I principali temi agricoli per la XVII legislatura

19/04/2013

EXECUTIVE SUMMARY

Nel complesso scenario politico-istituzionale post elezioni, Agrinsieme, il coordinamento delle imprese agricole e cooperative dell’agroalimentare, ritiene opportuno richiamare l’attenzione su alcuni temi che chiede siano affrontate nella prossima legislatura e dal nuovo Governo del Paese.

Si tratta di priorità essenziali per il futuro di un comparto che compreso l’indotto a monte e a valle vale il 17% del Pil italiano, garantisce occupazione a oltre tre milioni di lavoratori e rappresenta quasi il dieci per cento dell’export del nostro Paese.

Alcune di queste priorità sono vere e proprie emergenze che, se non affrontate rapidamente nella direzione indicata potranno mettere a serio rischio la sopravvivenza di una componente importante dell’economia del Paese.Con ripercussioni anche sulla tenuta dell’assetto del territorio sul quale incide tantissimo l’attività agricola.

A seguire si sintetizzano le proposte che vengono poi dettagliate nelle pagine successive.

Europa e politica commerciale internazionale

Bruxelles è essenziale per il futuro del comparto. Lo scorso anno la PAC ha compiuto 50 anni di vita, è ormai LA politica agricola su cui le nostre imprese possono contare e sta per essere riformata per la quinta volta negli ultimi venti anni. E’ pure a livello dell’UE che si decidono le questioni relative agli scambi internazionali che determinano gli equilibri dei principali mercati agroalimentari.
Agrinsieme ritiene che l’Italia debba:
- intervenire attivamente nel negoziato della riforma della PAC “verso il 2020” garantendo un budget adeguato alla nostra agricoltura e modulando i relativi strumenti (pagamenti diretti, interventi di mercato e misure di sviluppo rurale) in maniera da incentivare le imprese agricole attive e competitive, evitando squilibri settoriali , promuovendo l’aggregazione delle imprese, la produttività e la salvaguardia e la crescita del reddito degli agricoltori;
- cogliere le opportunità delle varie intese internazionali a livello bilaterale e multilaterale in cui è protagonista tramite l’UE (a partire da quelli USA-UE e Giappone-UE appena lanciati), cercando di raggiungere accordi equilibrati in una logica di mutuo vantaggio che consenta di accrescere la nostra presenza sui mercati dei Paesi Terzi affermando una logica di reciprocità delle normative e limitando con regole idonee il fenomeno della contraffazione e dell’italian sounding. Occorre anche intervenire urgentemente laddove (ad es. nel caso dell’accordo UE-Marocco) si sono registrate anomalie nella attuazione degli accordi commerciali con conseguenze negative sui nostri prodotti e a carico delle nostre imprese.

Assetto normativo

Per quanto riguarda la struttura del Governo, il settore agricolo non trova più corrispondenza in termini progettuali e di sviluppo nella configurazione attuale del Ministero delle Politiche Agricole: è quindi decisivo affidare ad una Amministrazione di riferimento la competenza sul comparto agroalimentare nel suo complesso, in termini di strategie agroindustriali, sanitarie e con una visione internazionale del comparto. Occorre poi procedere ad un riordino degli Enti che fanno capo al MIPAAF che rispetti i seguenti principi: 1-unitarietà dell’azione sull’intero territorio nazionale; 2-specializzazione delle funzioni ed eliminazione delle sovrapposizioni e duplicazioni; 3-semplificazione dei meccanismi di intervento in particolare nel caso dell’attuazione di programmi comunitari.

Semplificazione burocratica

Occorre procedere a innovazioni concrete più che ad enunciazioni di principio. Agrinsieme propone di:
- dare completa ed organica attuazione,entro breve termine,alle disposizioni legislative gia'approvate,che necessitano delle normative regolamentari di attuazione,e/o integrazione,in materia di informazione sugli adempimenti amministrativi da rispettare, di trasparenza della azione amministrativa, di maggiore partecipazione del cittadino alle procedure amministrative;
- rispettare un principio di proporzionalità tra il carico di burocrazia e la dimensione delle imprese che passi attraverso una procedura di MOA (Misurazione degli Oneri Amministrativi);
- costituire una banca dati unica degli esiti dei controlli amministrativi al fine di evitare duplicazioni e limitare i costi; sempre a tal fine occorrerebbe approvare quanto prima i regolamenti interministeriali necessari a limitare ad evitare la sovrapposizione di controlli amministrativi;
- rivedere alcune norme particolarmente onerose (assunzioni di gruppo, revisione macchine agricole, tracciabilità dei rifiuti-SISTRI, zone vulnerabili nitrati).

