

• riorganizzare la sanità pubblica e portare avanti con concre-tezza e determinazione il piano volto a “territorializzare” il ser-vizio restituendo ai medici di base un ruolo primario con la costi-tuzione sul territorio dei pool di specialisti multi disciplinari e as-sicurando l’assistenza continua.

Opzione donna:

possibile interpretazione

C

on il messaggio n. 9304 del 2 dicembre 2014, l’Inps rende noto che è stato sottoposto all’attenzione del Ministero del Lavoro, l’interpretazione fornita a suo tempo con la circolare Inps n. 35/2012 nella quale al p.7.2 Lavoratrici in re-gime sperimentale (opzione donna) si affermava che la partico-lare facoltà di opzione introdotta dalla Riforma Maroni per il pe-riodo dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2015 sia esercitabile a condizione che la decorrenza (e non la maturazione dei requi-siti) del trattamento pensionistico si collochi entro il 31 di-cembre 2015.

La cosiddetta opzione donna è stata introdotta dall’art. 1 c. 9 della 243/2004 che testualmente recita che in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015, è confermata la possibilità di conseguire il di-ritto all’accesso al trattamento pensionistico di anzianità, in pre-senza di un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni e di un’età pari o superiore a 57 anni per le lavoratrici dipen-denti e a 58 anni per le lavoratrici autonome, nei confronti delle lavoratrici che optano per una liquidazione del trattamento me-desimo secondo le regole di calcolo del sistema contributivo pre-viste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 180. Entro il 31 di-cembre 2015 il Governo verifica i risultati della predetta speri-mentazione, al fine di una sua eventuale prosecuzione.

Con il messaggio in esame l’Istituto evidenzia che, in base a non meglio precisate ulteriori perplessità in merito alla portata della norma , è sorta la necessità di sottoporre al Ministero del Lavoro la questione circa i termini di accesso al trattamento di anzianità a favore delle lavoratrici donne (dipendenti ed autonome). Infatti, stando alla interpretazione restrittiva contenuta nella cir-colare Inps n. 35 del 2012, la sperimentazione dell’opzione donna avrebbe esaurito la sua efficacia a maggio 2014 per le lavo-ratrici autonome e a novembre 2014 per le lavoratrici dipendenti. Il messaggio Inps conclude con l’invito alle proprie sedi, in attesa di conoscere quello che il Ministero deciderà, a non respingere le eventuali domande presentate a favore di lavoratrici che perfezio-nano i requisiti anagrafici e contributivi (non la decorrenza) entro il 31 dicembre 2015.

Restiamo in attesa di una risposta, auspicando che venga rivista la linea interpretativa assunta con la circolare Inps n. 35/2012.

Niente espulsione dello straniero se la moglie è incinta

A prescindere dalla convivenza e dal rapporto di coniugio il giu-dice non può disporre l’espulsione dello straniero nel periodo di gravidanza della moglie convivente ovvero entro i sei mesi succes-sivi alla nascita del figlio.

La Quarta Sezione della Suprema Corte con sentenza n. 50379 del 2.12.2014 ha affermato il principio per cui il com-binato disposto degli artt. 86 d.P.R. n. 309 del 1990, 5 e 19, comma 2, lett. d) d.lgs. n. 286 del 1998, interpretato in relazione all’art. 30, comma 1, Cost., vieta che il giudice possa applicare la misura di sicurezza dell’espulsione nei confronti dello straniero nel periodo di gravidanza della moglie convivente ovvero entro i sei mesi dalla nascita del figlio, in questo secondo caso indipendente-mente dalla convivenza e dal rapporto di coniugio.

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