Problemi tecnici e intoppi burocratici rendono il Piemonte una delle regioni
Problemi tecnici e intoppi burocratici rendono il Piemonte una delle regioni meno virtuose in relazione alla spesa del Programma di sviluppo rurale, addirittura al terzultimo posto in Italia, con appena l’1,08% dei fondi utilizzati al 15 ottobre 2016 (dati Mipaaf - Rete Rurale Nazionale – ultimi disponibili). Al primo posto a livello nazionale figura la provincia autonoma di Bolzano con il 14,94% del budget utilizzato. La media italiana dell’avanzamento della spesa pubblica effettivamente sostenuta relativa al periodo 2014-2020, secondo l’ultimo monitoraggio disponibile della Rete Rurale Nazionale, è del 4,1%.
Per quanto riguarda il Piemonte, Confagricoltura ha segnalato ormai da tempo – anche con un presidio sotto la sede dell’Assessorato regionale all’Agricoltura il 4 novembre scorso – le difficoltà della programmazione regionale dovuta a un’impostazione macchinosa e incapace di fungere da volano per le imprese agricole.
Preoccupazioni che si sono purtroppo dimostrate fondate, se ancora oggi permangono complicazioni di vario genere. E’ il caso della misura 6.1, relativa all’insediamento giovani e della misura 4.1.2 sugli investimenti: alcuni giovani agricoltori, per carenza di risorse assegnate al bando, hanno ottenuto il finanziamento per insediarsi in agricoltura, ma non quello relativo al piano di investimento collegato, pur avendone i requisiti ed essendo in graduatoria. Per loro occorrerà aspettare il nuovo bando, annunciato per fine febbraio. Confagricoltura evidenzia inoltre che le disposizioni regionali prevedono che il giovane richiedente il contributo per il primo insediamento debba avere costituito l’azienda “prima della presentazione della domanda di premio di insediamento, con apertura della partita Iva non oltre 12 mesi prima della presentazione della domanda di premio medesima”. Ciò significa – chiarisce Confagricoltura – che coloro che hanno aperto la partita Iva quest’anno e presentato la domanda di premio, che non è stata finanziata per carenza di fondi, avranno tempo soltanto 12 mesi dalla data di inizio attività per ripresentare la domanda di contributo e se, per qualsiasi motivo, i bandi dovessero ritardare, i giovani non potrebbero più beneficare della misura, aggiungendo la beffa al danno.
Un’altra difficoltà riguarda la misura 4.1.1 (investimenti nelle aziende agricole): molte imprese che sono in graduatoria e hanno diritto ai finanziamenti di fatto sono in stallo per mancanza del documento di approvazione, a causa di un problema informatico legato alla firma elettronica.
Nonostante le continue rassicurazioni da parte dell’Assessorato, si registrano ancora troppe lentezze burocratiche e intoppi tecnici che, come si è visto, rendono il Piemonte la terzultima regione d’Italia per capacità di spesa, ma soprattutto impediscono alle imprese di crescere e investire.
Spicca poi la vicenda dell’agroambiente, misura 10, dove per alcune operazioni, come quella dell’agricoltura integrata, solo il 30% delle domande presentate potrà accedere ai premi per l’inadeguata dotazione finanziaria. Per di più, rimaneggiamenti successivi delle graduatorie ufficiali, in gran parte dovuti alla necessità di correggere errori dell’applicativo di gestione, hanno portato ad escludere numerosi beneficiari in un primo tempo ritenuti finanziabili.
Anche in questo caso, come per l’insediamento giovani, alla beffa si aggiunge il danno, perché gran parte delle aziende escluse avevano già completato gli impegni ed effettuato gli investimenti sulle misure collegate.
Tutto ciò comporta un duplice rischio: da un lato si accentua l’emarginazione dell’agricoltura nel contesto dell’economia regionale, dall’altro si inizia ad accumulare un pericoloso ritardo nella distribuzione dei fondi europei, c