Chi e’ il giovane imprenditore di Confagricoltura e cosa chiede al prossimo governo

05/02/2013

Chi sono gli imprenditori “tipo” dell’Anga e quali sono i loro desiderata rispetto alla classe politica di domani? La risposta arriva dal Centro Studi di Confagricoltura che ha realizzato un’indagine su un campione ragionato di aziende associate, cercando di focalizzare il profilo dell’impresa e temi che spaziano dal commercio alla politica.
Lo studio ha rilevato un’incidenza maggiore degli uomini (66%) rispetto alle donne (34%), ma entrambi mediamente hanno la stessa età (32 anni). E’ titolare d’azienda a tutti gli effetti il 71% degli intervistati, il 93% gestisce un’azienda di famiglia, con una dimensione media di 113 ettari. Questo a dimostrazione di come ci sia, comunque, uno stretto legame tra attività di impresa e “familiarità” con il settore.
Purtroppo, l’elevato costo dei terreni e la scarsa rimuneratività del beneficio fondiario impediscono ai giovani di insediarsi nel settore primario come capi azienda. Ed è pure molto probabile che le varie misure volte ad introdurre nuovi soggetti nel mondo agricolo siano troppo macchinose e scoraggino in partenza anche i più interessati” asserisce Adalberto Amelotti, presidente dell’Anga provinciale.
I giovani di Confagricoltura certificano le proprie produzioni (ma comunque entro il 50%) prestando attenzione alle problematiche ambientali, coltivando bio (50%) od utilizzando le denominazioni di origine (50%). Utilizzano quasi sempre mezzi informatici per la gestione dell’azienda (89%), però non aderiscono ancora a strumenti innovativi come le reti di impresa (solo il 12% lo fa). La percentuale di partecipazione a reti strutturate di impresa è comunque inferiore rispetto alla percentuale delle aziende di Confagricoltura (18,2% - indagine Censis Confagricoltura marzo 2012). Come dire che in agricoltura c’è ancora un gap generazionale significativo nella collaborazione partecipativa del “fare impresa”.
Dei giovani imprenditori Anga solo il 35% è aggregato in OP, ma di converso ben il 40% degli intervistati utilizza la cooperativa come canale commerciale, il 23% l’industria e il 26% la vendita diretta. Tutto sommato limitato (4%) il ricorso alla vendita on-line. Il 51% ritiene comunque insoddisfacente il collocamento del prodotto.
Il 60% degli intervistati ha beneficiato dei fondi strutturali PSR, soprattutto (quasi il 90%) tramite le misure per il primo insediamento, agro ambientali e per l’ammodernamento dell’azienda agricola; misure servite in sei casi su dieci ad introdurre innovazione di prodotto o di processo.
Ben il 90% dei giovani imprenditori di Confagricoltura ha introdotto innovazione all’interno della propria azienda. Peccato che di questi solo la metà abbia potuto beneficiare di incentivi di politiche nazionali e comunitarie.
Infine, l’indagine del Centro Studi si è incentrata sul futuro prossimo gettando uno sguardo sul periodo “post elettorale”.
In particolare, è stato chiesto quali provvedimenti di politica generale i giovani imprenditori dell’Anga vorrebbero che le nuove istituzioni approvassero nei primi cento giorni di governo. Gli intervistati hanno indicato come priorità la riforma fiscale e contributiva e il riassetto delle istituzioni nazionali (rispettivamente il 26% ed il 23%).
Seguono misure per favorire l’occupazione (14%), la promozione di formazione e ricerca (11%) e la riforma del sistema elettorale (10%).
Per quanto riguarda, invece, i provvedimenti di politica agricola richiesti, su tutti spicca l’esigenza di maggior facilità di accesso al credito (25%). Sono evidenti le difficoltà nel reperire capitali di esercizio e di investimento per la propria attività dopo il credit crunch.
Subito dopo sono stati indicati il finanziamento per acquisire mezzi di produzione innovativi (22%) e per acquistare terreni agricoli (20%). Quest’ultima esigenza al pari della richiesta di un nuovo regime fiscale per creare nuove reti di impresa (20%).
E’ chiara, quindi, l’esigenza per una politica dei fattori efficace, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione che i giovani imprenditori di Anga chiedono di incentivare e per il fattore di produzione principale e di più difficile acquisizione per le aziende agricole: la terra” ha sottolineato Adalberto Amelotti.
Meno sentita la necessità di fondi per finanziare business plan ed analisi di mercato; forse servizi già disponibili ed acquisiti.


SCHEDA
LE IMPRESE AGRICOLE UNDER 35

Sono 57.673 le imprese agricole under 35 in Italia, secondo i dati Unioncamere, il 7% del totale delle imprese agricole iscritte al registro delle imprese delle CCIAA (823.542) e il 9% circa delle imprese giovani complessive.
Un numero comunque rilevante visto che solo le categorie delle imprese giovani di “costruzioni” e del “commercio all’ingrosso e al dettaglio” possono vantare un numero superiore di operatori (rispettivamente 123 mila e 183 mila circa).
Nel corso degli ultimi anni, secondo i dati Eurostat, le imprese agricole giovani in Italia sono diminuite in valore assoluto: da 145 mila nel 1990 a 115 mila nel 2000 sino ai poco meno di 52 mila nel 2007 (dato comunque non paragonabile a quello di Unioncamere).
Un calo complessivo del 64% per cento; comunque superiore alla flessione del numero complessivo di aziende agricole (meno 37%) nello stesso periodo.
Come sopra accennato, le imprese agricole rappresentano il 9% (esattamente l’8,8%) di tutte le imprese condotte da giovani (658.033) nei vari settori. Un dato comunque peggiore rispetto all’incidenza (13,5%) delle imprese agricole rispetto al totale delle imprese di tutti i settori (6,1 milioni).
In Italia i giovani che si dedicano all’agricoltura sono soprattutto nel meridione e nelle isole, in particolare in Calabria, Sicilia e Sardegna, dove si trovano il 56% delle aziende agricole giovani nazionali, pari a quasi il 9% delle imprese complessive (la media nazionale è del 7%).

Alessandria, 5 febbraio 2013