L'Agricoltura Italiana è pronta ad assorbire posti di lavoro in eccesso degli altri comparti

08/04/2009
“L’agricoltura, forte della sua natura anticiclica, può assorbire parte delle diverse migliaia di posti di lavoro in eccesso degli altri comparti produttivi, aiutando significativamente il nostro Paese a superare la fase di crisi anche sotto l’aspetto occupazionale”. Parole del nostro presidente nazionale Federico Vecchioni, ben consapevole che la nostra organizzazione delle imprese agricole da sola raccoglie oltre la metà delle terre coltivate del Bel Paese. Dal “Forum Futuro Fertile” di Taormina del 26-28 marzo scorsi, cui ho preso parte insieme al direttore provinciale Valter Parodi, Vecchioni ha lanciato un messaggio di positività e di apertura in un momento negativo per molti settori produttivi, primo fra tutti quello dell’industria automobilistica e meccanica, che per essere raccolto ha bisogno però di una condizione necessaria: “Noi siamo pronti, se gli italiani hanno però la volontà di tornare a lavorare in agricoltura”. Vecchioni sottolinea come a caratterizzare il lavoro agricolo siano, in buona parte, la flessibilità e la temporaneità, caratteristiche in grado di generare un’offerta ad hoc in un momento di esigenze occupazionali straordinarie e contingenti come quelle attuali. L’agricoltura può alleviare le difficoltà di molti lavoratori di altri comparti produttivi in difficoltà, rappresentando per loro una fonte sia sostitutiva che integrativa del reddito familiare. In questa direzione, Confagricoltura commenta positivamente la proposta del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi di adattare temporaneamente le disposizioni della legge Biagi in materia di prestazioni occasionali di tipo accessorio. In altre parole, si parla dell’estensione temporanea dei “voucher”, sperimentati con ottimi risultati nel corso della vendemmia 2008, alle altre forme di lavoro stagionale agricolo (raccolta delle olive, di frutta, semine, potature ecc.), semplificando ulteriormente l’iter burocratico, e innalzando le soglie di reddito “aggiuntivo” compatibile con il mantenimento delle integrazioni del reddito per i lavoratori (oggi fissato a 5.000 euro). Un’iniziativa, quella del ministro Sacconi, certamente valida e tempestiva, che può offrire una grande opportunità ai cittadini in difficoltà che possono occupare spazi che per essere colmati oggi hanno bisogno di rivolgersi all’estero: sono molte migliaia infatti gli addetti che, per le più svariate mansioni, annualmente lavorano per periodi di tempo di varia durata alle dipendenze delle imprese agricole, e tra questi molti lavoratori provenienti dall’estero. Gian Paolo Coscia Presidente