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maggio 2014

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al 2004 a oggi i pernotta-ment i turist ici in Pie-monte sono cresciuti del 36%, attestandosi nel 2013 a quota 12,7 milioni di presenze (7,6 dall’Italia e più di 5 milioni dall’estero), in crescita del 2,2% sull’anno precedente.

Un risultato positivo in contro-tendenza rispetto all’andamento del turismo nazionale, che lo scorso anno ha registrato una flessione di oltre il 4%. In lieve crescita il numero degli arrivi, 4,3 milioni circa. L’incre-mento dei pernottamenti si ri-flette positivamente sul periodo di permanenza, che sale sfio-rando i 3 giorni.

La crescita maggiore di pernotta-menti, anche come effetto dei World Masters Games, si registra nei mesi estivi e in particolare a luglio (+4,5%), agosto (+4,8%) e settembre (+8%),

Da evidenziare il buon risultato del mercato domestico che, con-trariamente al resto d’Italia dove, nei primi dieci mesi del 2013 si perde in media l ’8%, in Pie-monte torna a crescere, se-gnando +4,8% sui pernot ta-menti e +3,3% sugli arrivi. Sul fronte estero la Germania rimane il primo mercato (con oltre 1,2 milioni di pernottamenti che rappresentano il 2° miglior ri-sultato degli ultimi dieci anni); ma un vero e proprio boom si re-gistra dalla Russia, che supera le 110mila presenze, in crescita del 32%. Ottimi risultati anche da Francia, +21%, e USA, + 7%. In crescita anche i posti letto, che hanno superato la quota di 191mila, e le strutture ricettive, che sono ormai più di 5.700. Sulle colline il turismo estero vale il 50% delle presenze totali (in tutto 1,6 milioni) e l’incre-mento controbilancia il calo del

mercato italiano che, a diffe-renza del buon risultato regi-strato sul resto del Piemonte, qui segna una flessione dovuta alla tipologia stessa del prodotto, ri-volto soprattutto a un target ad alto potenziale di spesa. Insomma, se gli italiani, a causa della crisi economica, si sono concessi meno vacanze enoga-stronomiche, ad aumentare sulle colline di Langhe, Roero e Mon-ferrato sono stati invece gli stra-nieri, facendo crescere in modo considerevole il fatturato turi-stico: in media, un turista che ar-riva dall’estero spende in que-st’area oltre 180 euro al giorno, ovvero l’80% in più rispetto a uno in arrivo dall’Italia.

“Il fatturato delle imprese turistiche piemontesi è cresciuto nel 2013, così come è cresciuto il numero di turisti che hanno scelto di trascorrere una vacanza sul nostro territorio - sotto-

linea il presidente della Regione,

Roberto Cota Un dato, per il se-condo anno consecutivo, in contro-tendenza rispetto alla flessione del turismo nazionale, che premia il la-voro di tanti grandi e piccoli im-prenditori e il nostro sforzo per so-stenere il settore e creare nuovi posti di lavoro”.

“Nel 2013 è tornato a crescere in Piemonte anche il turismo nazio-nale, cosa non avvenuta nel resto d’Italia - sottolinea l’assessore re-gionale al Turismo, Alberto Cirio

- E nelle aree dove il mercato dome-stico ha continuato a registrare una flessione c’è stata, invece, la forte crescita del turismo straniero, con ri-cadute economiche ancora più consi-stenti. In particolare il boom della Russia è il frutto di una promozione specifica su questo mercato, com-presa la partecipazione alla più im-portante fiera del settore, il Mitt di Mosca. La prossima sfida guarda naturalmente all’Expo 2015, con l’obiettivo di portare in Piemonte il 10-15% dei 20milioni di visitatori attesi per l’evento”.

Analizzando l’andamento delle singole ATL (Agenzie Turistiche Locali), al primo posto si con-ferma, Torino con la sua pro-vincia, in crescita nel 2013 con oltre 2 milioni di turisti (+1,7%) e oltre 5,9 milioni di pernotta-menti (+7,7%).

