In occasione di San Martino, data che tradizionalmente conclude l’annata agraria, Confagricoltura Piemonte ha presentato a Torino in conferenza stampa lo stato dell’agricoltura piemontese e i risultati della campagna agraria
In occasione di San Martino, data che tradizionalmente conclude l’annata agraria, Confagricoltura Piemonte ha presentato a Torino in conferenza stampa lo stato dell’agricoltura piemontese e i risultati della campagna agraria appena conclusa. Il presidente regionale Enrico Allasia e il direttore regionale Paolo Bertolotto, con i presidenti e direttori delle unioni provinciali (per Alessandria la presidente Paola Sacco e il direttore Cristina Bagnasco) hanno analizzato i principali nodi con cui deve confrontarsi il settore agricolo della nostra regione e i dati produttivi dei diversi comparti, mentre Federico Spanna, esperto in agrometeorologia del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, ha illustrato l’andamento climatico e i principali eventi atmosferici che hanno influenzato l’annata 2025 sia dal punto di vista agronomico, sia da quello fitosanitario. Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente nazionale di Confagricoltura Luca Brondelli di Brondello.
“Il quadro che emerge dalle nostre osservazioni – afferma Allasia – appare, visto dall’esterno, piuttosto sconfortante: costi di produzione crescenti, impegni organizzativi sempre più difficili da gestire e ricavi in diminuzione potrebbero indurre a pensare che l’attività agricola sia ormai troppo complicata da gestire e troppo poco remunerativa perché valga la pena di praticarla. Invece, i nostri agricoltori, pur tra tutte le difficoltà che si trovano a fronteggiare, continuano a fornire sicurezza alimentare e servizi alla comunità, unendo le più moderne tecnologie a una loro antica dote: la resilienza”.
La sintesi dell’annata agraria ha quindi cercato di cogliere, oltre ai dati produttivi, anche i segni di questo atteggiamento, basandosi su informazioni ricavate dall’Anagrafe agricola piemontese e dai più recenti elaborati sul tema, prodotti da autorevoli istituti di ricerca, quali Ires Piemonte, CREA e Istat.
Al termine della conferenza, Luca Brondelli di Brondello, vice presidente nazionale, ha compiuto una panoramica sulla situazione e le prospettive dell’agricoltura e dell’agroalimentare in Italia, soffermandosi su alcuni punti, tra i quali la PAC (Politica agricola comune) e la Legge di Bilancio all’esame del Parlamento. “La futura PAC – ha sottolineato – va profondamente cambiata perché quella prospettata, come hanno sostenuto tutte le organizzazioni agricole dell’Unione Europea riunite nel COPA, sarebbe deleteria per l’agricoltura. Per questo il 18 dicembre ci sarà una grande manifestazione a Bruxelles e se sarà necessario ne faremo altre ancora più forti”. In merito alla Manovra economica, Luca Brondelli di Brondello, ha fatto osservare come, “se da un lato sono state accolte alcune delle richieste presentate da Confagricoltura, dall’altro restano ancora delle preoccupazioni, tra cui la norma che non consente più il recupero dei crediti d’imposta 4.0 anche dai debiti previdenziali”.
Il contesto regionale e la provincia di Alessandria
In Piemonte, il 35,6% del territorio (pari a 903.392 ettari) è dedicato all’agricoltura. Il numero delle imprese agricole continua ad essere in diminuzione, soprattutto per quanto riguarda le piccole aziende a conduzione familiare. La tendenza si è accentuata negli ultimi anni, anche a causa delle numerose crisi che hanno colpito il settore: in 5 anni si è passati infatti da 48.044 a 40.258 aziende, con un calo medio annuo superiore al 2% (fonte Anagrafe agricola regionale). In provincia di Alessandria il numero di aziende nel 2025 è di 6.054 Solo in un anno, (dal 2024 al 2025) si sono perse 446 aziende (-6,8%).
