Pac: la riforma apra nuovi orizzonti di sviluppo al settore del tabacco. Gli accordi con le manifatture devono garantire tutti i produttori

18/12/2013

La nuova Pac deve dare risposte forti ai produttori di tabacco, difendendone i redditi e rilanciando il settore alle prese con una grave fase di incertezza. Per questa ragione nella fase di applicazione (in Italia) della riforma bisogna tenere nel debito conto le peculiarità di un comparto di punta della produzione agricola nazionale, che riguarda oltre cinquantamila addetti e più di duecentomila famiglie. E’ questo il messaggio emerso nel corso del convegno promosso unitariamente a Roma dall’Unitab (Unione italiana tabacchicoltori) e da Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare.
La tabacchicoltura italiana, che sta attraversando un momento di grande difficoltà, deve avere dalla rinnovata Politica agricola comune seri punti di riferimento che consentano di riprendere la strada della crescita e della competitività. Con l’ormai prossima applicazione della riforma, appena varata dall’Ue, -afferma un comunicato congiunto di Unitab e Agrinsieme- bisogna guardare con attenzione al settore sia per quanto riguarda il greening che il valore dei pagamenti diretti. Non solo. E’ necessario che si predispongano misure ad hoc (produzione, lavoro Organizzazioni dei produttori) nell’ambito dello sviluppo rurale. Occorre creare le condizioni che garantiscano un reale futuro all’intera filiera.
Un passaggio importante -sostengono Unitab e Agrinsieme- è rappresentato dai nuovi accordi con le manifatture che devono necessariamente procedere in maniera parallela e avere lo stesso orizzonte temporale delle misure di sostegni alla tabacchicoltura nell’ambito della nuova Pac. Per il raccolto 2014 vanno confermati almeno i quantitativi 2013 e l’inclusione di una quota di Burley per tutte le manifatture. A partire dal 2015 ci deve essere un aumento progressivo degli impegni di acquisto fino al 2020. Fatte salve, ovviamente, le eventuali revisioni in funzione dell’evoluzione della Politica agricola europea. Insomma, è indispensabile dare all’intera filiera la possibilità di organizzarsi in maniera adeguata davanti ai nuovi scenari economici europei e internazionali.
I cosiddetti accordi di programma (quelli tra produttori e manifatture) devono, secondo Unitab e Agrinsieme, fondarsi su alcuni precisi aspetti. In primo luogo tutti i vari soggetti della produzione di tabacco devono essere messi sullo stesso piano, senza alcuna discriminante. In tale contesto il ministero delle Politiche agricole viene richiamato a svolgere un ruolo di garante e di salvaguardia del settore.
Unitab e Agrinsieme, comunque, ribadiscono l’esigenza di un’azione incisiva che tuteli e valorizzi un settore che in questi anni ha subito una profonda trasformazione, con effetti negativi non indifferenti per i produttori. Servono, quindi, risposte chiare e concrete per le imprese. Il rilancio delle condizioni di mercato deve andare anche ben oltre alle modifiche normative comunitarie. Occorre aprire una pagina nuova, definendo un Piano nazionale del tabacco e con esso una ristrutturazione della filiera. Con obiettivi prioritari che sono lo sviluppo del settore e la difesa dei redditi degli agricoltori.