Dal governo positivi segnali, ma per l’agricoltura servono politiche e misure efficaci

03/04/2014

Il D.L. del governo rappresenta un primo importante segnale della volontà di rendere più fluido il mercato del lavoro reduce, dopo la riforma Fornero, da una serie di interventi di particolare rigidità che non hanno incentivato la creazione di nuovi posti di lavoro né la stabilizzazione di quelli esistenti, come dimostrano anche i dati sul monitoraggio della legge 92. Lo afferma Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare.
Significative, soprattutto, le modifiche volte a facilitare il ricorso all’apprendistato, strumento principale per l’inserimento lavorativo dei giovani, finora frenato, nelle sue potenzialità, da una regolamentazione troppo formale e complessa.
Agrinsieme auspica, tuttavia, che vi siano spazi legislativi per ulteriori interventi di semplificazione rispetto alla legge 92; ad esempio, si ritiene opportuno apportare delle modifiche sul collocamento obbligatorio che, riducendo da 9 a 6 mesi la durata dei contratti esclusi dal computo, rendono attualmente molto difficile l’applicazione della norma alle attività svolte nelle aziende agricole.
Agrinsieme ricorda il documento sul lavoro presentato al governo, che contiene una serie di proposte per favorire l’occupazione in agricoltura. Il settore, infatti, è strategico per la ripresa e racchiude le potenzialità necessarie per creare centomila nuovi posti, specialmente tra i giovani. Servono, però, politiche innovative, propulsive e mirate.