Al secondo posto per miglior ri-sultato di crescita si posiziona l’Astigiano, con +5,1% sui per-nottamenti (oltre 267mila e più della metà dall’estero) e +1,6% sugli arrivi (oltre 110mila). Al terzo pos to la provincia Granda, dove l’Atl di Cuneo regi-

stra +2,3% sugli arrivi (304mila) e +2,5% sui pernot tament i (984mila). Buona anche la cre-scita di Langhe e Roero con quasi 266mila arrivi e 627mila pernot-tamenti, di cui il 62% dall’estero, in crescita di oltre il 4,5%. Il Distretto dei Laghi, Monti e Valli d’Ossola, dopo Torino, si conferma la seconda destina-zione turistica in Piemonte con oltre 3,3 milioni di pernotta-menti. Nel 2013 paga, però, la flessione del mercato olandese e tedesco, con un calo generale del 3% sulle presenze e del 2% sugli arrivi, che si attestano comunque a 914mila.

In lieve flessione (-1%) anche l ’Alessandrino, dove i turisti erano però cresciut i del 4% l’anno precedente. Gli arrivi si at-testano a oltre 317mila e i per-nottamenti a quasi 700mila. Crescono, invece, i turisti a Ver-celli e in Valsesia (+2% e oltre 85mila arrivi), con un lieve calo della permanenza che vede in tutto 299mila pernottamenti. Il Biellese evidenzia un incre-mento per gli arrivi dall’estero, ma registra una contrazione del mercato italiano, che porta com-plessivamente a 77mila arrivi (5mila meno del 2012) e oltre 218mila pernottamenti (18mila meno dell’anno precedente). Nel Novarese una diminuzione dell’offerta ricettiva (pari a -7,5% dei posti letto) si riflette sui flussi, che si attestano a 318mila pernottamenti (32mila in meno rispetto al 2012) e 152mila arrivi (16 mila in meno sull’anno pre-cedente).

Turismo: nel 2013 flessione in italia, ma il Piemonte continua a crescere

“I

l documento di economia e finanza (DEF) prevede un programma di riforma ampio nelle sue linee generali in ordine ai tagli delle spese e alle aree di spreco. Quello che però non si può condividere è l’aggravio fiscale solo per alcuni settori produttivi, in particolare per l’agricoltura”. Lo ha detto Mario Guidi, coordinatore di Agrinsieme, commentando il decreto Competitività e giustizia sociale.

“I tagli previsti comportano un forte aggravio di im-posizione per le imprese agricole – ha osservato Agrinsieme –. Il governo si era impegnato a selezio-nare i tagli per ridurre la spesa pubblica improduttiva. E si poteva anche discutere su quali risorse per l’agri-coltura fossero improduttive, ma questo andava fatto con un’approfondita conoscenza del settore, cosa che le misure annunciate non rispecchiano”.

Particolarmente critico il giudizio di Agrinsieme sulla cancellazione dell’esonero Iva per le aziende con un fatturato inferiore a 7.000 euro. Il coordinamento di

Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari si era battuto fortemente affinché queste aziende fossero esentate, in nome della sem-plificazione, da ogni adempimento burocratico, a partire dalla dichiarazione degli elenchi dei fornitori. Senza successo, perché altre organizzazioni ne ave-vano sostenuto la necessità in nome della tracciabi-lità. Il risultato è che il legislatore, coerentemente, ora trasforma la tracciabilità in onere fiscale! E le piccole imprese non solo dovranno dichiarare gli elenchi dei fornitori, ma anche pagare l’Iva.

“A fronte di questi prelievi - ha concluso Agrinsieme - servono le misure di sviluppo che sostengano la cre-scita delle aziende agricole, permettano di migliorare la produzione, favoriscano l’innovazione e la propen-sione all’export, che potrebbe tornare a crescere, (+3,3% a febbraio rispetto all’anno precedente). Non si può pensare di fare una riforma a metà che rischia di finire per indebolire il sistema produttivo del Paese, il made in Italy e l’occupazione”.

Lo sviluppo non si ottiene solo con i tagli

L’agricoltura ha bisogno di politiche orientate alla crescita

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