Monitoraggi flavescenza dorata della vite al via grazie al contributo della Camera di commercio
La Flavescenza dorata è ancora presente nelle aree viticole della nostra provincia. Provoca danni non solo alla produzione di uve di alta qualità come quelle che vengono prodotte nei diversi areali vitati alessandrini, ma anche al patrimonio viticolo che qui da noi è simbolo di territorio, paesaggio, turismo enogastronomico, di eccezionale importanza sociale ed economica.
La Flavescenza dorata è una malattia da fitoplasmi (semplici organismi parassiti privi di parete cellulare); viene trasmessa da viti infette a viti sane da un vettore, l’ormai famoso Scaphoideus titanus, insetto cicadellide originario del continente Nord Americano che ha raggiunto l’Europa negli anni ’50. Dapprima in Francia e quindi in Italia, in Veneto, grazie alla presenza di questo minuscolo insetto la Flavescenza dorata ha fatto la sua comparsa. In Piemonte nell’estate del 1998 è stata accertata la sua presenza nel Tortonese e da quell’anno non è stato possibile eradicarla dai nostri vigneti ove ha provocato e continua a provocare danni consistenti. La trasmissione avviene mediante la suzione della linfa da parte dell’insetto sulle piante infette; il micoplasma si insedia nelle ghiandole salivarie dell’insetto; nel momento in cui l’insetto, che conserva nel proprio organismo il fitoplasma, si sposta per cibarsi di linfa su piante sane, inietta con la saliva anche l’agente della Flavescenza dorata, infettando una nuova pianta.
Da sempre la difesa della vite dalla Flavescenza dorata è di tipo indiretto: infatti questa fitoplasmosi non è curabile. L’unico modo di difendere la vite è il controllo dell’insetto vettore con interventi mirati. Per questo motivo in Italia dal 2000 è in vigore un decreto di Lotta obbligatoria che annualmente viene aggiornato dal Settore Fitosanitario Regionale che ha recentemente confermato le modalità in vigore da alcuni anni, fissando in almeno due gli interventi a difesa della vite, uno contro le forme giovanili ed uno contro le forme adulte dell’insetto.
Per ottemperare agli obblighi del decreto di lotta è di basilare importanza il monitoraggio delle popolazioni dell’insetto nei vigneti.
Il Comitato di Coordinamento per la Difesa fitosanitaria integrata delle colture della provincia di Alessandria, grazie all’indispensabile contributo finanziario della Camera di Commercio di Alessandria da alcuni anni sta realizzando i monitoraggi dello Scaphoideus titanus.
“L’insetto vettore ha incominciato a fuoriuscire dalle uova svernanti tra la metà e la fine del mese di maggio. Compie 5 mute prima di diventare insetto adulto – ci informa Marco Castelli, direttore del Comitato di coordinamento. “La difesa parte proprio da questi giovani: il raggiungimento della 3^ età è un livello di sviluppo che comprende il maggior numero di stadi giovanili di maggiore sensibilità, per cui il primo intervento si deve effettuare in questa fase, nel rispetto della fine dell’epoca di fioritura della vite e degli insetti come le api e gli altri pronubi”. I tecnici delle Associazioni di Categoria Agricole (Coldiretti, Confagricoltura e CIA) stanno effettuando le indispensabili verifiche visive delle forme giovanili. Quindi, effettuato dai viticoltori il primo intervento sui giovani, i tecnici posizioneranno nei vigneti campione trappole attrattive per la cattura degli adulti. Questi monitoraggi consentiranno la determinazione dell’epoca ideale per il secondo intervento di lotta obbligatoria, che normalmente si effettua tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.
I monitoraggi del mese di agosto valuteranno l’impatto degli interventi sulle popolazioni dell’insetto; quelli nei mesi di settembre e ottobre serviranno per stabilire se sia necessario un terzo intervento. Infatti in alcune aree vitate piemontesi si sta assistendo a un prog