Si chiude un’annata anomala sotto il punto di vista climatico, con raccolti buoni per quanto riguarda i cereali e la soia, mentre le produzioni orticole e frutticole si sono rivelate abbastanza scarse,
Si chiude un’annata anomala sotto il punto di vista climatico, con raccolti buoni per quanto riguarda i cereali e la soia, mentre le produzioni orticole e frutticole si sono rivelate abbastanza scarse, così come la vendemmia che farà registrare un meno 15-20% di uva rispetto al 2018. Confagricoltura Piemonte, tracciando l’andamento dell’annata agraria 2019, sottolinea ancora il buon andamento del comparto avicolo (uova, polli e tacchini) e la sostanziale tenuta del prezzo del latte alla stalla e dei bovini da carne. Buono l’andamento dei prezzi nel comparto suinicolo, mentre per l’apicoltura è un’annata da dimenticare.
Per quanto riguarda il fronte politico Confagricoltura apprezza la recente piena assunzione di responsabilità da parte della Giunta regionale, che ha manifestato l'intenzione di porre mano all'impianto del PSR per far sì che si possano erogare, entro i tempi previsti, tutte le risorse assegnate al Piemonte, mentre lamenta ancora l'inerzia delle istituzioni per quanto riguarda i danni arrecati della fauna selvatica.
Confagricoltura apprezza l'istituzione del tavolo regionale “Il cibo è salute” e le iniziative per la semplificazione dei percorsi amministrativi. Confagricoltura continua a chiedere un impegno puntuale per la manutenzione del territorio, per la valorizzazione delle produzioni, per l'internazionalizzazione dei mercati e per la realizzazione e il completamento delle infrastrutture viarie e digitali.
Nella conferenza stampa che si è svolta questa mattina (11 novembre, giorno di San Martino, in cui ha inizio la nuova annata agraria) nella sede di Confagricoltura Piemonte, il presidente regionale Enrico Allasia, il direttore Ercole Zuccaro e il componente della Giunta nazionale Luca Brondelli di Brondello hanno analizzato i principali comparti produttivi dell’agricoltura piemontese, partendo dalla considerazione che il cambiamento climatico è una realtà con la quale occorre sempre più fare i conti.
L’inverno 2018/2019 in Piemonte è risultato il quinto più caldo degli ultimi 62 anni. Temperature superiori alla media si sono registrate nei mesi di dicembre 2018 e soprattutto di febbraio 2019.
Nei mesi invernali sono caduti 68 mm medi di precipitazione (su 1.114 mm medi annui), con un deficit pluviometrico di circa 103 mm (pari al 60%) rispetto al periodo 1971-2000. Tutti i tre mesi invernali sono stati più secchi della norma, con picco negativo a gennaio. La scarsità d’acqua non ha favorito la ripresa vegetativa, influendo negativamente sia sulla germinazione delle colture primaverili, sia sullo sviluppo delle autunno-vernine.
In primavera le temperature sono risultate lievemente superiori alla media degli ultimi anni, in generale anche con precipitazioni leggermente inferiori. Tuttavia localizzate anomalie termiche e pluviometriche, nei mesi di aprile e maggio, hanno danneggiato in parte le fioriture, con riflessi negativi sulle colture agrarie e sulla produzione di miele. L’estate è invece risultata la quarta più calda nella distribuzione storica degli ultimi 62 anni. Spicca l’eccezionale ondata di calore del mese di giugno, con il giorno 27 che è stato il più caldo in assoluto in Piemonte dal 1958 ad oggi (33,3 gradi medi sulla Regione). Nell’estate si sono verificati eventi temporaleschi localmente intensi: temperature elevate e precipitazioni complessivamente scarse hanno causato situazioni di sofferenza alle colture e veri e propri danni da siccità. Per quanto riguarda la prima parte dell’autunno, l’andamento termico si è mantenuto nella media, mentre le precipitazioni sono state caratterizzate da alcuni fenomeni di fortissima intensità, come quelli che hanno