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Confagricoltura
Piemonte
FEASR
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l’Europa investe nelle zone rurali
Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013
Misura 111.1 sottoazioneB Informazione nel settore agricolo
“M
antenere i diritti di impianto gestiti dagli Stati membri a livello nazionale o regionale, con un sistema di riserve, e con la facoltà di definire regole di gestione più restrittive nel principio della sussi-diarietà” . E’ questa la posizione di 11 Stati membri (Italia, Francia e Spagna in primis) sulla gestione del potenziale vitivinicolo, ribadita il 21 settembre scorso a Palermo, con un documento ufficiale presentato nel corso dei lavori del Gruppo di Alto livello. Posizione che Confagricoltura ha accolto con molto favore. Non altrettanto favorevole è il giudizio dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli sul documento presen-tato dalla Commissione europea, che conferma le proposte anticipate dal commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos a Cipro su un si-stema differenziato. Ad avviso di Confagricoltura la diversa regolamenta-zione delle superfici, affidata alle interprofessioni per i vini DOP e IGP e alle organizzazioni dei produttori per quelli comuni, sarebbe gravissima.
“La gestione del potenziale – ribadisce il presidente di Confagricoltura Gian Paolo Coscia - deve rimanere a livello centrale e non può essere demandata alle organizzazioni dei produttori o alle organizzazioni professionali. E’ fonda-mentale avere strumenti omogenei”.
“Il vino – ricorda il direttore di Confagricoltura Valter Parodi – è il fiore all’occhiello del commercio agroalimentare italiano (4,4 miliardi di euro) e che con un fatturato di 10,7 miliardi di euro e 1,2 milioni di addetti, riveste un ruolo strategico dal punto di vista economico ed occupazionale in molte aree del Paese. Il nostro territorio, storicamente vocato, il nostro patrimonio ampelogra-fico e il loro sistema di gestione sono un valore aggiunto per i nostri vini e deb-bono essere assolutamente difesi”.
U
na votazione del Parla-mento Europeo ha di fatto abolito il complesso nor-mativo inerente la regolamenta-zione delle carni bovine. Una scelta altamente negativa a se-guito di una serie di piccoli ma preziosi passi in avanti compiuti negli ultimi tempi da un nutrito gruppo di soggetti - tra i quali la Regione Piemonte - per la tutela delle carni di qualità. La bocciatura dell’assem-blea europea è avvenuta per uno scarto di appena 8 voti: l’abolizione dell’etichetta facoltativa rappresenta un grave danno nei confronti del consumatore - che sarà inevitabilmente meno in-formato su ciò che mangia -
ma anche una rilevante penalizza-zione per tutti quegli allevatori che attraverso un’attività altamente professionale, si differenziavano per la qualità del prodotto. Una grave ritirata dopo un per-corso che, anche grazie alla co-stante sollecitazione della nostra Regione, negli ultimi anni aveva ottenuto importanti obiettivi nel nome della trasparenza.
Abolita l’etichettatura facoltativa delle carni bovine
Diritti di impianto: posizioni diverse in Europa
Pagina a cura di
Rossana Sparacino
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