Per contro la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) dal 2011 si è ridotta solo del 9,5%, passando da 947.964 ettari (2021) a 903.392 ettari (2025) (fonte Anagrafe agricola regionale), dato che conferma l’esistenza di un processo di accorpamento progressivo delle aziende che ha portato la loro dimensione media dai 18,2 ettari del 2018 ai 21 ettari del 2025. La SAU in provincia di Alessandria è pari a 142.160 ettari, contro i 147.160 dello scorso anno (-3,4%).
L’utilizzo della SAU più rappresentativo è quello a seminativi (quasi 50% del totale), ma la crescita maggiore è quella della frutta a guscio (+19,5% negli ultimi tre anni), grazie all’espansione dei noccioleti.
In provincia di Alessandria, il comparto più rappresentativo è, per numero di ettari coltivati, è quello cerealicolo, con 26.644 ettari coltivati a frumento (la maggior estensione in Piemonte) e 16.661 di mais. La superficie a vite è di 10.463.
Il clima
Dal punto di vista climatico, dopo che gli ultimi tre anni sono stati caratterizzati da andamenti particolari ed anomali spesso in senso opposto, il 2025 sta facendo registrare un andamento relativamente nella norma, pur con una certa variabilità meteorologica determinata da periodi caratterizzati da pluviometria elevata seguiti da mesi con apporti pluviometrici più ridotti. Per quanto riguarda l’andamento termico, ad oggi, si è assistito all’alternarsi di periodi con temperature nella media e di periodi con temperature eccezionalmente elevate, come giugno, che è risultato tra i più caldi degli ultimi 20 anni e soprattutto agosto, nella cui settimana centrale le temperature si sono mantenute su livelli superiori alla norma con persistenza per diversi giorni sia delle minime, sia delle massime giornaliere su valori non favorevoli ai processi fisiologici delle colture, raggiungendo punte massime di poco superiori ai 39°C in alcune zone dell’astigiano.
Le produzioni
Vite: L’annata vitivinicola 2025 è stata nel complesso equilibrata, ma verrà ricordata per la qualità eccellente delle uve, collocandosi tra le migliori dell’ultimo decennio. La maturazione è stata anticipata (fino a 15 giorni per le varietà tardive). La maggiore criticità fitosanitaria iniziale è stata la peronospora, mentre l'insetto alieno Popillia japonica si è esteso in modo preoccupante (in particolare nel Canavese).
Mele: Si stima un calo del 15% in Piemonte, ma il raccolto si attesta su alta qualità (circa 230mila tonnellate). La superficie coltivata in provincia di Alessandria è di 93 ettari, con una produzione stimata di 25,686 quintali.
Pesche e Nettarine: Le superfici continuano a calare drasticamente (pescheto -50% dal 2015). La campagna 2025 ha però mostrato una soddisfacente produttività e buona redditività (differenziale prezzo/costo del 60%). La superficie alessandrina è di 266 ettari destinate a pesche, con una produzione di 63,162 quintali.
Nocciole: la superficie coltivata è in calo per la prima volta (-500 ettari rispetto al 2024) dopo un decennio di crescita. Nella provincia di Alessandria la superficie è di 3.890 quintali, terza provincia dopo Cuneo e Asti), con una produzione di 71.374 ettari. L'annata è stata negativa con una produzione molto scarsa (calo stimato 50-70%) a causa del fenomeno della cascola. Confagricoltura ha proposto un piano strategico urgente, includendo sostegno per l'espianto/reimpianto, finanziamento per l'irrigazione e la moratoria dei mutui.
Frumento: La superficie destinata al frumento tenero continua a diminuire (circa 70mila ettari, con 4 milioni di quintali di produzione). Nella provincia alessandrina, per il frumento tenero, sono 26.644 gli ettari coltivati, con una produzione di 557.664 quintali, prima provincia in Piemonte. Per il frumento duro la superficie è di 1.861 ettari che hanno prodotto 108.853 quintali (prima provincia in Piemonte).
Mais: la superficie è aumentata nel 2025 (oltre 127mila ettari), ma il trend decennale rimane di calo. In provincia di Alessandria gli ettari seminati a mais sono 16.661 e la produzione di 1.640.990 quintali (terza provincia dopo Torino e Cuneo). La campagna è stata soddisfacente, con rese medie intorno ai 100 quintali/ettaro (circa 10% sotto la media).
