L’Assemblea della Zona di Casale Monferrato ha avuto luogo questa mattina
L’Assemblea della Zona di Casale Monferrato ha avuto luogo questa mattina, venerdì 9 febbraio, presso l’Agriturismo Bottazza di Giorgio Leporati in Strada Vecchia per Pozzo Sant’Evasio, 9.
Il presidente provinciale Luca Brondelli di Brondello, il presidente di Zona Giacomo Pedrola, il direttore provinciale Valter Parodi e il direttore di Zona Giovanni Passioni hanno dato avvio ai lavori.
Pedrola ha introdotto gli argomenti oggetto di analisi della mattinata (riso e vite bio) per soffermarsi a riflettere proprio sul biologico: “Vi è una grande attenzione da parte dei consumatori verso questi prodotti ed un consumo crescente rispetto a quelli tradizionali. Dobbiamo prestare attenzione alle esigenze del mercato e valutare a livello aziendale questo metodo di coltivazione”.
Matteo Monchiero, docente di patologia della vite, è poi entrato nel vivo dell’argomento portando un contributo tecnico sulla viticoltura biologica. In particolare si è soffermato sulla possibilità della razionalizzazione della lotta fungicida in viticoltura biologica in vista di una possibile riduzione dei fungicidi contro peronospora e oidio. Ha inoltre accennato alle strategie da adottare contro il Mal dell’esca, malattia del legno in grande espansione nel Monferrato.
Il padrone di casa Giorgio Leporati è in seguito intervenuto in proposito, riflettendo sulla relazione tra i metodi locali in uso per cercare di debellare le malattie quali Flavescenza dorata, Black rot e Mal dell’esca e la vita sempre più breve dei vigneti.
Rimanendo sempre nell’ambito bio, il dott. Mauro Romani dell’Ente Risi ha poi affrontato il tema della coltivazione del riso con metodo biologico.
Secondo i dati del SINAB e ENR del 2016, la superficie risicola nazionale coinvolge circa 234.000 ettari di cui 16.602 con metodo biologico (tra l’altro circa 5.600 sono in conversione). Di questi il 54 % è coltivato in Lombardia e il 44% in Piemonte.
“Le prime esperienze bio sul riso sono degli inizi del nuovo millennio – ha asserito Romani – Le criticità riscontrate in questi anni per il riso coltivato biologicamente riguardano principalmente il controllo delle infestanti perché riducono la produttività. Anche il controllo delle malattie, primo fra tutti il Brusone, e la fertilità del suolo sono altre problematiche da tenere in considerazione”.
Secondo una sperimentazione condotta dal CRR tra il 2002 e il 2007, ossia uno studio comparativo sulle variazioni di parametri chimici e biologici dei suoli di due risaie soggette a gestione convenzionale e biologica, la sostanza organica (carbonio organico) totale è diminuita sul convenzionale mentre è aumentata sul biologico e il quoziente di respirazione è cresciuto nel corso del tempo sul biologico.
Numerose le osservazioni da parte del pubblico in sala sul tema affrontato da Romani, tra questi citiamo Luigi Anarratone sull’uso del digestato e Massimo Dellarole sulle diverse agrotecniche innovative.
Dopo l’intervento di Marco Ravera di Autogas, sponsor delle Assemblee di Zona, l’associato Roberto Melotti ha affrontato l’annosa questione dei cinghiali e dei caprioli, ma anche delle nutrie e dei corvidi che popolano i territori casalesi, creando forti problemi alle colture.
Il presidente Brondelli ha fatto presente che Confagricoltura sta facendo pressione a tutti i livelli, da Roma agli ATC passando per Regione e Provincia per contrastare il fenomeno dei danni da ungulati che è sempre più allarmante per il settore agricolo.
Mario Rendina, responsabile sindacale di Confagricoltura Alessandria, su richiesta della platea, ha esposto le principali novità presenti nella Finanziaria 2018 dal punto di vista sindacale: il contratto di affiancamento e l’equiparazione tra