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ottobre 2014

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Aratro portato

“O

gm s igni f ica anche meno chimica”. Lo si sottolinea in un ‘ma-nifesto’ per contrastare la diffu-sione del lepidottero della pira-lide firmato dai presidenti di varie strutture regionali di Con-fagricoltura, del Nord ma anche del Sud questa estate.

“Gli Ogm non sono contro la biodi-versità - rilevano i sottoscrittori del manifesto - possono favorire un’attività produttiva maidicola più rispettosa dell’ambiente. Altrimenti è inevitabile il trattamento chimico: le ferite provocate dalle larve dell’in-setto sulla coltura causano perdite di produzione, ma soprattutto creano l’habitat ideale per lo sviluppo di funghi. Il risultato è che la granella rischia di essere contaminata da mi-cotossine, altamente tossiche per uomo e animali d’allevamento”.

Il mais è un prodotto indispensa-bile che serve per l’alimentazione umana e animale; poiché non ne produciamo abbastanza, lo im-portiamo in parte dall’estero dove si produce avvalendosi dell’ingegneria genetica che ‘in-segna’ alle piante a difendersi da sole dai parassiti.

“Il problema della piralide interessa anche la Spagna – osservano i fir-matari del manifesto – dove è stato risolto consentendo le semine di mais Bt, la soluzione più sem-plice, più economica e più rispettosa dell’ambiente e della salute dei con-sumatori”.

“Confagricoltura – si legge in una nota dell’Organizzazione – de-nuncia da anni il problema, invi-tando tutti gli attori della filiera del mais a mettere in atto ogni misura necessaria a ridurre la presenza di tali sostanze”.

“Non vogliamo gli Ogm a tutti i

costi – conclude Confagricoltura – vogliamo però che venga data fi-ducia alla scienza, alla ricerca nel valutare i pro e i contro dell’inge-

gneria genetica in maniera rigorosa, non emotiva. Soprattutto non fac-ciamo degli Ogm una battaglia ideologica, perché ci sono problemi

enormi, come quelli della piralide del mais e dell’uso di 100 mila litri di prodotti chimici, che vanno af-frontati con risposte scientifiche”.

A

nche quest’anno sta per iniziare la stagione dei trattamenti antipiralide sul mais. Una superficie stimata di 900.000 ettari verrà a breve trattata con più di 100.000 litri di insetticida, per un giro d’affari per le multinazionali della chi-mica di 45 milioni di euro.

E tutto questo con buona pace della biodiversità, dell’ambiente e di quelle organizzazioni che si fanno paladine della lotta al potere delle multina-zionali e della difesa dell’ambiente.

La verità sta in quanto sostenuto recentemente anche dalla Senatrice Prof.ssa Elena Cattaneo : più Ogm significa meno chimica.

Ovvero che esiste un modo per rendere l’agricol-tura più sostenibile, conciliando rispetto dell’am-biente e produttività: cioè “insegnare” alle piante a difendersi da sole dai parassiti attraverso l’inge-gneria genetica.

Se si rifiutano gli Ogm, invece, il trattamento chi-mico si rende indispensabile: le ferite provocate dalle larve dell’insetto sulla coltura causano perdite di produzione, ma soprattutto creano l’habitat ideale per lo sviluppo di funghi. Il risultato è che la granella rischia di essere contaminata da micotos-sine, altamente tossiche per uomo e animali d’alle-vamento.

La cronaca di questi giorni porta notizie di seque-stro di prodotti alimentari in cui si sono registrati livelli di tossine superiori al minimo consentivo per legge. Confagricoltura denuncia da anni il pro-blema, invitando tutti gli attori della filiera del mais a mettere in atto ogni misura necessaria a ri-durre la presenza di tali sostanze.

Gli attacchi della piralide rappresentano il primo fattore di rischio e poter seminare mais Bt sarebbe la soluzione più semplice, più economica e più ri-

spettosa dell’ambiente e della salute dei consuma-tori.

Il problema della piralide interessa solo il sud dell’Europa, Spagna e Italia in particolare, proprio i Paesi con maggior rischio di contaminazione da tossine. La Spagna si è attrezzata, consentendo le semine di mais Ogm: infatti le loro produzioni sono arrivate a superare stabilmente i 110 q.li/ha. In Italia invece, dove la semina di Ogm non è con-sentita, la produzione di mais è in costante calo dal 2001: l’anno scorso si è attestata 78,1 q.li/ha. Il resto d’Europa è scarsamente interessato alla se-mina dell’unico Ogm approvato per la coltivazione in UE, il mais Ogm Mon810, dato che per loro il problema piralide non esiste.

Ci troviamo pertanto ad assistere al seguente para-dosso: la produzione italiana di mais cala costante-mente, la sua qualità è ogni anno a rischio, le im-portazioni aumentano e il mais di importazione vale, quotazioni di borsa alla mano, più del nostro e qualche volta è pure inquinato dalla diossina, come successo recentemente.

Confagricoltura chiede con forza che tale assurda situazione venga affrontata dalla politica, consen-tendo nuovamente la ricerca sugli Ogm in Italia, con l’obiettivo di arrivare alla coltivazione e ridare competitività alla nostra produzione di mais.

I Presidenti di Confagricoltura firmatari:

Gian Paolo Coscia Piemonte

Lorenzo Nicoli Veneto

Matteo Lasagna Lombardia

Guglielmo Garagnani Emilia Romagna

Claudio Cressati Friuli Venezia Giulia

Michele Pannullo Campania

Umberto Bucci Puglia

FIRMATARI CONFAGRICOLTURA PIEMONTE, VENETO, LOMBARDIA, EMILIA ROMAGNA, FRIULI VENEZIA GIULIA, CAMPANIA E PUGLIA Manifesto: “Più Ogm meno chimica”

Non facciamone una battaglia ideologica!

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