Confagricoltura Alessandria
09-09-2022
Allevamenti razza Piemontese a rischio “In 10 anni ha chiuso un allevamento da carne su cinque, oggi si lavora in perdita”

L’emergenza determinata dalla siccità ha aggravato significativamente la situazione di difficoltà economica degli allevamenti a causa della scarsa

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Allevamenti razza Piemontese a rischio “In 10 anni ha chiuso un allevamento da carne su cinque, oggi si lavora in perdita”

L’emergenza determinata dalla siccità ha aggravato significativamente la situazione di difficoltà economica degli allevamenti a causa della scarsa disponibilità di foraggi. Il problema è ancora più sentito per noi allevatori di razza Piemontese, il cui prezzo è rimasto invariato negli ultimi anni, a fronte di un aumento di costi che rischia di diventare insostenibile”. Daniele Malfettani, produttore associato a Confagricoltura Alessandria e vice presidente della sezione di prodotto allevamenti bovini, esprime preoccupazione per lo stato di salute del comparto degli allevamenti bovini anche in provincia di Alessandria.   

 

La questione è stata affrontata il 7 settembre al tavolo di filiera che si è riunito all’assessorato regionale all’Agricoltura guidato da Marco Protopapa.

 

Dall’incontro è emerso che, in base ad uno studio condotto su un campione rappresentativo di aziende, aggiornato alla luce dei recenti forti rincari delle materie prime e dell’energia, gli allevamenti di bovini registrano attualmente una perdita di 41 centesimi al chilogrammo (peso vivo, riferito a capi maschi) rispetto al prezzo massimo rilevato dai mercuriali della Camera di commercio di Cuneo.

 

La scarsa redditività degli allevamenti spinge gli allevatori all’abbandono delle stalle; nel 2010 in Piemonte c’erano 3.625 allevamenti di bovini da carne con 264.488 capi; attualmente il numero delle stalle è sceso a 2.828, con 239.821 capi bovini allevati. In un decennio praticamente una stalla su cinque ha chiuso i battenti.

 

La situazione della nostra provincia riflette quella regionale – dichiara la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco - perché in assenza di misure adeguate, si rischia di andare incontro a una forte contrazione degli allevamenti, anche a causa dei probabili aumenti delle materie prime che si profilano nei prossimi mesi a seguito del peggiorare della crisi dovuta al conflitto russo-ucraino. Per questi motivi – aggiunge Sacco - oltre ai sostegni diretti agli allevatori già previsti a livello comunitario e nazionale e a quelli indispensabili e urgenti finalizzati a contenere il costo dell’energia, sarebbe importante che nelle sedi istituzionali competenti si promuovessero azioni, anche strutturali, idonee a riposizionare sul mercato, in un ambito economicamente sostenibile, la carne di bovino e in particolare quella della razza Piemontese certificata”.

 

Nonostante la Fassona sia considerata un fiore all’occhiello della produzione Piemontese, il consumo si è fortemente ridotto. Da tempo riteniamo sia necessaria una campagna di marketing incisiva a livello regionale e nazionale per riconquistare quote di mercato perdute anche a causa della chiusura, in aree rurali e non solo, di punti vendita specializzati nella vendita di carni di pregio, ossia le ‘vecchie’ macellerie. Incentivare in questo senso accordi di filiera sarebbe determinante”, aggiunge Malfettani.

 

Alessandria, 9 settembre 2022

 

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