Stati Generali dell'Agricoltura Alessandrina - La nuova PAC illustrata da Paolo De Castro

28/01/2011

Il “manifesto di programmazione agricola e rurale” ha costituito la sintesi del lungo percorso di lavoro rappresentato dagli Stati Generali dell’agricoltura alessandrina, un’articolata e complessa serie di studi organizzati per settore produttivo e sviluppati da rappresentanti di tutte le categorie produttive della filiera agricola provinciale che si sono confrontati sull’attualità e sulle prospettive future dei rispettivi comparti.
La presentazione del Manifesto conclusivo è avvenuta a Palazzo Monferrato ad Alessandria il 24 gennaio scorso durante un partecipatissimo convegno che ha visto il suo momento clou nella chiusura affidata ad un ospite di grande prestigio quale l’onorevole Paolo De Castro, ex ministro dell’agricoltura, oggi parlamentare europeo e presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.
All’evento era presente il presidente provinciale Gian Paolo Coscia con numerosi dirigenti e funzionari di Confagricoltura Alessandria.
In modo apprezzabilmente chiaro l’on. De Castro ha illustrato a grandi linee i temi principali della nuova PAC evidenziandone le criticità ed i rischi per il nostro Paese.
Il sostegno all’agricoltura sarà strutturato su almeno quattro livelli con un pagamento di base uguale per tutti gli agricoltori di determinate aree geografiche, senza alcun riferimento storico. Vi sarà poi un ulteriore intervento per l’applicazione di misure agroambientali analoghe  a quelle previste oggi dal secondo pilastro (PSR).
Il terzo livello prevederà interventi per le zone svantaggiate (l’attuale indennità compensativa) ed infine avremo un quarto livello riservato alle agricolture con specifiche necessità di sostegno e tutela.
“Sullo specifico della riforma si hanno oggi poche certezze e tanti dubbi” ha esordito De Castro. La “comunicazione” della Commissione più che un lavoro organico pare una lettera di intenti che  dovrà essere riempita di contenuti nei prossimi mesi. A cavallo dell’estate 2011 dovrebbe essere pubblicata la proposta del commissario Ciolos che sarà la prima esposizione dettagliata del programma di riforma.
“Avremo certamente un effetto redistributivo dei pagamenti PAC - continua l’on. De Castro - con settori penalizzati quali ad esempio la zootecnia, il riso, l’olivo che perderanno i contributi specifici oggi accoppiati alla coltura o inclusi nei titoli storici disaccoppiati e settori fino ad oggi trascurati che riceveranno maggiori attenzioni: l’ortofrutta, la vite, il bieticolo”.
Proprio per attenuare l’impatto penalizzante della riforma è prevista una certa flessibilità del sistema, con dotazioni finanziarie a disposizione dei singoli Paesi per sostegni differenziati ai settori più delicati (il già citato quarto livello del primo pilastro).
Il criterio degli aiuti di base parametrati alla superficie aziendale dovrà essere in qualche modo corretto con l’introduzione del parametro PLV (produzione lorda vendibile) proprio per tutelare Paesi come il nostro con agricolture intensive.
Grande attenzione dovrà essere posta al contenimento della volatilità dei prezzi dei prodotti che anche quando, in apparenza, può avvantaggiare l’agricoltore, crea sempre squilibri di mercato che penalizzano in definitiva gli attori più deboli della filiera, quindi i consumatori ed i produttori primari.
“Sarà questa tuttavia una battaglia durissima in quanto la domanda mondiale di prodotti di base è in costante aumento, trascinata dalla crescita dei redditi nei Paesi emergenti quali Cina, India, Brasile che non riescono a sviluppare le proprie agricolture in modo sufficiente a soddisfare i consumi interni  crescenti. Fra l’altro l’equilibrio difficilmente sarà raggiunto nel breve e medio periodo e questa  condizione continuerà ad alimentare la volatilità dei prezzi e le conseguenti tensioni sociali che si manifestano in modo eclatante nei disordini internazionali mostrati ormai quotidianamente dai telegiornali” conclude De Castro.
Le misure comunitarie ipotizzabili per controllare in qualche modo i prezzi dovranno passare inevitabilmente attraverso una seria concentrazione dell’offerta con la stipula di accordi di filiera e contratti di produzione e saranno indirizzate soprattutto al potenziamento degli organismi associativi fra agricoltori, con finanziamenti massicci alla creazione e allo sviluppo delle Organizzazioni di produttori.
In Italia questi aspetti saranno da seguire con particolare attenzione in considerazione della polverizzazione dell’offerta agricola sui nostri mercati, che si è tradotta nel 2010 in una netta diminuzione del reddito agricolo italiano (- 3,3%) a fronte di una crescita europea media del 12.3% con punte attorno al 20% ed oltre per Francia, Germania e Spagna.
L’organizzazione del mercato, la competitività delle aziende, la formulazione da parte del mondo agricolo di proposte quanto più possibile unitarie, che superino le odierne divisioni suicide: solo attraverso lo scrupoloso perseguimento di questi obiettivi l’agricoltura italiana potrà affrontare le sfide dei prossimi anni che, nell’ottica delle congiunture internazionali presenti e prossime venture, appaiono veramente impegnative e tali da non consentire alcun errore strategico o ritardo nelle scelte.