Fisco

La difficile congiuntura richiede un carico fiscale proporzionato e che non comprometta le capacità 3 Agrinsieme competitive delle imprese anzi le rilanci puntando sull’innovazione e favorendo le aggregazioni e la semplificazione. Occorre in tal senso:
- riconoscere un credito di imposta per gli investimenti realizzati dalle imprese agricole singole o associate, dando priorità a quelli innovativi e indipendentemente dal regime fiscale adottato;
- ripensare l’IMU sui terreni agricoli utilizzati in modo professionale per lo svolgimento delle attività e sui fabbricati rurali utilizzati in modo strumentale nell’attività agricola;
- assicurare un prelievo fiscale attraverso procedure semplificate (in tal senso il sistema catastale continua a confermare la sua validità);
- non operare discriminazioni tra fonti di reddito di eguale natura. Evitando quindi disparità di trattamento in funzione del soggetto giuridico e delle modalità organizzative con cui il reddito viene realizzato;
- rinviare al 2014 l’entrata in vigore della TARES prevedendo l’applicazione della normativa previgente (TIA o TARSU), per avere il tempo di una modulazione che riveda l’applicazione nel settore agricolo evitando di assimilare i rifiuti speciali agricoli agli urbani (Art. 195 lett. e) TUA)

Lavoro

La valenza occupazionale del settore agricolo, decisamente superiore al contributo in termini di valore aggiunto al totale dell’economia, rende non più differibile intervenire su vari aspetti tra cui prioritariamente occorre:

- ridurre il cuneo fiscale e contributivo ed il costo del lavoro attraverso misure incentivanti o premiali per le imprese virtuose;
- introdurre un regime amministrativo e contributivo semplificato e meno oneroso per i rapporti di lavoro stagionali e di breve durata;
- favorire un’applicazione sostenibile della legislazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Rafforzamento del sistema agroalimentare nazionale

Occorre intervenire su un complesso di aspetti essenziali per il rilancio del sistema imprenditoriale e della sua competitività. Gli interventi prioritari per Agrinsieme dovrebbero prevedere:
- per migliorare l’aggregazione e favorire la costituzione di reti di imprese (anche aperte ad altri soggetti istituzionali e privati):
1. una rivisitazione del decreto legislativo n. 102/2005 sulla regolazione dei mercato che valorizzi le OP con base sociale formata dagli agricoltori e l’interprofessione;
2. una specificazione della normativa in materia di costituzione e sviluppo di reti di imprese che sia adatta alle peculiarità del settore agroalimentare;
3 . una politica agraria che in tutte le scelte sia selettiva a favore delle OP, delle reti di imprese e delle altre forme di aggregazione.

- Per incentivare il credito al settore:
1. promuovere un sistema di rating che sia quanto più possibile omogeneo e fruibile dalle singole banche e che valorizzi il progetto imprenditoriale;
2. favorire il finanziamento di progetti complessivi che si traducano in una maggiore capacità di penetrazione nel mercato e di incremento di redditività dell’imprese. Il tutto con modalità più adatte ad un’agricoltura con maggiori attività connesse.

- per sostenere la ricerca e l’innovazione nel comparto: o istituire uffici di collegamento tra istituzioni di ricerca e imprese;
1. favorire, anche con appositi finanziamenti la collaborazione tra Università, Enti pubblici di ricerca e sistema delle imprese;
2. agevolare la connettività nelle aree rurali compensando l’ancora elevato digital divide che rende più complesso l’accesso al mercato.

- per favorire la presenza sui mercati esteri dei nostri operatori:
1. definire un programma di iniziative di internazionalizzazione che vedano protagoniste le imprese agricole e agroalimentari;
2. ricalibrare gli strumenti di intervento adeguandoli alle esigenze delle imprese del settore. Ad esempio, va modificata la normativa sui consorzi di internazionalizzazione che esclude in maniera ingiustificata le imprese agricole nonché alcune specifiche filiere produttive;
3. integrare la Cabina di Regia dell’internazionalizzazione prevedendo la partecipazione di una rappresentanza delle imprese agricole oggi inspiegabilmente assente.