Riso: a livello nazionale, la superficie risicola è aumentata (+4,1%). In provincia la produzione è concentrata nella zona del casalese con 7.935 ettari, terza per estensione dopo Vercelli e Novara. La campagna è stata segnata da gravi avversità climatiche: una violenta alluvione di aprile e grandinate a settembre che hanno causato perdite di prodotto in vaste aree. Il mercato risulta instabile e attendista.
Pomodoro da Industria: Il comparto del pomodoro da industria in Piemonte ha registrato una crescita nelle superfici coltivate, pari al +8%. Nell’alessandrino, dove si concentra circa il 90% della produzione regionale, la superficie coltivata è di 3.512 ettari. Tuttavia, ha subito cali di resa dovuti al caldo di inizio estate. Al termine della campagna, la diminuzione rispetto al pomodoro complessivamente contrattato è stata di circa il 13%. Il prezzo di riferimento per il pomodoro da industria è stato fissato a 142,5 €/t. A livello di criticità, nell’Alessandrino è stata segnalata una preoccupante proliferazione di roditori che danneggiano gli impianti e i terreni agricoli.
Bovini da Latte: il settore lattiero-caseario rappresenta stabilmente oltre il 10% del valore della produzione agricola piemontese. Si contano 1.295 aziende (in lieve calo rispetto agli anni precedenti), concentrate soprattutto nelle province di Cuneo (41%) e Torino (39%). La dimensione media degli allevamenti è superiore a quella nazionale, con un 20% delle aziende che produce quasi il 70% del volume totale. Il prezzo del latte si sta assestando intorno a 54-55 euro al quintale. Confagricoltura Piemonte guarda con preoccupazione ai segnali di riduzione dei prezzi di panna, burro e formaggi, che potrebbero portare a una crisi del settore se la tendenza alla contrazione dovesse proseguire. La situazione è aggravata dall'ingresso di latte proveniente dall’estero e dall'aumento delle produzioni in Nuova Zelanda.
Bovini da carne: il settore bovino da carne è considerato il cuore storico e identitario della zootecnia piemontese. La razza Piemontese – Fassona rappresenta un marchio di eccellenza riconosciuto a livello internazionale per la qualità della carne e la sua filiera controllata e tracciabile. A livello di mercato, le quotazioni del vitellone e delle carni pregiate piemontesi si sono mantenute buone (+2–5%) nel 2025, grazie a un'offerta limitata e ai costi di produzione ancora elevati. La filiera piemontese è riuscita a raggiungere quotazioni in grado di assicurare un minimo di remunerazione agli allevatori, nonostante i consumi interni di carne rossa siano in calo. La produzione nazionale è stimata in crescita (tra 750.000 e 800.000 tonnellate). Tuttavia, il settore piemontese registra una diminuzione pluriennale della consistenza degli allevamenti da carne (calo del 5,1% tra il 2020 e il 2024), un trend che si prevede possa continuare a causa delle forti pressioni economiche e normative.
Suini: le pesanti ripercussioni dell’epidemia di Peste Suina Africana, comparsa sul territorio alessandrino nel 2022 ha inciso, e continua ad incidere, sul comparto alessandrino dove oggi si resistono meno di 30 allevamenti.
Il Piemonte, invece, mantiene una posizione di rilievo nel panorama suinicolo nazionale. Il settore è altamente concentrato, con la provincia di Cuneo che ospita oltre il 60% delle aziende e dei capi.
Apicoltura: l’annata 2025 è risultata particolarmente favorevole, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, grazie alle abbondanti piogge primaverili che hanno favorito un’ottima fioritura di acacia. Nonostante le gravi perdite invernali di alveari (anche superiori al 30%) dovute a forti infestazioni di varroa, il raccolto è stato elevato per alcune produzioni. I prezzi al dettaglio sono relativamente elevati e riflettono la combinazione di alti costi di produzione e basse rese.
Alessandria, 11 novembre 2025
IN ALLEGATO