Convegno pomodoro da industria - Fiera di San Giorgio - Post Evento

23/04/2009
Alla Fiera di San Giorgio Confagricoltura Alessandria da anni partecipa con gli stand istituzionale e delle aziende agricole associate, nonché con un momento di aggregazione. Per l'edizione 2009, il Sindacato Agricolo degli imprenditori provinciali ha organizzato un evento nell'ambito delle iniziative legate al Piano Strategico di Alessandria 2018 “Specchi Strategici”. Ieri sera dalle 21 presso la Sala Edoardo Martino della Caserma Valfrè Confagricoltura ha presentato il convegno “Il pomodoro da conserva: risorsa importante per il territorio alessandrino”. “La coltura del pomodoro da industria in provincia di Alessandria sta diventando sempre più una realtà rilevante sia in termini di superfici investite, sia in termini economici. Per questo crediamo sia una buona alternativa alla cerealicoltura e dunque rientri in quelle alternative che favoriscono lo sviluppo economico delle nostre aziende agricole associate” ha commentato in apertura il presidente provinciale Gian Paolo Coscia. Nella scorsa annata agraria, secondo le fonti tecniche di Confagricoltura Alessandria, in provincia sono stati coltivati circa 1500 ettari con una produzione di circa 1 milione quintali di pomodoro fresco. Per questa campagna di coltivazione si prevedono aumenti delle superfici lavorate a pomodoro dell'ordine del 30%, con conseguenti aumenti delle produzioni attese. Allargando gli orizzonti al panorama nazionale, la scorsa campagna si è conclusa con una produzione italiana di circa 53 milioni di quintali su una superficie di circa 75000 ettari ; per il 2009 le previsioni di semina sembrano attestarsi a circa 85.000 ettari coltivati a pomodoro con un incremento di circa il 13% rispetto al 2008 e un quantitativo contrattato con l'industria di 65 milioni di quintali (condizione che innalza la quantità contrattata del 12,5 % rispetto ai 58 milioni di quintali del 2008). Questi incrementi assumono maggiore peso se si guardano i dati relativi al solo Nord Italia, che quest'anno si attesterebbe a produrre 29 milioni di quintali di pomodoro (4 milioni di quintali in più dello scorso anno) con aumento di oltre 16 punti percentuali. L'aumento delle superfici investite ha inoltre provocato la riduzione dell'aiuto accoppiato che passa dai 1300 €/ha del 2008 ai 1100 €/ha del 2009, secondo le stime effettuate per quest'anno. “Alla luce di questi dati, se confermati, e consapevoli dell'esperienza maturata nel 2004, non si può stare nè allegri nè tranquilli. – ha affermato il presidente della Sezione di Prodotto del pomodoro, Giovanni De Marco – Quello che si può dire quasi con certezza è che sarà una campagna di raccolta lunga e faticosa, che ci vedrà impegnati dall'ultima settimana di luglio alla prima di ottobre. Si presume ci possano essere dei problemi nei conferimenti iniziali a causa dei ritardi nelle operazioni di trapianto delle varietà precoci che si traducono in contemporaneità di maturazione e raccolta per parecchi ettari di prodotto con conseguenti intasamenti nelle fabbriche. Possiamo solo augurarci che questa non sia un'annata particolarmente produttiva, per evitare i problemi vissuti nel 2004 e nel 2005 con centinaia di ettari di pomodori lasciati a marcire nei campi”. Queste problematiche sono dovute da una parte alla crisi dei cereali che ha liberato superfici a favore del pomodoro, coltura considerata più redditizia dagli agricoltori, dall'altra all'operato di alcune OP che smettono di avere come fine la programmazione e la difesa del reddito dei propri associati. “Sono convinto che se si cambiassero i regolamenti delle OP e si decidesse di contribuire alla gestione dell'associazione non più sulla base dei quintali di prodotto conferito, ma sulla base del risultato economico procurato ai soci si riuscirebbe a correggere quella malsana abitudine di rincorsa ai nuovi soci e quindi a nuovi e più quintali di prodotto da commercializzare a scapito del reddito di tutti gli associati. Molte volte noi agricoltori tendiamo a dimenticare che le associazioni siamo noi stessi e non sono entità astratte nate dal nulla; dobbiamo iniziare a correggere questa visione delle cose che per noi è solo deleteria” ha aggiunto Giovanni De Marco. Se sono confermate le voci di parte industriale che parlano di scorte di pomodoro invendute da riportare sulla prossima campagna la congiuntura non appare delle più rosee almeno per il breve periodo. Circa lo stato dei trapianti e la previsione sulla raccolta ha relazionato il consigliere Luigi Ricaldone, che ha detto: “In questa fase, dopo numerosi giorni di pioggia, ci troviamo con una situazione trapianti che si ferma a circa un 10% del programmato, mentre normalmente la percentuale è del 35/40%. Abbiamo già perso 10 giorni di trapianto e quindi di raccolta. In caso di un decorso normale della stagione produttiva, avremo una sicura concentrazione della maturazione del pomodoro con conseguente intasamento delle industrie di trasformazione”. Quindi, assumerà una grande importanza un'accurata collaborazione tra l'industria e la parte agricola (Op e agricoltori), prima e durante la raccolta per cercare di ottimizzare al meglio le consegne, evitando problemi qualitativi di sovra maturazione, dannosi sia per il produttore che per il trasformatore. “In effetti, la Tomato Farm è la prima azienda di trasformazione del pomodoro in Piemonte ” ha detto nel suo intervento Davide Bottazzi, responsabile dell'Ufficio Agricolo di Tomato Farm “Auspichiamo una collaborazione fattiva tra noi e gli agricoltori e un evento di questo tipo non fa che andare in questa direzione. Inoltre, da tecnico posso suggerire agli imprenditori agricoli di puntare su varietà di pomodoro molto resistenti alla sovra maturazione. La scelta varietale è importante perché se la qualità è alta ne giova sia l'agricoltore che consegue una maggiore remunerazione sia l'industria che lo trasforma che ottiene migliori rese”. Infine, i relatori hanno fatto un accenno alla Politica Comunitaria, affermando che se ci fosse stato più coraggio anticipando il disaccoppiamento totale già da questa annata, si sarebbero evitati gli eccessi che ci sono stati. Il presidente Coscia ha concluso: “Purtroppo i giochi sono fatti, per cui dobbiamo far passare al meglio questa annata e prevedere dei correttivi per il futuro. Una cosa è certa, il pomodoro sarà sempre una coltura di indubbio interesse, visto che i consumi a livello mondiale salgono di circa il 3% all'anno. Dalla nostra parte abbiamo un territorio provinciale particolarmente vocato e ancora sfruttato pochissimo e una fabbrica di trasformazione in zona che è la più nuova del Nord Italia e la più avanzata dal punto di vista tecnologico”.

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