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15057 TORTONA (AL) Località S. Guglielmo 3/13 Tel. 0131.8791 Fax 0131.879310

L OG I S T I C A

maggio 2014

3

D IRETTORE

V ALTER P ARODI

D IRETTRICE

R ESPONSABILE

R OSSANA S PARACINO

T ESTATA IN COMODATO ALL ’E DITRICE CE.S.A. C ENTRO S ERVIZI PER L ’A GRICOLTURA - SRL

D IREZIONE E A MMINISTRAZIONE : V IA T ROTTI , 122 - AL - T EL . 0131 43151/2

R . SPARACINO @ CONFAGRICOLTURALESSANDRIA . IT

V IDEOIMPAGINAZIONE E S TAMPA : L ITOGRAFIA V ISCARDI SNC

V IA S ANTI , 5 - Z ONA IND . D4 - AL A UTORIZZAZIONE T RIBUNALE DI A LESSANDRIA N . 59 DEL 15.11.1965 A UT . D IR . P ROV . PT AL N . 75 H ANNO COLLABORATO :

C RISTINA B AGNASCO , M ARCO O TTONE , M ARIO R ENDINA , P AOLA R OSSI , M ARCO

V ISCA

F INITO DI IMPAGINARE IL 06/05/2014

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Stampato su carta ecologica riciclata

I N PRIMO PIANO ...

Testo unico della vite e del vino 4

Elezioni Confagricoltura 5

Rendina “Maestro del Lavoro” 7

Linee di indirizzo del PSR 2014-2020 8-9

Informazioni fiscali 10

Livraghi alla guida degli uffici CCIAA 11

Difesa e diserbo del riso 16-17

SISTRI: esonero imprese con meno di 10 dipendenti 18

Siamo i primi agenti del cambiamento

L

o scorso 15 aprile a Roma si è svolta l’assemblea annuale della nostra Con-fagricoltura, che prevedeva, oltre alla approvazione del bilancio 2013, il rin-novo delle cariche nazionali per il pros-simo triennio.

Ancora una volta le unioni del Piemonte hanno dato prova di compattezza, vo-tando unite per la rielezione del Presidente Mario Guidi e per la giunta esecutiva, che è stata rinnovata in tre componenti. Tale unità di intenti è stata premiata, consi-derato che Ezio Veggia, nostro rappresen-tante a Roma è stato confermato in giunta con il maggior numero di voti fra tutti i can-didati.

Molto interessante e degna di commento è stata la relazione del presidente Guidi, che ha iniziato analizzando i tempi e i modi nei quali si è generata questa crisi economica che tuttora sta attraversando il nostro paese, e il fatto che molti di noi e anche qualche autorevole rappresentante del nostro go-verno, pensasse che l’Italia avendo si un debito pubblico molto alto, ma anche un capitale di stato elevato, sarebbe stata toccata molto marginal-mente dalla crisi.

Ci siamo invece ritrovati dopo tre anni ad essere coinvolti pesantemente, con continui ribaltoni politici e nuovi governi che aumentavano in modo conside-revole le tasse anche al settore agricolo, fino all’ultimo governo Renzi che parla di azzeramenti degli status quo del nostro paese, fino a mettere in di-scussione le organizzazioni di rappresentanza come la nostra, additandole apertamente di essere complici nel freno allo sviluppo di questo paese, e af-fermando chiaramente che da ora in poi le decisioni saranno prese senza consultarle.

Non possiamo pensare che tutti questi cambiamenti in atto non riguardino anche la nostra organizzazione, né approvare i tagli e le riforme apportate in altri settori dello stato, salvo dissentire quando si chiede anche a noi di proporci in modo diverso.

In questi 3 anni però la nostra Confederazione non si è fermata a guardare indietro, ma ha cercato di anticipare il cambiamento, parlando già a Taor-mina 2012 di reti di impresa,agroindustria, collegamenti con le banche, puntando alle vere aziende agricole, quelle con un fatturato degno di questo nome.

Anche perché questa richiesta di cambiamento viene prima di tutto dalle campagne, dalle nostre aziende agricole, che stanno loro stesse cambiando profondamente.

Basti pensare che negli ultimi 10-12 anni, le società agricole sono aumentate del 68%, superando il numero delle 13.000 unità, rappresentanto il 25% del valore aggiunto della nostra agricoltura e assorbendo il 20% della ma-nodopera dipendente.

Così in questi ultimi anni, trovano spiegazione i grandi cambiamenti che ab-biamo iniziato in Confagricoltura, con i 17 progetti ideati dal pool dei nostri direttori, volti a rimotivare la nostra rappresentanza, a ripensare al nostro ruolo sindacale e organizzativo.

Abbiamo insomma capito di essere noi i primi agenti del cambiamento. Tutto questo, unito alla creazione di Agrinsieme, può farci dire che la Confa-gricoltura non ha subito passivamente questi grandi stravolgimenti che sono avvenuti, ma ha cercato di contrastarli e di riposizionarsi in un ruolo di rap-presentanza più moderno.

Abbiamo capito, forse meglio di altri, come l’agricoltura abbia bisogno di aziende moderne, efficienti, innovative, e non di populismo e di protezio-nismo, perché questi ultimi sono dei freni allo sviluppo economico e affos-sano le aziende, finendo per mantenere un tessuto fragile e polverizzato. Il lavoro rimane lungo, difficile e complicato, ma i concetti e le considera-zioni esposte dal nostro presidente Guidi, che ho cercato di sintetizzare in questo articolo, devono renderci ottimisti per il futuro della Confagricoltura e giustamente orgogliosi del lavoro svolto.

Luca Brondelli

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