In breve del 5 Novembre 2013

05/11/2013

Il mercato dei cereali e della soia (Fonte: Newsletter Obiettivo Cereali – L’Informatore Agrario)
Rispetto alle scorse settimane sembrerebbe che la corsa dei prezzi del grano tenero si sia rallentata. Anche in Europa e in Italia si continua a registrare una moderata crescita. Il listino di Milano per il frumento panificabile ha chiuso martedì scorso a 214,50 euro/t (+3 euro/t), aumento identico per tutte le categorie). A Bologna il fino ha chiuso a 208,50 euro/t (+2 euro/t), ma a differenza di Milano le categorie superiori sono rimaste invariate. In effetti, le farine ferme e i sottoprodotti in aumento sembrerebbero indicare una domanda industriale statica o forse anche in calo. Il Matif ha chiuso venerdì in positivo (207,75 euro/t) dopo una settimana caratterizzata da notevoli incertezze. Mercoledì sembrava addirittura che la quotazione per il future di dicembre potesse tornare sotto i 200 euro, ma poi si è scatenata una corsa all’acquisto che ha invertito il trend, nonostante un mercato «fisico» non molto dinamico (197 euro/t reso al porto di Rouen). Meno positiva la situazione a Chicago, dove la quotazione per dicembre è scesa fino ai 678,6 cent/bushel. Nonostante il buon andamento delle esportazioni Usa, influiscono sulle aspettative degli operatori le semine in Russia e Ucraina (che stanno andando bene) e l’incertezza sugli effettivi volumi d’importazione della Cina per i prossimi mesi.

In Italia il mercato del mais resta stabile: invariato a Milano (198,50 euro/t), +1 euro/t a Bologna (190 euro/t). Il mais estero continua a quotare tra i 200 e 215 euro/t, ma in realtà a Ravenna si può acquistare mais ucraino anche a 180 euro/t.  Segnali preoccupanti giungono invece dai mercati esteri. Il Matif ha perso ben 14 euro a tonnellata in soli 5 giorni (chiusura di venerdì a 163,25 euro/t), e la tendenza a (s)vendere titoli non sembra arrestarsi, evidentemente per il timore di ulteriori cali. D’altronde con l’euro forte e la superproduzione statunitense (rese e produzione sono state da poco riviste al rialzo dall’agenzia Informa), l’offerta europea deve necessariamente rivedere le quotazioni, altrimenti esce fuori dal mercato.  Anche a Chicago il mais è in calo, anche se non così bruscamente: la chiusura di venerdì è stata di 427,2 cent/bushel, 13 cent in meno rispetto al venerdì precedente.

Segnali preoccupanti dai mercati internazionali: i prezzi sono in netto calo, e ciò non tarderà a riflettersi anche sul mercato italiano.

L’orzo nazionale continua a registrare prezzi invariati: 209 euro/t a Milano e 203 euro/t a Bologna. Attenzione però ai movimenti sui mercati internazionali: in Francia, per poter recuperare competitività sui mercati del Medio Oriente, i prezzi sono calati e ora l’orzo vale 176 euro/t reso al porto di Rouen. È probabile che nelle prossime settimane inizierà a farsi sentire la tendenza al ribasso del mais, che con i prezzi attuali diventa sempre più conveniente per gli usi zootecnici. Il mercato nazionale non reagisce ancora alle pressioni al ribasso sui mercati internazionali. C’è il serio rischio che le quotazioni ufficiali risultino sopravvalutate rispetto al mercato reale.

Per quanto riguarda la soia purtroppo l’ottimismo delle ultime settimane sembra essere sfumato. I mercati internazionali hanno preso atto dell’offerta abbondante (le stime Usda danno rese e produzioni in rialzo rispetto alle precedenti previsioni) e di conseguenza i prezzi sono in calo: venerdì Chicago ha chiuso a 1.266 cent/bushel rispetto ai 1.300 della settimana precedente. In Italia le quotazioni per la soia nazionale restano nominalmente invariate: Milano 425,50 euro/t, Bologna 423,50 euro/t.

 
Autorizzazione di mais ogm al vaglio dell’Unione Europea
Nella prossima riunione del collegio, mercoledì 6 novembre prossimo, la Commissione UE potrebbe decidere di autorizzare la coltivazione del mais ogm DAS1507 della Pioneer. A confermare le indiscrezioni – scrive L’Informatore Agrario - è stato Frederic Vincent, portavoce del commissario alla salute e alla tutela dei consumatori Tonio Borg.  La richiesta di autorizzazione alla coltivazione risale al 2005 e in settembre la Corte di giustizia europea ha emesso una sentenza contro la commissione proprio per il ritardo del dossier. “Nulla è già deciso - ha dichiarato Vincent - ma al momento nell'agenda del collegio di mercoledì prossimo c'è un punto che riguarda la necessità di dare seguito alla sentenza della Corte”.