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LUGLIO-AGOSTO 2014

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c n l v g I d L m m d C s 2 b p p c s d s L n c z m p A z P

A

seguito dell’ultima Borsa merci della CCIAA di Alessandria, quotata ieri mattina, il Coordinamento provin-ciale di Agrinsieme lancia un segnale di al-larme per il comparto cerealicolo, focaliz-zando l’attenzione sull’eccessiva contrazione dei prezzi all’ingrosso del grano.

Quest’anno, i prezzi hanno visto una dimi-nuzione continua rispetto a quelli delle scorse campagne 2012 e 2013. Il grano pro-dotto nel 2012, ad esempio, nel Listino di giugno 2013 era quotato in media a 240 euro a tonnellata. Il frumento del 2013, a maggio 2014, risultava valere circa 190 euro/ton. La Borsa merci del 14 luglio ha quotato circa 175 euro a tonnellata. Per gli agricoltori, quindi, sono state perse ben 65 euro a ton-nellata! Se si calcola che la media produttiva ad ettaro è pari a 5,5/6 tonnellate, si evince che rispetto allo scorso anno sono andati in fumo circa 350 euro per ogni ettaro coltivato. La provincia di Alessandria è una delle prime produttrici in Italia di grano tenero con circa 40 mila ettari coltivati ogni anno, da cui si ot-tengono circa 2 milioni di quintali di grano. In due anni, pertanto, per i nostri agricoltori si è avuto un mancato reddito di circa 14 mi-lioni di euro.

Insomma, una situazione chiaramente inso-stenibile ad avviso di Agrinsieme, come di-chiara il vice presidente di Confagricoltura Alessandria Giuseppe Alferano : “È assoluta-mente necessario che si prendano urgenti e effi-caci misure per far fronte a questo problema che attanaglia le nostre aziende agricole”.

A ciò si aggiunge una staticità dei mercati lo-cali che di sicuro non aiuta. “Basti pensare che i mulini in questi giorni stanno ancora ritirando e consumando i grani raccolti lo scorso anno” af-ferma il Vice presidente di Confagricoltura. I lavori in campagna di questi giorni sono in-centrati sulla trebbiatura. Il cattivo anda-mento climatico dell’ultimo periodo ha reso difficile la valutazione della qualità dei ce-reali. Le previsioni sull ’andamento dei prezzi, che sono conseguenza, non sono di sicuro rosee.

“Il tutto in un periodo in cui il reddito delle aziende del settore primario è in diminuzione, contrariamente a quello dei mezzi tecnici, quello di vendita in panetteria e alla tassazione, che sono in ascesa. – sostiene Mariano Pastore , di-rigente di Confagricoltura e presidente della Produttori Mais - Il risultato è semplice. Si la-vora senza riuscire a coprire i costi di produzione. Per questo diciamo che è in atto una vera e pro-pria emergenza grano!”

Oltre al discorso prezzi, Agrinsieme pone l’attenzione dell’opinione pubblica sugli ot-timi risultati ottenuti sul fronte della salu-brità del grano alessandrino. Il direttore di Confagricoltura Alessandria Valter Parodi

proferisce: “Grazie ad un forte impegno profuso in questi ultimi anni dai nostri produttori ade-renti al cosiddetto ‘Progetto Grano di Alessan-dria’ si è riusciti a creare masse critiche omogenee adatte per l’industria molitoria”.

“Chiediamo al Governo di compiere maggiori controlli sulla qualità, onde evitare che si verifi-chino casi come quello del 26 febbraio scorso in cui la Guardia di Finanza di Pesaro ha fermato del grano importato dall’Est venduto come biolo-gico, in realtà radioattivo” concludono i membri di Agrinsieme Alessandria.

Rossana Sparacino

Agrinsieme lancia l’allarme: “Emergenza grano!”

I

risicoltori piemontesi e lom-bardi di Confagricoltura e CIA, con l’adesione delle in-dustrie risiere (Airi), delle riserie artigiane (Confartigianato) e delle associazioni dei Mediatori, si sono trovati davanti ai Saloni della Borsa Merci, sede impor-tante per le contrattazioni di prodotti agricoli per dire stop alle importazioni di riso a dazio zero dalla Cambogia e dall’ex Bi rmania e sens ibi l izzare i l mondo politico e l ’opinione pubblica nei confronti di una ri-sicoltura in profonda crisi. Il tra-col lo che s ta subendo oggi questo importante settore agri-colo minaccerà l’equilibrio di un intero territorio e l’economia di un intero Paese.

I produttori agricoli hanno vo-luto ricordare che senza le op-

portune difese alle frontiere dal prodotto proveniente da agricol-ture dai costi di produzione nemmeno lontanamente com-parabili con quelli europei, la ri-sicoltura italiana rischia di essere fortemente ridimensionata, met-tendo in pericolo un intero terri-torio e l’insieme della filiera, con gravi ripercussioni sul tessuto economico ed occupazionale. Va riconosciuta in termini con-creti la valenza ambientale della risaia e la sua importanza vitale per il regime delle acque superfi-ciali e sotterranee dell’intera Pia-nura Padana. Una risicoltura ri-dimensionata, a cascata, espli-cherebbe i suoi effetti anche sui Consorzi irrigui e sul territorio, in quanto i risicoltori non avreb-bero più interesse a mantenere quella rete irrigua che, fino ad

oggi, ha salvaguardato il terri-torio da dissesti idrogeologici e da alluvioni che con sempre maggiore frequenza si manife-stano in altre zone.

Gli agricoltori, scesi a centinaia in piazza, hanno chiesto l’appli-cazione della clausola di salva-guardia per proteggere la risicol-tura da un prodotto estero che si presenta con costi inferiori, ma senza la qualità e il valore socio-

ambientale che contraddistingue il riso italiano.

In particolare i sit in sono avve-nuti lunedì 14 luglio a Novara, martedì 15 a Vercelli e a Milano, il 16 a Pavia e venerdì 18 luglio a Mortara. Hanno preso parte alla protesta anche i dirigenti, i fun-zionari e gli agricoltori associati di Confagricoltura Alessandria, in special modo provenienti dalla Zona di Casale Monferrato.

Risicoltori in piazza per salvaguardare il comparto

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